“Puzzle” di Gianna Nannini: rock, sensualità e ribellione

Puzzle è l’album con cui Gianna Nannini porta il rock italiano al centro della scena, mescolando energia, sensualità e testi incisivi, e conquistando anche l’Europa, lasciando un segno indelebile nella storia della musica degli anni ’80. Benvenuti ad una nuova puntata di 33 giri di ricordi,

Kolossal

Nel 1984 arriva Puzzle, il disco che consacra Gianna Nannini come icona del rock italiano. Dopo alcuni album di successo moderato, Gianna trova la formula perfetta: un sound internazionale, testi diretti e un’attitudine ribelle ma accessibile, capace di parlare a un pubblico sempre più vasto.

A rendere Puzzle speciale è anche la capacità di Gianna di catturare lo spirito del tempo: è il momento in cui il rock italiano comincia a guardare oltre i confini nazionali, e lei si presenta con un album che riesce a essere moderno senza perdere la propria identità. Le chitarre elettriche, i sintetizzatori e le ritmiche incalzanti si intrecciano con la sua voce graffiante, creando un equilibrio perfetto tra ribellione e melodia, tra passione e tecnica.

Puzzle

Il brano che apre le danze è Kolossal, caratterizzato da elettronica e ritmo martellante. Segue a ruota Fotoromanza, firmato insieme a Mauro Pagani e a un allora emergente talentuoso arrangiatore come Conny Plank. È un pezzo pop-rock dal ritmo irresistibile, con un ritornello che resta in testa e un videoclip, firmato da Michelangelo Antonioni, che fa il giro del mondo, consacrando Gianna anche all’estero.

Ma l’album non si esaurisce qui: Se vai via mostra il lato più malinconico e intimista, Ciao esplora sonorità più sensuali, mentre Fiesta porta energia e leggerezza, diventando un altro dei momenti memorabili del disco. Gli arrangiamenti mescolano chitarre elettriche, tastiere e una sezione ritmica pulsante, per un sound che guarda alla rock internazionale senza dimenticare la melodia italiana.

Vale la pena citare anche l’attenzione ai testi: in Puzzle si parla d’amore e di libertà, di desiderio e solitudine, con un linguaggio diretto ma mai banale. Ogni brano è un tassello che, come nel titolo, compone l’immagine complessa e affascinante di Gianna Nannini come artista e come donna.

Gianna Nannini: da Siena all’Europa

Nata a Siena nel 1954, Gianna Nannini si avvicina presto alla musica, studia pianoforte e inizia la sua carriera nei tardi anni ’70. Con America (1979) e California (1980) attira l’attenzione della critica per la sua energia rock e la scrittura diretta, ma è con Puzzle che arriva il successo planetario.

Dopo questo album, Gianna diventa una delle artiste italiane più conosciute in Europa, partecipa a festival internazionali e inaugura una stagione di grandi tour, consolidando un’immagine di rocker libera, indipendente e senza compromessi. Negli anni successivi continuerà a innovare, collaborando con artisti di fama mondiale e affrontando temi personali e sociali con la stessa forza e autenticità che l’hanno resa celebre.

1984

Il 1984 è un anno di svolta per la musica mondiale: Prince pubblica Purple Rain, i Queen trionfano con Radio Ga Ga, mentre in Italia Vasco Rossi e Litfiba spingono il rock verso nuove sonorità. MTV è ormai un fenomeno globale e i videoclip diventano strumenti di comunicazione potentissimi.

Nel frattempo, il pop internazionale conquista spazi enormi con artisti come Madonna e Michael Jackson, mentre il rock comincia a fondersi con l’elettronica e le produzioni diventano sempre più sofisticate. In questo panorama, Puzzle si inserisce come una delle poche produzioni italiane capaci di competere, per energia e qualità, con quelle internazionali, portando un tocco di femminilità e ribellione che lo rende ancora più unico.

Fotoromanza e non solo

Oggi Puzzle è ricordato come il disco che ha portato Gianna Nannini al grande pubblico, senza snaturarne la grinta e la personalità. Fotoromanza resta uno dei singoli simbolo degli anni ’80 italiani, e l’album ha aperto la strada a una carriera longeva e ricca di successi.

Ma c’è di più: con questo lavoro Gianna riesce a dimostrare che un’artista donna può imporsi in un panorama dominato da figure maschili, mantenendo intatta la propria autenticità. Puzzle diventa così un punto di riferimento per il rock italiano, ma anche per l’immagine della donna nella musica: libera, intensa, capace di raccontare emozioni e contraddizioni senza filtri. Ancora oggi, riascoltandolo, si ritrova quella miscela di energia e passione che lo ha reso immortale.

Della stessa artista:

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Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.
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