Side A – Storie a 45 giri – Ricordando Livio Macchia, tra I Camaleonti, applausi, amicizia e amore
C’è qualcosa di profondamente intimo nel riscoprire un 45 giri. È come aprire un vecchio cassetto e trovarci dentro una fotografia sbiadita, ma nitida nei ricordi. È questo lo spirito di Side A – storie a 45 giri: una rubrica che va a cercare non solo le canzoni, ma le vite che ci sono dietro. I volti, i gesti, le armonie non scritte.
Livio Macchia
Oggi, questa storia gira sul piatto della memoria con un suono speciale. È dedicata a Livio Macchia, cantante, bassista e cofondatore de I Camaleonti, recentemente scomparso. Una figura musicale tra le più autentiche di quella generazione che ha popolato i palcoscenici e gli schermi televisivi italiani dagli anni Sessanta in poi.
Livio era una di quelle persone che sapeva farsi volere bene con naturalezza. Sorriso discreto, presenza pacata, ma solida. L’ho conosciuto personalmente, e incontrato più volte, durante le tante serate al LeRoi, organizzate da Toni Campa e Luciana De Biase. Ne conservo un ricordo affettuoso: un uomo semplice, sincero, con quell’ironia gentile tipica di chi sa stare al mondo, e sul palco, senza mai alzare la voce.
Con lui, in quel viaggio musicale lungo oltre cinquant’anni, c’è stato Tonino Cripezzi, scomparso tre anni fa. Insieme hanno rappresentato non solo il cuore de I Camaleonti, ma un raro esempio di amicizia e coerenza umana e artistica.
I Camaleonti, come si diceva una volta, “un complesso”, hanno saputo reinventarsi nel tempo, senza mai perdere il senso dell’equilibrio tra modernità e tradizione melodica. Hanno saputo farsi amare da più generazioni, attraversando stagioni molto diverse della musica italiana, restando sempre riconoscibili.
Questa puntata di Side A è, dunque, un piccolo omaggio. Non un addio, ma un grazie. Per le canzoni, certo. Ma soprattutto per lo stile. Perché in un’epoca in cui si grida per farsi sentire, Livio e Tonino hanno sempre preferito sussurrare, con garbo, talento, e una complicità che si faceva musica.
Side A – Applausi (1968)
Ci sono canzoni che restano sospese nel tempo, come fotografie sonore. Applausi è una di quelle. Uscita nel 1968, in un’Italia divisa tra rivoluzioni studentesche e sogni melodici, questo 45 giri segna un momento fondamentale nella storia de I Camaleonti, ma anche nella carriera di Livio Macchia, voce e basso del gruppo, e di Tonino Cripezzi, tastierista e cofondatore.
Applausi non è solo un titolo: è un’istantanea di un successo meritato. Il brano gioca sui contrasti, momenti dolci e aperture potenti, che si intrecciano perfettamente nelle due voci che si alternano e si fondono. Livio e Tonino, in una sorta di dialogo musicale, cantano insieme la complessità del palcoscenico della vita, tra applausi sinceri e maschere da sostenere. È un duetto carico di energia e sensibilità, dove le voci si cercano e si completano. Non si rubano la scena, se la dividono.
E forse è proprio questa armonia vocale e umana a rendere Applausi un brano che ancora oggi non si limita a evocare nostalgia: vibra di autenticità.
I Camaleonti: la storia di un “complesso”
All’epoca si diceva così: “complesso”. Era il termine giusto per raccontare quelle formazioni musicali che, tra la fine degli anni ’60 e i primi ’70, cercavano un linguaggio proprio, tra beat, rock e melodia italiana.
I Camaleonti nascono a Milano nel 1963, e Livio Macchia è tra i fondatori. Musicista completo, animo quieto ma presente, Livio contribuisce fin da subito a dare al gruppo un’impronta personale: raffinata nei suoni, popolare nei temi, capace di parlare sia ai cuori adolescenziali sia agli adulti in cerca di canzoni con un peso specifico.
Con l’ingresso di Tonino Cripezzi, il gruppo si solidifica ulteriormente, raggiungendo un equilibrio raro. Loro due, Livio e Tonino, saranno, fino alla fine, il cuore pulsante del progetto. La loro amicizia, sul palco come fuori, sarà il filo conduttore di una lunga carriera fatta di successi, ma anche di coerenza, gentilezza e rispetto.
Negli anni dei Festivalbar, di Canzonissima, del Festival di Sanremo, delle domeniche pomeriggio in tv e dei juke-box nei bar, I Camaleonti riescono a distinguersi: non per l’eccentricità, ma per una sobrietà elegante. Il pubblico li premia e loro ricambiano con una musica che non ha bisogno di travestimenti.
Side B – Amicizia e amore (1974)
Ci sono brani che restano nascosti nei cassetti della memoria collettiva, eppure, quando riemergono, hanno il potere di toccare corde profonde. È il caso di Amicizia e amore, presentato come inedito nella fase finale di Canzonissima del 1973/74.
Anche qui, le voci di Livio e Tonino si alternano, si incrociano, si rafforzano. Parlano di legami autentici, di sentimenti che non si lasciano etichettare facilmente. Amore e amicizia: due parole spesso tenute separate, ma che nella vita, e in questo brano, camminano insieme.
Non è un caso che a cantarlo siano proprio loro due. Per chi ha avuto il privilegio di conoscerli, come è capitato a me, il brano suona come un ritratto velato ma sincero di ciò che erano: due uomini semplici, ironici, senza sovrastrutture. Due amici prima ancora che colleghi.
La voce che resta
Oggi, ricordando Livio Macchia, viene naturale pensare a quel modo delicato e onesto di stare nel mondo e nella musica. Non cercava la luce dei riflettori, eppure quella luce la irradiava, soprattutto quando cantava accanto a Tonino.
Riascoltare oggi Applausi o Amicizia e amore significa fare un piccolo viaggio indietro nel tempo, ma anche immergersi in un presente fatto di memorie vive. Perché la musica, quando è sincera, non muore.
E Livio, in fondo, è ancora lì: su quel palco condiviso, tra una nota e un sorriso, accanto all’amico di sempre.


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Le foto dell’articolo sono di Tina Rossi PH.