Il mondo è uno specchio; sorridi e ti sorriderà anch’esso

Ciao Margherita, ho scoperto quasi per caso questa tua rubrica e ti scrivo perché odio il mondo! Non mi sento capita da nessuno. In qualsiasi luogo io vada, qualsiasi persona io frequenti (lavoro, amicizie, ecc…) alla fine vengo delusa. Litigo con tutti per tutto. Gli altri sono ingiusti con me, mi trattano male. Ho 35 anni e non ho una vera amica; il ragazzo che frequento è assente e si fa i fatti suoi. Per i miei colleghi sono una pettegola antipatica. Non ti parlo del rapporto con mia madre che è fatto più da insulti che da altro. Come mai secondo te mi capita sempre di trovare persone del cavolo? Sono forse troppo buona per la schifezza che c’è nel mondo? Grazie, Daniela

Ciao Daniela,

non esiste un mondo schifoso. Esiste il mondo schifoso che noi ci creiamo attorno. E’ un po’ quello che un detto riassume nella frase “il mondo è uno specchio; sorridi e ti sorriderà anch’esso”.

Se ovunque tu vai litighi per tutto e con tutti, forse è il caso di osservare – con tranquillità e senza vittimismo – in primo luogo come tu ti poni nei confronti degli altri; se per caso, non sia tu ad innescare certi tipi di dinamiche che poi portano a litigi e rotture.

Forse – ma solo forse – la radice del problema è quella che tu intuitivamente citi nella tua mail: il rapporto conflittuale con tua mamma, figura primaria e dal cui rapporto formiamo poi  il modello di interazione con gli altri.

Capisco che è più facile e comodo dare la colpa agli altri che prendersi eventualmente una propria responsabilità, ma solo così si possono cambiare le cose.

Anche il tuo ragazzo; io non so se è “latitante per carattere” o se invece, proprio per evitare litigi con te o rimproveri o altro, non ti stia un po’ alla larga.

Io una volta ho rischiato di prendere un morso da un cane. I suoi canini sono arrivati a pochi centimetri dalla mia mano protesa verso di lui, perché lo volevo accarezzare. Ho subito pensato che fosse un cane cattivo. Poi ripensandoci, ho compreso di essere stata io a non aver rispettato i suoi spazi, i suoi tempi di contatto; per cui l’ho infastidito e lui ha cercato di ribellarsi. La volta dopo, infatti, mettendo a frutto gli accorgimenti giusti, siamo diventati amici!

Anche con gli esseri umani non funziona tanto differentemente. Prova a farci caso!

Buon cambiamento!

Margherita

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Margherita Fumero
Margherita Fumero
Attrice teatrale televisiva e cinematografica. Allieva di Macario, ha lavorato per anni in coppia con Enrico Beruschi. Tra le sue partecipazioni più famose: Drive In di Antonio Ricci e Camera Cafè nel ruolo della stagista Wanda. Dice di sè: Descrivermi? Io? Già è difficile descrivere una persona che si conosce da diverso tempo, figuriamoci se stessi, ma...ci proverò! Anche perché non è così scontato che un individuo si conosca in tutte le sue sfaccettature, nonostante sia in “compagnia di se stesso” da tutta una vita. Infatti, ci sono parti di noi che ci sfuggono, altre che sono sotterrate negli strati più profondi del nostro animo, oppure altre che semplicemente non vogliamo vedere. Io, complice il lavoro che faccio, ho dovuto scavare dentro di me, anche per fare arrivare al pubblico l'emozione che deriva dall'essere in una particolare situazione. In più – e lo dico per chi non conosce la mia formazione – ho frequentato l'Accademia di arte drammatica, non di “arte Comica”! Fu Macario che mi consigliò di dedicarmi al comico, attraverso la frase che cito in tutte le interviste dove mi chiedono dei miei esordi: “con quella faccia lì, devi far ridere”, mi disse. Tuttavia, non si deve pensare che essere attori comici significhi per forza conoscere solo il lato divertente della vita; anzi! Si dice che i più grandi comici della storia siano stati dei depressi; un po' come i clown che, in alcune scuole di mimo e recitazione, vengono presentati come personaggi in realtà tristi. Io, in realtà, a parte qualche triste e naturale accadimento – come quelli che la vita riserva più o meno ad ognuno di noi – non posso sicuramente dire che sia o sia stata una persona infelice. Al contrario: la mia “voglia di far ridere” deriva da quella serenità che ho sempre respirato in famiglia. Mia mamma Luisa era un po' come me: ironica, sorridente e con la battuta pronta. Il mio papà Gino era più riflessivo, più incline alla saggezza, ma sempre sereno. Io ho fatto un bel frullato di queste caratteristiche, ci ho aggiunto quello che la natura mi ha regalato attraverso il temperamento et voilà: signore e signori, questa è la Fumero! Una signora buffa ma dignitosa; un soggetto autoironico ma profondamente rispettoso degli altri; una donna che può interpretare mille personaggi, pur rimanendo sempre se stessa. Una persona che finge sul palcoscenico ma che è profondamente vera nella vita reale.