Ken Follett e “The Century Trilogy”: un romanzo che attraversa il Novecento. Una saga che respira insieme alla Storia
Leggere The Century Trilogy di Ken Follett significa attraversare il Novecento con lo stesso battito del secolo. In tre volumi, La caduta dei giganti (2010), L’inverno del mondo (2012) e I giorni dell’eternità (2014), l’autore costruisce un affresco monumentale che segue cinque famiglie provenienti da diverse nazioni: gallese, inglese, americana, russa e tedesca. I loro destini si intrecciano con i grandi eventi che hanno segnato il mondo, dalle trincee della Prima guerra mondiale ai bombardamenti della Seconda, fino alla Guerra fredda e alla caduta del Muro di Berlino.
Ciò che colpisce non è solo l’accuratezza storica, ma la capacità di Follett di dare carne e voce a un secolo intero. Ogni personaggio porta sulle spalle il peso delle decisioni politiche, delle ideologie, delle rivoluzioni sociali. E allo stesso tempo vive passioni, dolori, amori, tradimenti: la Storia entra nelle case e nei cuori, senza mai apparire come semplice sfondo.
La scrittura che rende vicina la complessità
Follett possiede un talento raro: rendere accessibile ciò che spesso viene percepito come distante. Le pagine dedicate ai grandi eventi non hanno nulla di manualistico. Anzi, chi legge si trova immerso nelle lotte sindacali dei minatori del Galles, nelle aule parlamentari di Londra, nelle piazze travolte dal nazismo o nei vicoli divisi dal Muro di Berlino. Tutto appare vivo, tangibile. È il romanzo che si fa storia e la storia che si fa romanzo, in un continuo scambio che toglie peso all’una e dà profondità all’altro.
Molti lettori raccontano di avere imparato più sul Novecento da questi libri che da anni di studio, e senza sacrificare il piacere della narrazione. La precisione dei dettagli, dalle uniformi ai meccanismi della diplomazia, non soffoca mai la trama. Piuttosto, la nutre, rendendo ogni svolta più credibile e potente.
La caduta dei giganti: il secolo inizia tra speranze e tragedie
Il primo volume ci porta all’alba del Novecento, quando i destini del mondo sembrano ancora aperti e pieni di possibilità. Follett ci presenta Billy Williams, giovane minatore gallese che sogna un futuro diverso; Ethel, sua sorella, intraprendente e determinata nel farsi spazio come domestica nella casa aristocratica dei Fitzherbert, dove incontriamo Maud, contessa anticonformista che sfida il proprio tempo per amore del diplomatico tedesco Walter von Ulrich. Sullo sfondo compaiono anche i fratelli americani Gus Dewar, giovane consigliere del presidente Wilson, e Lev Peshkov, emigrato russo in cerca di fortuna. Con loro assistiamo alla catastrofe della Prima guerra mondiale e alle trasformazioni sociali che ne derivano: i sogni di emancipazione, i conflitti di classe, la promessa di un mondo più giusto.
L’inverno del mondo: resistere al buio del nazismo
Il secondo capitolo della saga si apre negli anni Trenta, quando nuove generazioni raccolgono l’eredità dei protagonisti del primo libro. Daisy Peshkov, americana frivola e ambiziosa, cerca un posto nell’alta società europea; Carla von Ulrich, giovane tedesca, osserva con dolore l’ascesa del regime nazista; Lloyd Williams, figlio di Ethel, combatte per la giustizia sociale e si troverà presto coinvolto nella guerra civile spagnola. Mentre Erik von Ulrich si lascia sedurre dalle ideologie di Hitler, la storia corre verso il secondo grande conflitto. Attraverso questi personaggi, Follett ci trascina nei bombardamenti di Londra, nei campi di battaglia di Stalingrado e nelle stanze dei leader mondiali, mostrando come la scelta tra libertà e oppressione ricada, ancora una volta, sulle vite di uomini e donne comuni.
I giorni dell’eternità: il mondo diviso in due
Il terzo romanzo ci porta nel cuore della Guerra fredda. Seguiamo George Jakes, giovane avvocato afroamericano impegnato nelle lotte per i diritti civili negli Stati Uniti, e le vicende di Rebecca Hoffmann, insegnante nella Germania Est intrappolata dietro il Muro di Berlino. Parallelamente, Cameron Dewar, nipote di Gus, si muove tra le ombre della CIA, mentre Dimka Dvorkin, funzionario sovietico, vive le contraddizioni di un impero in bilico. Gli anni Sessanta, Settanta e Ottanta scorrono tra rivolte studentesche, crisi nucleari e tensioni internazionali. Fino al 1989, quando la caduta del Muro segna il crollo simbolico di un’epoca. In queste pagine il Novecento arriva al suo epilogo, con una forza narrativa che unisce memoria storica e dramma umano.
Ken Follett, il narratore dei grandi affreschi
Nato a Cardiff nel 1949, Ken Follett ha saputo imporsi come uno degli autori più popolari e rispettati della narrativa internazionale. Dopo gli esordi nei thriller, con titoli celebri come La cruna dell’ago e Il codice Rebecca, ha conquistato un pubblico vastissimo grazie ai romanzi storici. I pilastri della Terra (1989) e Mondo senza fine (2007) hanno ridefinito il genere, trasformando le vicende delle cattedrali medievali in epopee capaci di affascinare milioni di lettori. Con la Century Trilogy, Follett ha alzato ancora di più l’asticella, scegliendo il secolo breve come palcoscenico e mettendo alla prova la sua abilità di intrecciare la Storia con la vita quotidiana.
Il risultato è una trilogia che non solo intrattiene, ma educa, emoziona e invita a riflettere. È letteratura popolare nel senso più alto del termine: accessibile, coinvolgente, ma mai superficiale.
L’eredità di una trilogia che parla a tutti
La forza di The Century Trilogy risiede nella sua capacità di mettere in dialogo le generazioni. Chi ha vissuto parte del Novecento ritrova ricordi e ferite, chi non lo ha conosciuto tocca con mano eventi che hanno plasmato il presente. Ogni volume diventa una porta d’ingresso a un’epoca, un’occasione per capire da dove veniamo e, forse, immaginare meglio dove stiamo andando.
Per questo, leggere Follett non significa solo seguire una trama ben costruita. È un’esperienza che restituisce dignità alla memoria storica, rendendola viva e vicina, senza mai rinunciare al ritmo e al respiro del grande romanzo.
Eppure, sorprende che un’opera di tale respiro non abbia ancora conosciuto un adattamento televisivo o cinematografico, a differenza di I pilastri della Terra e Mondo senza fine, diventati miniserie di successo. Forse il motivo risiede nella complessità di una narrazione che abbraccia un intero secolo e decine di personaggi intrecciati. O forse, semplicemente, il tempo di portare sullo schermo The Century Trilogy non è ancora arrivato. Nel frattempo, resta un’eredità letteraria che nessuna trasposizione potrà mai sostituire.
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