Katie, il thriller gotico di Michel McDowell

Katie è cresciuta per diventare una veggente assassina. «Katie contiene i miei omicidi più inquietanti ed è sicuramente il mio romanzo più crudele. Scriverlo è stato divertente. Da morire». commentava Michael McDowel che, anche in questo romanzo, si conferma uno specialista del romanzo di genere. Gotico e grottesco infatti scorrevano in lui come sangue nelle vene.

Neri Pozza Editore prosegue quindi l’operazione di ripubblicazione delle opere di McDowell, che prevede la pubblicazione di tutti i capolavori dell’autore di culto.

la copertina di Katie in stile gotico colori arancio grigio rosso e roro e una dona avvolta dalle fiamme
La vigilia del Natale 1863, nel pieno del conflitto tra Stati del Nord e del Sud, una bambina di nove anni, di nome Katie Slape, sedeva davanti al fuoco nelle stanze di uno squallido casermone di Philadelphia. Stava vestendo la sua bambola con scampoli di tulle, pizzo e lamé: tessuti di pregio, del tutto incongrui in quell’ambiente spoglio e cupo.
Il vento gelido di dicembre si insinuava nella canna fumaria e di tanto in tanto soffiava sbuffi di fuliggine su Katie e sulla bambola. Quando accadeva, la bambina sorrideva e la scuoteva per pulirla dalla cenere.
Seduta al tavolo della stanza c’era una donna sulla trentina, con rughe marcate sul volto e nessuna dolcezza negli occhi. Hannah Jepson stava badando a Katie mentre la madre, in arte Mademoiselle Desire, si esibiva sul palco dell’Olympic Theater. Il padre della bambina apparteneva al corpo genieri ed era impegnato a costruire le linee ferroviarie della Grand Army in Pennsylvania e nel Maryland, e a distruggere quelle dei sudisti in Virginia e nel Tennessee. Katie non lo vedeva da più di un anno.
Sul pavimento accanto a Hannah c’era una cassetta di legno, con otto cuccioli di barboncino che guaivano e grattavano le assicelle. Sul tavolo c’era una caraffa di liquore dei più scadenti. La donna riempì una siringa con il liquido nauseabondo, poi si mise un cucciolo in grembo e gli spruzzò l’intero contenuto in gola. Ripeté il processo con tutti i barboncini. I cani si strozzavano, dibattendosi nella sua presa ferrea e sputando un po’ di liquore sul suo grembiule, ma la maggior parte scendeva nei loro ventri gonfi.
«Perché lo fai?» chiese Katie.
«Ferma la crescita» rispose Hannah, laconica.
«E perché vuoi fermargli la crescita?» insistette la bambina.
«Per venderli alle signore della buona società» spiegò lei. «Sai, loro vogliono cani non più grandi di un cucciolo. A imbottirli di gin restano piccoli. Se sopravvivono» aggiunse, con un’alzata di spalle.

Anne-Geneviève Greuze - Child with a Doll dipinto a olio
Anne-Geneviève Greuze – Child with a Doll olio su tela

Katie, la trama

Quando Philomena Drax riceve una lettera dal nonno, caduto nelle grinfie della crudele famiglia Slape che mira ai suoi soldi, si precipita in suo aiuto. Ma non ha fatto i conti con Katie Slape, giovane selvaggia, ladra spietata, veggente assassina. Fra incendi, spettacoli di cabaret e due colpi di martello, le due si rincoreranno come in una danza macabra nell’America della Gilded Age. Perché nessuno sfugge alla furia di Katie.

I Protagonisti

Gli Slape

Da una parte ci sono gli Slape, una famiglia senza scrupoli con a capo John, il padre sempliciotto e violento, che durante la guerra ha lavorato come railway savage (i ferrovieri incaricati tanto di posare i binari per gli Alleati quanto di sabotare quelli dei ribelli).

Poi c’è Hannah, la sua nuova moglie (la prima, ha preso fuoco), una parassita viziosa e pigra, ma furba e con abbastanza buon senso da essere dannosa ed evitare di farsi scoprire. Per lei conta solo una cosa, il denaro. E poi c’è Katie, un incrocio tra Bellatrix Lestrange (Harry Potter) e Annie Wilkes (Misery non deve morire), una bestia, più che una ragazza. Ma ciò che la rende totalmente incontrollabile (a parte la sua passione per coltelli e martelli) è la sua soprannaturale capacità di penetrare i segreti di chiunque, di leggere (senza necessariamente capire) il futuro e di sapere tutto, assolutamente tutto degli altri.

I Drax

Dall’altra parte ci sono i Drax, i poveri Drax: con Mary, la sarta, che ha lavorato per tutta la vita con l’ago in mano senza ottenere nulla se non un mutuo sulle spalle, gli occhi stanchi e la minima preoccupazione che si trasforma in una catastrofe insormontabile.  Il matrimonio con il defunto Tom Drax, contro il parere della famiglia, l’ha allontanata dal padre, Richard Parrock, e dalla sua fortuna, che sarebbe stata molto utile. L’anziano, nonostante l’autostima disprezzata, è in grado di riconoscere i propri torti e la situazione in cui si trova ora, che lo costringe a chiedere aiuto alla nipote, Philomela Drax.

La giovane Phillo ha solo 18 anni, ma è intraprendente e coraggiosa, anche se un po’ ingenua a prima vista, e sa bene che probabilmente non salirà mai sullo stesso treno dei ricchi e famosi dei ricchi che la circondano. Questo non significa che si arrenda, ma al contrario, rimane all’erta, nel caso in cui si presenti un’opportunità o un giovane affascinate e ricco.

Michael McDowell (1950-1999)

foto da Neri Pozza

Nasce il 1° giugno 1950 a Enterprise, Alabama. Il suo settimo romanzo scritto e il primo ad essere venduto, The Amulet, è pubblicato nel 1979 e seguito da oltre trenta volumi aggiuntivi di narrativa scritti sotto il suo nome o con gli pseudonimi Nathan Aldyne, Axel Young, Mike McCray e Preston Macadam. Tra i libri più famosi il romanzo horror Southern Gothic The Elementals (1981), il romanzo a puntate Blackwater (1983), pubblicato per la prima volta in una serie di sei volumi tascabili, e la trilogia di libri “Jack & Susan”.

Molte le sceneggiature per la televisione, tra cui episodi per una serie di serie antologiche come Tales from the Darkside, Amazing Stories, Alfred Hitchcock Presents e Tales from the Crypt. Sue sceneggiature per Beetlejuice (1988) e The Nightmare Before Christmas (1993) di Tim Burton, così come la sceneggiatura per Thinner (1996). McDowell muore il 27 dicembre 1999 per una malattia correlata all’AIDS. Dopo la sua morte Tabitha King, moglie dello scrittore Stephen King, completa un romanzo incompiuto di McDowell, Candles Burning, pubblicato nel 2006.

Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte e Cultura. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla realizzazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva. Cura dal 2024 la.promozione della fondazione Sergio Bonfantini e dal 2021 la promozione della Fondazione Carlo Bossone. .Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “ del dottor Ravazzani. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Ha curato per il Comune di Collegno 2 mostre d'arte di respiro nazionale nel 2021 e nel 2022 con circa 90.000 visitatori. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".