Dalle Alpi al Giappone: l’impegno internazionale per le foreste

Le foreste non sono solo distese verdi da ammirare o riserve di legname: sono ecosistemi fondamentali per l’equilibrio del pianeta. Dalle Alpi italiane alle foreste tropicali, ogni bosco custodisce biodiversità, regola il clima e assorbe CO₂. Ma questa ricchezza è fragile e sempre più minacciata da deforestazione, abbandono e sfruttamento non sostenibile. Per proteggerla servono strumenti concreti, visione comune e impegni condivisi. La certificazione forestale sostenibile è uno di questi strumenti.

Negli ultimi anni, sistemi come FSC (Forest Stewardship Council) e PEFC (Programme for the Endorsement of Forest Certification) sono diventati riferimenti globali per garantire che la gestione delle foreste rispetti criteri ambientali, sociali ed economici. Non si tratta solo di etichette su prodotti in legno, ma di veri e propri percorsi di responsabilità che coinvolgono imprese, enti pubblici, comunità locali e consumatori.

Una firma che guarda lontano

A conferma di un impegno sempre più globale, nei giorni scorsi a Osaka, in Giappone, si è tenuto il Forum Internazionale per l’Expo 2025 Osaka-Kansai, durante il quale è stata firmata la Joint Osaka Declaration. Il documento coinvolge PEFC International e le delegazioni di Danimarca, Indonesia, Giappone, Spagna, Thailandia, Austria, insieme alla Forestry Agency giapponese e alla Japan Association for the 2025 World Expo. Anche l’Italia ha fatto la sua parte, rappresentata da Marco Bussone, presidente di PEFC Italia.

Con questa firma, i Paesi coinvolti si impegnano a promuovere più legno certificato, più prodotti sostenibili e una cultura della gestione forestale attenta sia alle esigenze locali che a quelle globali.

“Un bel momento di uomo-ambiente-mondo. Potremmo dire di comunione e ponti”, ha dichiarato Marco Bussone, descrivendo con parole semplici ma potenti il senso profondo di questo incontro internazionale.

Foreste sostenibili: dalla gestione locale alla responsabilità globale

L’Italia si conferma protagonista attiva della transizione ecologica forestale. Iniziative concrete, come la certificazione dei boschi del Monviso, raccontano una visione che parte dalle comunità montane e arriva fino alle politiche globali. La sfida è duplice: da un lato prevenire la deforestazione nei Paesi in via di sviluppo, dall’altro rafforzare la pianificazione forestale anche nel contesto alpino e appenninico.

Bussone lo ribadisce con chiarezza: “Voglio ringraziare le delegazioni di tutto il mondo presenti a Osaka, ma soprattutto il Segretario generale Antonio Brunori, che riesce con pazienza ed enorme impegno, oltre che cultura e determinazione, a guidarci nel multilateralismo e nelle risposte efficaci alla crisi climatica.”

Dietro ogni certificazione, c’è un lavoro di relazioni, conoscenze e ascolto. C’è una visione che unisce governi, enti locali, aziende, tecnici forestali e cittadini, in un percorso condiviso per garantire che le foreste siano sostenibili, non siano solo sfruttate, ma anche curate e tramandate alle generazioni future.

Dalle Alpi al Giappone l’impegno internazionale per le foreste - nella foto Marco Bussone indossa camicia bianca giacca scura, occhiali da vista, capelli n eri, sta parlando con in mano una cartellina e di fianco a lui una lavagna luminosa
Dalle Alpi al Giappone l’impegno internazionale per le foreste – nella foto Marco Bussone Presidente PEFC Italia

Una filiera che inizia tra gli alberi e arriva nelle nostre mani

Chi sceglie prodotti con marchio FSC o PEFC, che si tratti di un tavolo, un parquet o anche solo un foglio di carta, partecipa attivamente a questa visione. Dietro ogni oggetto c’è una filiera tracciabile, trasparente, che parte dalla foresta e coinvolge boscaioli, segherie, artigiani, industrie, trasportatori.

“Le risposte alla crisi climatica nascono sempre dal dialogo e dalle interazioni,” continua Bussone, “e passano dalla gestione e dalla pianificazione delle foreste del mondo, con la certificazione di tutte le filiere, della carta e del legno.”

La certificazione diventa così non solo uno strumento tecnico, ma un modo per costruire fiducia, per garantire che le risorse siano usate con rispetto, senza compromettere gli equilibri naturali. È una scelta etica, ma anche economica e culturale.

Osaka foreste sostenibili . il disegno rappresenta il circolo della sostenibilità per le foreste: partendo da due alberi di pino freccia cersoil tronco tagliato da un uomo freccia verso una catasta di legno, freccia verso una sega elettrica frecca verso un impianto industriale freccia verso un muletto da trasporto e tante frecce verso un tavolo, una sedia un mobiletto
Dalle Alpi al Giappone l’impegno internazionale per le foreste

Un’Italia che fa e rilancia

Nel panorama internazionale, l’Italia ha già fatto molto. Ma non basta. Il messaggio lanciato da Osaka è chiaro: serve rilanciare. Serve coinvolgere di più e meglio i privati proprietari, le istituzioni, le imprese, le comunità locali. Serve una visione di lungo periodo che parta dalla montagna, ma che arrivi a tutte le politiche territoriali.

Bussone conclude: “L’Italia ha fatto moltissimo, ma con iniziative come quella di oggi rilancia il suo impegno. Contro la deforestazione in altri Paesi del mondo, per un sistema di pianificazione nelle foreste montane e non solo, che coinvolga privati proprietari, Enti locali, imprese, Istituzioni.”

È un impegno che guarda lontano, ma parte da vicino. Dai nostri boschi, dai territori che viviamo ogni giorno. Perché il futuro delle foreste, in fondo, riguarda tutti noi.

Immagine di copertina generata con IA Bing

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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”
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