Caccia al tesoro su scala mondiale: il fenomeno degli Space Invaders

Avete mai pensato a quanto sarebbe bello se esistesse una caccia al tesoro su scala mondiale?

Qualcosa che leghi tra loro tutti i paesi del mondo in un unico filo conduttore e permettesse a tutti di partecipare ad un unico grande gioco globale, come una caccia al tesoro?

Ebbene, questa caccia al tesoro esiste!

Quando si visita un paese, una regione, una città, soprattutto se si ha poco tempo a disposizione, è facile che il viaggio si trasformi in una ricerca del tipo “ce l’ho – ce l’ho – manca”.

Una figurativa caccia al tesoro che ci porta a collezionare fotografie di luoghi e monumenti mainstream sui quali spesso finiamo per non concentrarci veramente, in ogni caso non quanto dovremmo.

Ecco, quella di cui vi voglio parlare non è questo tipo di caccia al tesoro.

La “caccia” agli Space Invaders è altro, è un fenomeno che non segue per forza i sentieri battuti e che permette di fare una conoscenza molto più intima delle città che si visitano, soffermandosi su dettagli dei quali normalmente non ci si accorgerebbe e ritrovandosi in luoghi nei quali altrimenti molto probabilmente non si passerebbe nemmeno.

Cosa sono gli Space Invaders?

La Caccia al tesoro nel videogioco Space inveders, schermata degli anni 80
Il videogioco ‘Space Invaders’

Sicuramente molti di voi conosceranno il videogame Space Invaders, popolare negli anni ’80, nel quale un piccolo cannone che si sposta orizzontalmente nella parte bassa dello schermo spara agli alieni (gli Space Invaders, appunto) che gli si avvicinano spostandosi in verticale.

Ecco, ora immaginate che questi Space Invaders escano dello schermo per “invadere” le nostre città e che voi siate i “cacciatori” che devono trovarli… questo è lo spirito del gioco!

Attenzione, non sto parlando di qualcosa tipo l’applicazione ‘Pokemon Go’, nel quale l’esperienza è completamente virtuale e resa visibile unicamente tramite uno smartphone.

Gli Space Invaders sono assolutamente reali: si tratta di mosaici creati da un unico artista, il cui pseudonimo è, appunto, Invader, che li posiziona lui stesso nelle città scelte per le sue “invasioni”.

Invader è un artista contemporaneo che si dedica a questo tipo di street art dal 1998, quando il primo Space Invader è stato posato nell’11esimo arrondissement di Parigi.

La filosofia di base era quella di “liberare” l’arte dal contesto del museo tradizionale per proporla in luoghi che fossero alla portata di tutti e Invader ha scelto di farlo metaforicamente, liberando gli Space Invaders dallo schermo e rendendoli reali.

Il mosaico era chiaramente la tecnica più adatta per questa operazione, nella quale ogni tessera andava naturalmente a sostituire ogni pixel dell’immagine.

Gli Space Invaders della prima ora ricalcavano effettivamente, con più o meno variazioni, le forme dei loro cugini digitali del videogioco.

Col tempo però Invader ha deciso di sperimentare anche altre forme più complesse e non legate necessariamente all’immagine dei piccoli alieni, anche se questi restano il tema principale delle invasioni.

Dove si nascondono gli Space Invaders

La famiglia degli Space Invaders si è quindi arricchita di nuovi membri provenienti da mondi diversi: personaggi di altri videogiochi (super Mario, Kirby, Donkey Kong…), personaggi dei cartoni animati (la Pantera Rosa, Bugs Bunny, lo Stregatto…) e altri personaggi di fantasia (Spiderman, la principessa Leia, Frankenstein…).

Un pezzo del mosaico della caccia al tesoro dietro il centre Pompidou di Parigi, scorcio di via
PA_953 dietro al Centre Pompidou di Parigi

In più, l’immagine di molti Space Invaders deriva direttamente dalla città nella quale sono posati (a Versailles troveremo degli Space Invaders con la corona, nella soleggiata Malaga degli Space Invaders con gli occhiali da sole o con una birra in mano…) o dal nome della via che li ospita (a Parigi nella Rue des Dames troveremo un trittico di graziose fanciulle, nella Rue Jean Nicot uno Space Invader che fuma la pipa o ancora nella Rue du Caire una rappresentazione di piramidi e cammelli).

