Ottobre in tavola: il mese che sa di funghi, zucca e castagne

Ottobre non è un mese qualunque: è il momento in cui la natura si veste di tonalità dorate, i boschi si accendono di rosso e di arancio, e l’aria frizzante invita a cercare calore attorno a una tavola imbandita. L’estate, con i suoi piatti freschi e leggeri, sembra già un ricordo lontano e ora i mercati si riempiono di frutti della terra più corposi, adatti a cucine ricche e avvolgenti. Passeggiando tra le bancarelle dei contadini, ci si accorge che l’autunno si manifesta prima di tutto con i suoi prodotti: montagne di zucche arancioni, cesti di funghi appena raccolti, grappoli d’uva che ancora raccontano la vendemmia, sacchi di castagne pronte per il fuoco.

Il cibo in ottobre interpreta una sintonia con un ritmo antico, fatto di stagionalità e tradizioni. Non c’è regione italiana che non custodisca un piatto legato a questo periodo: dalle polente fumanti delle Alpi ai dolci con la farina di castagne in Toscana e Liguria, dai risotti profumati di zucca in Lombardia ai piatti di zucca in agrodolce in Sicilia. È un mosaico gastronomico che unisce il Paese sotto un’unica atmosfera che abbraccia e scalda.

Gli ingredienti che raccontano l’autunno

La Zucca

Tra tutti i protagonisti della stagione, la zucca regna sovrana. Il suo colore vivo porta allegria, il sapore dolce conquista grandi e piccoli, la versatilità la rende ideale per primi piatti, contorni e persino dessert. Nei forni casalinghi viene tagliata a spicchi, cosparsa di rosmarino e servita come contorno profumato; nelle cucine più raffinate diventa vellutata cremosa con un filo d’olio e una spolverata di pepe nero. A Mantova, patria della zucca violina, il ripieno dei tortelli è un inno alla tradizione: amaretti, mostarda e parmigiano creano un equilibrio che solo l’autunno sa regalare.

I funghi

Autunno è sinonimo di funghi e in ottobre vivono il loro momento migliore. I boschi si popolano di cercatori esperti, pronti a riconoscere porcini, finferli e chiodini. In cucina sprigionano aromi intensi: trifolati con aglio e prezzemolo, diventano condimento perfetto per tagliatelle all’uovo o per un risotto cremoso; nelle zone montane, invece, si sposano con la polenta, piatto simbolo di convivialità. Il profumo dei porcini appena saltati in padella è uno di quegli odori che annunciano l’arrivo dell’autunno con certezza matematica.

Le castagne

Poi ci sono le castagne, forse l’alimento più evocativo del mese. Arrostite sul fuoco vivo, scoppiettano nelle padelle forate durante le sagre di paese, avvolgendo le strade di un profumo inconfondibile. Ma la castagna non si ferma al ruolo di spuntino: in passato era la base della dieta delle zone montane e oggi torna protagonista in zuppe, polente, torte e pani rustici. La farina di castagne, con la sua dolcezza naturale, regala piatti iconici come il castagnaccio, un dolce semplice che profuma di rosmarino e pinoli, simbolo di sobrietà contadina.

L’uva

L’uva, ancora legata al rito della vendemmia settembrina, arricchisce le tavole sia fresca che trasformata. In Toscana diventa schiacciata all’uva, dolce casalingo che profuma di mosto; in altre regioni si usa per frittelle o biscotti della tradizione. Il mosto stesso, ingrediente oggi riscoperto, dona un tocco unico a dolci e conserve.

Infine, le prime verdure invernali iniziano a fare capolino: cavoli, verze e broccoli entrano in zuppe e minestre fumanti, mentre la frutta autunnale – mele, pere e melograni – si trasforma in crostate, strudel e composte. È un’abbondanza che racconta un passaggio di stagione: dai piatti freschi e leggeri dell’estate a quelli più sostanziosi, capaci di accompagnare il freddo.

Ottobre ricette - una scodella da brodo con un azuppa di zucca con crema bianca, vicino alla tazza deipezzi di zucca gialla e una piccola zucca bianca
Foto di -Rita-👩‍🍳 und 📷 mit ❤ da Pixabay

Dalla polenta allo strudel: viaggio tra le regioni

Il bello dell’Italia è che ogni regione ha il suo modo di interpretare i prodotti di stagione. Ottobre diventa così una mappa di sapori, un viaggio che da Nord a Sud racconta differenze culturali e un patrimonio gastronomico unico.

