La rivalità tra Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini è una delle più affascinanti nella storia dell’arte e dell’architettura barocca. Due artisti, attivi nella Roma del XVII secolo, che si distinguono per il talento e l’innovazione nel plasmare la città, rendendola la capitale del Barocco.
Nonostante condividessero il “fuoco” dell’arte e qualche volta abbiano anche collaborato le loro profonde differenze di carattere e di approccio artistico li portano ad un’accesa rivalità che influenza profondamente le loro opere. Roma fa da sfondo e rende ancora oggi, con le loro opere, testimonianza eterna a due geni opposti ma complementari.


Bernini e Borromini. Due personalità a confronto
Bernini, nato a Napoli nel 1598, è figlio d’arte sostenuto da mecenati influenti. Di carattere brillante e sicuro di sé, gode di grande popolarità tra i potenti di Roma, tra cui il papa Urbano VIII, che lo vuole come principale architetto e scultore della città. Le sue opere hanno una forte teatralità e una grazia classica che catturala perfezione dell’umanità. Il suo approccio estetico come ad esempio nella scultura l’estasi della Santa Teresa, esprime una profonda emotività e la capacità di “dare vita alla pietra” (Hibbard, Bernini, 1965).


Borromini, invece, nato a Bissone, vicino al lago di Lugano, nel 1599, è di carattere introverso e controverso, spesso solitario e perfezionista fino all’ossessione. Più concentrato sull’architettura pura e sulla sperimentazione strutturale. Le sue opere si distinguono per un’originalità audace, fatta di forme curve, giochi di luce e un’innovazione che rompe con le regole classiche. Un esempio è la chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane, che utilizza forme ovali e motivi ondulati, creando un effetto di movimento e dinamismo che rappresenta il vero spirito del Barocco.


Collaborazione e Scontro per la Basilica di San Pietro
Inizialmente, Bernini e Borromini lavorano insieme. Infatti entrambi partecipano alla costruzione della Basilica di San Pietro, con Bernini come capomastro e Borromini come assistente. Tuttavia, quando Bernini riceve la commissione per il Baldacchino di San Pietro, Borromini critica apertamente le scelte del collega, considerandole troppo classiche e poco innovative.
Questo episodio è il primo di una serie di dissapori. Bernini, sostenuto da una rete di potenti amici e protettori, riceve le commissioni più prestigiose, mentre Borromini spesso rimane nell’ombra. La disparità di trattamento tra i due porta Borromini a un profondo risentimento, alimentando un contrasto che non è solo personale, ma anche estetico.


I “Giochi di Specchi” nella Casa dei Filippini
Bernini e Borromini collaborano inizialmente alla costruzione della Casa dei Filippini a Roma, ma le tensioni tra i due sono evidenti sin da subito. A un certo punto, Bernini accusa Borromini di aver progettato una scala poco funzionale. Borromini risponde rimproverando Bernini di interferire con il suo lavoro e, da quel momento, la loro collaborazione si incrina definitivamente.
Pare che Borromini abbia poi inserito alcuni specchi strategicamente nella Casa dei Filippini per mettere in risalto alcuni dei suoi dettagli architettonici, quasi a dimostrare “silenziosamente” la sua abilità a chiunque entri nell’edificio.


Il Confronto Architettonico: Piazza Navona e Sant’Ivo alla Sapienza
Uno dei confronti più celebri tra Bernini e Borromini è visibile a Piazza Navona. Bernini è incaricato di realizzare la Fontana dei Quattro Fiumi, al centro della piazza, mentre Borromini progetta la chiesa di Sant’Agnese in Agone, affacciata sulla fontana. La leggenda vuole che Bernini rappresenti una figura della fontana con il braccio alzato per proteggersi dalla chiesa di Borromini, come a simboleggiare il suo disprezzo per l’opera del rivale.


Un altro esempio della genialità di Borromini è la chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza. Con la sua facciata convessa e concava e la spirale che culmina nella lanterna, la chiesa dimostra un’inventiva e una sensibilità alle forme architettoniche che la rendono unica. Bernini invece è noto per la sua capacità di meravigliare con la grandiosità e la teatralità delle sue opere. Pensiamo al Colonnato di San Pietro che avvolge la piazza in un simbolico abbraccio.


Eredità della Rivalità
L’antagonismo tra Bernini e Borromini spinge entrambi a superare i limiti dell’architettura dell’epoca. Se Bernini porta il barocco verso un’elevata eleganza e un trionfo di effetti visivi, Borromini esplora nuove forme strutturali e oltrepassa le convenzioni architettoniche del tempo. La loro rivalità non si traduce mai in un vero scontro, rimane una competizione di idee e di visioni. La diversa fine dei due racconta la complessità dei loro caratteri. Bernini gode di un lungo successo, Borromini cade in una profonda crisi esistenziale, fino a togliersi la vita nel 1667.


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