Con Mi pare ieri (Edizioni Minerva), Ernesto Bassignano firma un’opera che si muove tra autobiografia, diario culturale e romanzo corale. È un viaggio lungo mezzo secolo di musica, teatro, politica e amicizie che hanno segnato la scena italiana, raccontato attraverso trentanove ritratti intensi e appassionati. Da Lucio Dalla a Roberto Benigni, da Gian Maria Volonté a Umberto Bindi, passando per Mariangela Melato, Flavio Bucci, Enrico Vaime e Mario Monicelli, il libro compone una sorta di affresco umano e artistico in cui le biografie individuali diventano specchio di un’epoca.
Come scrive Massimiliano Castellani nella prefazione, è “una mostra letteraria incendiaria come i cerini Minerva”, in cui Bassignano esercita “l’arte della memoria” con l’ironia di un giullare e la malinconia dell’ultimo chansonnier esistenzialista. Nel prologo autobiografico, l’autore si racconta con la franchezza di chi ha vissuto molte vite: pittore, cantautore, attivista politico, giornalista e conduttore radiofonico di culto con Ho perso il trend su Rai Radio 1. Figura eccentrica e mai pienamente allineata, “Bax” attraversa i decenni mantenendo una voce personale, caustica e poetica. Ogni ritratto è una tessera di un mosaico più grande, dove ricordi privati e storia collettiva si fondono. Il risultato è un libro che diverte e commuove, ma soprattutto interroga la memoria come gesto di resistenza e come forma di libertà artistica.
Un atto d’amore per una stagione irripetibile
Nel ricordo di Lucio Dalla, “nudo con le scarpe ai piedi che canta Itaca a una festa dell’Unità”, o in quello di Umberto Bindi, che gli tiene la mano chiedendo scusa “per la sua vita”, Bassignano mostra il suo talento di narratore empatico e disincantato. Mi pare ieri non è un semplice memoir, ma un atto d’amore per una stagione irripetibile della cultura italiana, quando la canzone d’autore, il cinema e la politica si sfioravano nei luoghi della controcultura. Con tono ironico e partecipe, Bassignano ricostruisce quel mondo dal basso, dalle periferie creative e dalle retrovie militanti, raccontando entusiasmi e delusioni con la stessa sincerità. Dietro la leggerezza dei ricordi si percepisce una tensione etica, la volontà di non lasciar cadere nell’oblio un patrimonio di idee, passioni e libertà espressive.
La scrittura, vivace e limpida, alterna confessione, satira e poesia, senza mai cadere nella retorica nostalgica. “La voglia di vedere un mondo nuovo non è passata”, scrive Bassignano, denunciando con amarezza lo svuotamento della cultura contemporanea, spesso ridotta a “paccottiglia televisiva”. Mi pare ieri diventa così anche una riflessione politica sul presente, un invito a riscoprire il valore della memoria come gesto civile e come strumento di conoscenza. Nelle sue pagine si ride, ci si commuove, ma soprattutto si riconosce un filo comune: quello di chi non smette di credere nella possibilità di una vita meno incattivita, più libera, più umana.


Ernesto Bassignano
Nasce a Roma il 4 aprile del 1946. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Roma, conosce Gian Maria Volontè e per tre anni fa, con il suo gruppo il “Teatro di Strada”, o di provocazione politica. Nel 1969 arriva anche al Folkstudio (lo storico locale nel cuore di Roma) e fonda con Giorgio Lo Cascio, Antonello Venditti e Francesco De Gregori“I giovani del folk”. Lavora per la direzione del Pci e comincia una serie infinita di Feste de l’Unità, campagne elettorali e ogni altro tipo di spettacolo politico in tutto il Paese. Nel 1979 entra nella redazione spettacoli de “Il paese sera” e fa il critico musicale fino all’89, anno della chiusura del giornale.
Pubblica alcuni libri tra cui “Canzoni, pennelli, bandiere e supplì” (che poi è il riassunto delle sue infinite esperienze culturali). Lavora per Radio Rai sino a che viene assunto al Gr1 nel 1991. Su Rai Radio 1, dal 1999 al 2011, ha presentato, insieme al giornalista sportivo Ezio Luzzi, la trasmissione di satira sociale Ho perso il trend. Dal 19 settembre 2011 Ernesto Bassignano conduce su Radio Città Futura la trasmissione Radio Bax, nel paese degli struzzi e, nella stagione 2012-2013, la trasmissione Rodeo insieme con Pierluigi “Piji” Siciliani. Oggi è in pensione, ma non hai mai dimenticato l’amata chitarra e di incidere un disco ogni tanto.
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