Nord

Al Nord, il freddo anticipato invita a piatti sostanziosi. La polenta, in tutte le sue varianti, è la regina della tavola: morbida e fumante, si sposa con funghi porcini, concia di formaggi o sughi di carne che cuociono lentamente per ore. In Lombardia il risotto alla zucca conquista con la sua cremosità e il colore caldo, mentre in Piemonte i boschi portano in tavola tagliatelle ai funghi e zuppe rustiche. Le vallate alpine offrono piatti di selvaggina – cervo, capriolo, cinghiale – accompagnati da castagne o polenta. Nel Trentino-Alto Adige, invece, l’autunno significa soprattutto strudel di mele, dolce che profuma di cannella e racconta la storia di un territorio sospeso tra culture.

Centro

Scendendo verso il Centro Italia, i sapori diventano più decisi. In Toscana le pappardelle al cinghiale sono un’istituzione: pasta fresca e sugo di selvaggina cucinato lentamente, perfetto per le prime domeniche fredde. La ribollita, piatto povero a base di pane raffermo e verdure, è il manifesto della cucina contadina che non spreca nulla. In Umbria le zuppe di legumi si arricchiscono con castagne e funghi, mentre nel Lazio la zucca trova posto in piatti semplici ma gustosi, come la pasta al forno con zucca e formaggi.

Sud

Al Sud, ottobre non perde il legame con la freschezza ma lo declina in modo diverso. In Campania la zucca si frigge e si condisce con aceto e menta, dando vita a un piatto agrodolce che conquista per semplicità. I broccoli diventano protagonisti della pasta, spesso arricchita con alici o salsiccia. In Calabria e Basilicata le castagne trovano spazio in zuppe dolci-salate, mentre in Sicilia la zucca rossa si prepara in agrodolce, una tradizione che risale all’influenza araba. Qui ottobre è anche tempo di feste popolari legate al vino novello, che si accompagna a piatti ricchi di convivialità.

Dolci che sanno di bosco e di vendemmia

Non si può parlare di ottobre senza cedere al fascino dei dolci stagionali. In un mese che sa di raccolta e di camino acceso, la pasticceria tradizionale riflette l’anima rustica e calorosa della stagione.

Il castagnaccio rappresenta la semplicità fatta dolce. La farina di castagne mescolata con acqua e olio extravergine, arricchita da pinoli e rosmarino, diventa una torta bassa e profumata. È un dolce nato dalla necessità, oggi riscoperto per la sua autenticità. Ogni fetta racconta la vita delle comunità montane che vedevano nelle castagne una fonte preziosa di sostentamento.

Le mele, frutto principe dell’autunno, entrano in crostate casalinghe e soprattutto nello strudel. La sfoglia sottile, il ripieno speziato con uvetta e cannella, la croccantezza delle noci: un dolce che non ha bisogno di presentazioni e che, in Trentino-Alto Adige, diventa un simbolo identitario.

Accanto a mele e castagne, ottobre offre dolci legati al mosto. In molte campagne italiane si preparano frittelle d’uva, biscotti e ciambelle aromatizzate con il succo fermentato. Profumi che richiamano la vendemmia, momenti di festa collettiva che trovano eco ancora oggi nelle cucine di chi ama tramandare le ricette della nonna. E poi ci sono le marmellate: mele cotogne, pere e prugne che diventano conserve da custodire per l’inverno, una tradizione che resiste nonostante la vita moderna.

Feste popolari e riti del gusto

Ottobre è anche il mese delle sagre, momenti in cui le comunità celebrano i prodotti e le ricette simbolo della stagione. Le fiere delle castagne animano borghi di montagna: caldarroste fumanti servite nei cartocci di carta, vin brulé che scalda le mani, dolci rustici venduti ai banchetti. Sono feste che vanno oltre il cibo: custodiscono identità e memoria collettiva.

Lo stesso vale per il vino novello, che arriva sulle tavole a fine ottobre. Fresco, leggero, accompagna piatti autunnali e diventa protagonista di eventi e degustazioni. È un vino che racconta la gioia della vendemmia appena conclusa e porta con sé l’atmosfera di celebrazione.

