Anche la Liguria ha avuto il suo Lupin: il ladro che mise a segno il colpo del secolo. La sua storia in un podcast su RaiPlay
Ci sono storie che sembrano uscite dalle pagine di un romanzo d’avventura o da uno scenario cinematografico. E Renato Rinino, noto come il “Lupin della Riviera ligure”, è il protagonista di una di queste.
Classe 1962, Renato nasce e cresce a Savona, la città che fa da snodo tra il Piemonte e il mare.
grazie alla sua abilità innata nel compiere furti senza destare sospetti. La sua avventura nel mondo del crimine ha avuto inizio fin dai primi anni di scuola, anzi, dell’asilo, quando ha rubato una trombetta giocattolo, segnando l’inizio di una carriera criminale che avrebbe lasciato il segno.
Il crimine negli anni Settanta
Ispirato dai modelli criminali dell’epoca, Arsenio Lupin appunto, il suo stile è quello di rubare senza violenza. Ma sono anche i tempi dei “guerrieri della notte” e delle bande di quartiere che si contrappongono tra loro quando le luci gialle delle finestre si smorzano e mentre tutti vanno a dormire, fuori c’è un mondo da dominare.
Il contesto storico (parliamo degli anni Settanta) è caratterizzato, a livello criminale da due fattori: da un lato le lotte operaie contro il potere della classe imprenditoriale generano fazioni armate di matrice politica, dall’altro, la povertà che regna ancora in buona parte del Paese partorisce figli della fame e molti intraprendono la strada delle rapine. Restano nella storia gli anni tragici degli assalti agli uffici postali e alle banche, presi di mira da bande di rapinatori che altro non sono che i ragazzi del bar del quartiere. La maggior parte finirà uccisa sul campo o in galera, altri, inevitabilmente entreranno nel tunnel della droga. Come Renato Rinino.
Ladri si nasce
Cresciuto in un’epoca di bande giovanili a Savona, ha presto fatto parlare di sé nel sottobosco criminale locale, perpetrando piccoli reati contro il patrimonio. Tuttavia, la sua audacia ha raggiunto il culmine quando, all’età di otto anni, ha messo a segno il suo primo vero colpo, rubando un portafogli da una cabina balneare per soddisfare la sua passione per le biglie.
Nel 1974, a soli undici anni, finisce in carcere sulla nave scuola Nicolò Garaventa, una vera e propria “accademia” per giovani delinquenti, dove ha conosciuto alcuni dei più loschi personaggi del sottobosco criminale italiano.
Nonostante abbia lottato contro la dipendenza dalla droga e sia riuscito a liberarsene, Rinino non è mai riuscito a scrollarsi di dosso la sua vocazione criminale. Preferendo seguire la sua natura ribelle, ha continuato a dedicarsi ai furti e ai borseggi, considerandoli una sorta di “arte”. Il suo status di “ladro gentiluomo” è sottolineato dal fatto che, nonostante avesse ricevuto offerte per intraprendere una vita più onesta, ha sempre preferito rimanere fedele alla sua natura criminale.
Nonostante la sua vita criminale, Rinino ha dimostrato di avere un lato umano, come dimostra il gesto di restituire il maltolto a un anziano pensionato, lasciando il denaro rubato in una busta nella sua cassetta delle lettere.
La rapina più famosa del secolo
Tre decenni fa, ha compiuto una rapina che lo ha reso famoso in tutto il mondo: è penetrato nel Saint James Palace, dimora dell’allora principe Carlo d’Inghilterra, sottraendo alcuni gioielli della corona britannica.
Un colpo astuto, che solo un incoscente poteva mettere a segno. Forse una sfida, l’ennesima, che Rinino colge nella sua sovrapposizione con Lupin, il ladro più scaltro del mondo.
Sta di fatto che, incredibilmente, ci riesce.
Il Lupin della Riviera Ligure: il podcast
A partire dal 13 maggio, RaiPlay Sound presenta il podcast “Rinino, il ladro gentiluomo che derubò il principe Carlo”, prodotto dalla TGR Liguria.
In sette puntate, il podcast rivela la storia di Rinino attraverso testimonianze dirette di chi lo ha conosciuto, investigatori, giornalisti, amici e familiari. Utilizzando i materiali d’archivio delle Teche Rai, ogni episodio offre uno sguardo approfondito sulla vita di Rinino, un uomo che si definiva ladro di professione, ma sempre “gentiluomo”.
Con persino la scritta “Arsenio Lupin” sul serbatoio della sua Harley, Rinino ha vissuto una vita costellata di eccessi, passando metà del tempo dietro le sbarre. La sua storia ha avuto un epilogo tragico nel 2003, quando è stato ucciso per gelosia con un colpo di pistola.