Il principio è molto semplice: quando ci si trova di fronte ad uno Space Invader lo si “flasha” tramite l’applicazione, che grazie ad un sistema di riconoscimento dell’immagine dettagliato e alla geolocalizzazione lo confronta con tutti gli Space Invaders del suo database e convalida o meno lo scatto.

Questa particolare forma d’arte si è trasformata in gioco nel 2014 con il lancio su smartphone dell’applicazione ‘Flash Invaders’.

Quando l’arte diventa ludica

La schermata nera con pallino rosso e l'immagine di un pezzo del mosaico della caccia al tesoro di Space invaders
L’applicazione ‘Flash Invaders’

Ad ogni Space Invader è attribuito un punteggio da 10 a 100 e il gioco consiste ovviamente nell’accumulare più punti possibili in modo da salire nella classifica generale, alla quale contribuiscono già più di 90.000 persone!

Ad oggi 78 città sono già state invase in tutto il mondo per un totale di 3778 Space Invaders.

Uno Space Invader è presente persino nell’ISS, la stazione spaziale internazionale che orbita a 400 km dalla superficie terrestre, nella quale è stato installato proprio dalla nostra Samantha Cristoforetti!

La caccia al tesoro, un gioco per viaggiatori

Insomma, avrete già capito perché Flash Invaders è il gioco ideale per ogni viaggiatore

Si può partecipare ovunque ci si trovi e condividere questa esperienza con persone provenienti da tutto il mondo.

Un altro pezzo della caccia al tesoro al planetario di Ravenna
RA_01 al planetario di Ravenna

Ma l’aspetto più interessante è quello del quale vi parlavo proprio all’inizio di questo articolo: cacciare gli Space Invaders permette di osservare davvero i luoghi nei quali ci si trova, senza limitarsi a vederli.

Per quanto mi riguarda, da quando partecipo a questo gioco, il camminare si è trasformato dall’essere un semplice mezzo per spostarsi da un luogo all’altro ad un’occasione di scoperta.

Se prima, visitando una città, il rischio era quello di cadere nella frenesia del voler vedere quanti più monumenti possibili nel minor tempo possibile, senza tanto soffermarsi sul contorno, giocando a cacciare gli Space Invaders vi accorgerete che avrete voglia di scoprire i luoghi in maniera più attenta e approfondita, e inevitabilmente questo vi darà l’occasione di scoprire posti nuovi e inaspettati: una piazzetta pittoresca e poco frequentata, un ristorante nascosto in una viuzza che non pensavate nemmeno esistesse, e via dicendo.

Una sorta di “slow trip” che, analogamente allo slow food nell’ambito dell’enogastronomia, incita a vivere il viaggio innanzitutto come un piacere e non solo come una corsa.

Se la lettura di questo articolo vi ha fatto venir voglia di cominciare a giocare a Flash Invaders e volete seguirmi nella classifica dell’applicazione, il mio nickname è MaffyTour… attualmente 61esima al mondo!

Mafalda Goveani
Mafalda Goveani
Ingegnere, organizzatrice di viaggi Dice di sé: Piemontese di nascita, ma parigina d’adozione. Ingegnere di professione, ma organizzatrice di viaggi per vocazione. Da piccola per divertimento costruivo castelli di sabbia in riva al Mediterraneo, qualche anno dopo per lavoro ho contribuito a costruirne di veri nella sabbiadel Deserto Arabico. Nel 2017 ho creato il blog MaffyTour, concretizzazione di un brand nato per gioco con degli amici dieci anni prima e sviluppatosi pian piano in un progetto che, unendo la mia passione per i viaggi e quella per la pianificazione, ha dato vita alla mia idea di “Ingegneria del Viaggio”.