Negli ultimi giorni, il golfo di Trieste ha affrontato un problema ambientale significativo, l’invasione della mucillagine, ma la bora ha spazzato via tutto riportando il mare al suo splendore, Il fenomeno che si è manifestato con intensità preoccupante, ha finalmente lasciato il posto ad un mare pulito e, soprattutto, ha portato via il forte odore acre e fastidioso causato dalla mucillagine.
Purtroppo non si esclude la possibilità che l’evento si riverifichi nei prossimi giorni. La mucillagine si potrebbe riformare se le piogge che hanno caratterizzato il mese di giugno, dovessero tornare intese e frequenti.
La formazione di questo fenomeno non è circoscritto al solo golfo di Trieste ma è un problema che interessa tutto il mare Adriatico. Pur non incidendo sulla salute di cittadini e turisti, provoca comunque uno sgradevole odore ed è un ostacolo per la pesca locale e il turismo.
Cos’è la Mucillagine
La mucillagine è una sostanza gelatinosa prodotta da alghe microscopiche, come fitoplancton e cianobatteri. Questi organismi proliferano in condizioni particolari, quali alte temperature, scarso ricambio idrico e presenza di nutrienti in eccesso. Quando le condizioni sono favorevoli, la mucillagine si accumula in grandi quantità, formando aggregati vischiosi che galleggiano sulla superficie dell’acqua.
La composizione della mucillagine può variare, ma in genere contiene una miscela complessa di carboidrati, proteine, lipidi e altre sostanze organiche prodotte dalle alghe. Questi componenti conferiscono alla mucillagine una consistenza densa e appiccicosa, che la rende facilmente visibile a occhio nudo. La mucillagine può apparire come una massa biancastra, giallastra o marrone, che può ricoprire ampie aree della superficie del mare, rendendola torbida e sgradevole alla vista.
Il fenomeno della mucillagine è noto da decenni, ma la sua frequenza e intensità sembrano essere aumentate negli ultimi anni, probabilmente a causa del cambiamento climatico e dell’incremento delle attività umane che rilasciano nutrienti nell’ambiente marino. La proliferazione delle microalghe è favorita da condizioni ambientali particolari, come temperature elevate, presenza di nutrienti in eccesso (ad esempio, nitrati e fosfati), e scarso ricambio idrico. Quando queste condizioni si verificano simultaneamente, le microalghe producono grandi quantità di sostanze mucillaginose, che si aggregano formando le caratteristiche masse gelatinose.
Perchè si è verificato questo fenomeno?
Le forti piogge delle ultime settimane hanno provocato un aumento improvviso dei nutrienti trasportati dai fiumi che sfociano nell’Alto Adriatico. Questo eccesso di nutrienti, in combinazione con le alte temperature estive, ha favorito le fioriture di microalghe unicellulari. Questi eventi meteorologici estremi, sempre più frequenti a causa del cambiamento climatico, contribuiscono significativamente alla proliferazione della mucillagine.
Diverse attività umane contribuiscono alla proliferazione della mucillagine. L’agricoltura intensiva utilizza grandi quantità di fertilizzanti chimici, che contengono nutrienti come azoto e fosforo. Questi nutrienti, trasportati dai corsi d’acqua, finiscono nel mare e alimentano la crescita delle alghe. Anche le acque reflue urbane, spesso cariche di nutrienti e inquinanti, vengono scaricate in mare senza adeguati trattamenti.
Inoltre, le attività industriali possono rilasciare sostanze nutrienti e inquinanti nelle acque costiere. La combinazione di questi fattori crea un ambiente ricco di nutrienti, ideale per la proliferazione delle microalghe che producono la mucillagine.
Impatti ambientali preoccupanti
Anche se la bora ha spazzato via tutto, l’invasione della mucillagine ha effetti devastanti sull’ecosistema marino. Questo materiale soffoca i fondali marini, riducendo l’ossigenazione dell’acqua e danneggiando la fauna e la flora locali. Le piante acquatiche, come le praterie di posidonia, subiscono gravi danni a causa della mancanza di luce solare, essenziale per la fotosintesi. La diminuzione di ossigeno nell’acqua porta alla morte di molti organismi marini, incluse specie di pesci e invertebrati. Questo crea uno squilibrio nell’ecosistema, influenzando negativamente la biodiversità e la catena alimentare marina.
Inoltre, la decomposizione della mucillagine produce sostanze tossiche e gas nocivi, come l’ammoniaca e il metano, che aggravano ulteriormente la situazione ambientale. La presenza della mucillagine influisce anche sulla qualità dell’acqua, rendendola torbida e maleodorante, e sulla capacità di rigenerazione naturale dei fondali marini. Questi effetti a catena minano la resilienza dell’ecosistema marino e la sua capacità di adattarsi ai cambiamenti ambientali.
Cosa si può fare
Le recenti osservazioni indicano che il fenomeno della mucillagine nel mar Adriatico sta diventando sempre più frequente e grave. È imperativo che si adottino misure preventive per ridurre l’impatto delle piogge torrenziali e dell’inquinamento da nutrienti. Non si può sperare nella bora per risolvere il problema. Politiche di gestione delle risorse idriche e pratiche agricole sostenibili possono contribuire a mitigare il problema. Inoltre, una maggiore consapevolezza pubblica e un monitoraggio costante dell’ambiente marino sono essenziali per affrontare efficacemente questo problema.
La mucillagine rappresenta una sfida significativa per l’ambiente e l’economia dell’Adriatico. È essenziale intervenire tempestivamente e in modo coordinato per limitare i danni e preservare la salute del mare. Solo attraverso una gestione sostenibile delle risorse marine e una maggiore consapevolezza ambientale si potrà affrontare efficacemente questo problema.
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