Le tradizioni religiose e familiari completano il quadro. La festa di Ognissanti e la commemorazione dei defunti portano in cucina dolci simbolici: in Sicilia le “ossa dei morti”, in Lombardia il “pane dei morti”, in altre regioni biscotti speziati che accompagnano il ricordo. Sono ricette che uniscono sacro e profano, memoria e gusto, e che dimostrano ancora una volta quanto il cibo sia intrecciato alla vita delle comunità.

Un menù che sa di ottobre

Immaginiamo un pranzo capace di racchiudere i sapori del mese. L’antipasto potrebbe essere una bruschetta di pane casereccio con funghi trifolati e scaglie di pecorino, oppure un tortino di zucca dal cuore filante. Come primo piatto, un risotto alla zucca con una manciata di amaretti sbriciolati, oppure tagliatelle fresche ai porcini.

Il secondo trova la sua espressione nello spezzatino di manzo cotto lentamente e servito con polenta morbida, oppure in un brasato al vino rosso che porta in tavola l’essenza stessa dell’autunno. Per chi preferisce piatti vegetariani, un tortino di verze e patate gratinato al forno può sorprendere per semplicità e gusto.

Il dolce non lascia dubbi: un castagnaccio servito tiepido con un bicchiere di vin santo, o uno strudel di mele che profuma di cannella. È un menù che parla di stagione, di tradizione e di piacere autentico.

Tre ricette per tutti

A questo punto, non possiamo concludere senza darvi qualche idea per le vostre cene o pranzi.

Il profumo dei funghi sulle bruschette

La bruschetta non è solo un piatto estivo veloce: in autunno si veste di sapori più avvolgenti e diventa un ottimo spunto per la vostra tavola. Provate a tagliare a fette un buon pane casereccio appena sfornato, tostato per bene fino a farlo diventare croccante, e poi conditela con dei funghi saltati in padella in questo modo: mentre il burro e l’olio scaldano la padella, l’aglio sprigiona il suo profumo, e i funghi, con un leggero sfrigolio, rilasciano quell’aroma di bosco fino ad assumere quella consistenza morbida e profumata. Un filo di prezzemolo tritato e qualche scaglia di pecorino completano il quadro. (Ricetta completa su Giallo Zafferano)

Il risotto che sa di zucca e amaretti

In Lombardia, ottobre è il mese in cui la zucca diventa protagonista dei risotti. Tagliata a piccoli cubetti, si amalgama al riso con delicatezza, rilasciando dolcezza e colore. Alcuni lo arricchiscono con amaretti sbriciolati: la sorpresa croccante e la nota leggermente dolce contrastano con la cremosità del risotto, creando un equilibrio inatteso. Servito fumante, è un piatto che impegna davvero poco ma vi fa fare una gran bela figura. (Ricetta completa su Giallo Zafferano)

Brasato e vino rosso: il calore di una domenica d’autunno

Il brasato al vino rosso è una delle ricette che più rappresentano ottobre. La carne, scelta con cura, viene rosolata lentamente, mentre cipolla, carota e sedano rilasciando profumi che riempiono la cucina. Il vino corposo sfuma in padella e, con la cottura lunga, la carne si trasforma, diventando tenera e succosa. Polenta morbida o purè di patate sono il contorno ideale per una cena deliziosa. (Ricetta completa su Giallo Zafferrano)

Potrebbe interessarti anche:

Migliori ricette invernali facili e veloci da preparare

La Cucina friulana: dal San Daniele al Frico

Trentino Alto Adige: tra specialità gastronomiche e tradizioni di montagna

Valle d’Aosta: il gusto segreto delle delizie alpine

Cucina toscana: gusto, antichi segreti e passione in ogni boccone

Gloria Delbosco
Gloria Delbosco
Chef de rang, torinese dentro, da anni alsaziana d'adozione.. «nessun rimpianto, nessun rimorso», non solo in amore, ma soprattutto nella vita. La vita è fatta di occasioni, ed arrivano sempre nel momento giusto, lasciare tutto per ricominciare, per me questa è un’occasione. Faccio del mio lavoro la mia passione, vedere gli altri soddisfatti è come une vittoria. Lavorare in ristorazione non è sempre facile, o lo odi o lo ami, e per me è il lavoro più bello del mondo.
Logo Radio