Una valle dei dinosauri scoperta nel cuore della Lombardia

C’è un tempo remoto in cui le montagne della Lombardia non erano montagne, e la Valle di Fraele non era una valle alpina ma una distesa attraversata da animali che oggi vivono nei film di animazione e fantasy. Eppure, quei giganti sono vissuti davvero e oggi, tra Livigno e Bormio, quel passato lontanissimo riaffiora dalla roccia sotto forma di migliaia di impronte fossili: tracce silenziose, ma chiarissime, lasciate oltre 200 milioni di anni fa. È una scoperta che sorprende e affascina, perché trasforma uno dei paesaggi più iconici delle Alpi in un luogo di memoria profonda, dove la storia del Pianeta si intreccia con quella del territorio.

La portata del ritrovamento va ben oltre la curiosità scientifica. Cinque chilometri di pareti rocciose segnate da orme lasciate circa 210 milioni di anni fa raccontano un paesaggio completamente diverso da quello attuale: non montagne verticali, ma antiche piane di marea percorse da branchi di dinosauri erbivori. È come se il tempo avesse deciso di fermarsi, lasciando impressi nella roccia i passi di un mondo scomparso.

Il fatto che si tratti delle prime orme di dinosauro mai trovate in Lombardia e delle uniche a nord della Linea Insubrica rende la scoperta ancora più rilevante. Non solo per gli studiosi, che avranno materiale di ricerca per decenni, ma anche per il territorio, che si trova improvvisamente al centro di una narrazione scientifica di livello mondiale.

La scoperta

Nel cuore delle Alpi, all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio, in Valle di Fraele tra Livigno e Bormio – territori che ospiteranno alcune competizioni delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026 – è stato scoperto uno dei più importanti giacimenti di orme di dinosauri del Triassico a livello mondiale. La scoperta risale al settembre 2025, quando il fotografo naturalista Elio Della Ferrara ha individuato su estese pareti di dolomia, oggi quasi verticali, migliaia di impronte fossili riconducibili a dinosauri vissuti circa 210 milioni di anni fa. Le orme si estendono per quasi cinque chilometri, interessando numerosi affioramenti distribuiti su più crinali, e costituiscono il più grande sito di questo tipo nelle Alpi e uno dei più ricchi conosciuti al mondo.
 
Le analisi preliminari, condotte dal Museo di Storia Naturale di Milano in collaborazione con il MUSE – Museo delle Scienze di Trento e il Dipartimento di Scienze della Terra “Ardito Desio” dell’Università degli Studi di Milano, per conto della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio competente e in accordo con il Parco Nazionale dello Stelvio, indicano che la maggior parte delle tracce è attribuibile a dinosauri erbivori prosauropodi, antenati dei grandi sauropodi del Giurassico, che si muovevano in branchi numerosi su antiche piane di marea.
Si tratta delle prime orme di dinosauro mai rinvenute in Lombardia e delle uniche scoperte a nord della Linea Insubrica, uno dei principali elementi strutturali delle Alpi. Per densità, estensione e stato di conservazione, il complesso Plator–Doscopa rappresenta un sito di rilevanza scientifica straordinaria, destinato a impegnare geologi e paleontologi per decenni di studi.

L’arte del saper osservare

Colpisce anche l’origine della scoperta: non uno scavo programmato, ma lo sguardo attento del fotografo naturalista Elio Della Ferrara, capace di riconoscere in quelle forme sulla roccia qualcosa di straordinario. Un esempio concreto di come la conoscenza nasca spesso dall’osservazione e dalla passione, prima ancora che dai laboratori.

L’immagine di un uomo che appoggia la mano dentro un’impronta fossile rende immediatamente comprensibile la dimensione del ritrovamento. È un gesto semplice, ma potentissimo: mette in relazione diretta il presente con un passato lontanissimo, aiutando chiunque – anche senza competenze scientifiche – a cogliere la grandezza di ciò che è stato scoperto.

La valle dei dinosauri

La scoperta della ‘valle dei dinosauri’ nel territorio lombardo è senza dubbio eccezionale per la geologia e la paleontologia – commenta il Sindaco di Milano Giuseppe Sala –. Gli studi che proseguiranno a partire dal ritrovamento di queste orme permetteranno di conoscere meglio la storia del nostro Pianeta e del territorio in cui abitiamo. Sono fiero di sapere che al riconoscimento delle prime impronte di dinosauro e quindi della portata straordinaria di quanto il fotografo Della Ferrera ha immortalato abbia contribuito con grande competenza anche il Museo di Storia Naturale di Milano, grazie allo sguardo attento ed esperto del paleontologo Dal Sasso. A poche settimane dall’apertura delle Olimpiadi e Paraolimpiadi Invernali Milano Cortina 2026, questa scoperta accende un’inattesa quanto affascinante luce sulle montagne della Lombardia”.

Per l’assessore alla Cultura, Tommaso Sacchi, “questa scoperta straordinaria rappresenta un motivo di orgoglio non solo per la comunità scientifica, ma per tutta Milano e la Lombardia. Il lavoro svolto dal Museo di Storia Naturale di Milano, grazie alla competenza dei suoi ricercatori e alla collaborazione con le istituzioni territoriali, dimostra ancora una volta il valore della nostra città come centro di eccellenza nella ricerca e nella divulgazione scientifica. Ritrovamenti di tale rilevanza sono rarissimi e aprono nuovi scenari per la conoscenza della storia del nostro territorio. Sosterremo con convinzione il lavoro di studio, tutela e valorizzazione di questo sito, affinché possa diventare un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni, ricerca e territorio, e un’eredità culturale per le generazioni future”.

Le parole delle istituzioni sottolineano l’orgoglio e la responsabilità che accompagnano una scoperta di questo tipo: studiare, proteggere e valorizzare il sito senza snaturarlo. La sfida sarà proprio questa: trasformare un patrimonio scientifico eccezionale in un’occasione di conoscenza condivisa, rispettando l’ambiente che lo ha custodito per milioni di anni.

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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”
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