La nautica italiana al #65Sn, tra record e nuove sfide

La nautica italiana non è soltanto sinonimo di passione per il mare e prestigio internazionale: è un vero e proprio motore economico che contribuisce in modo significativo al PIL e all’occupazione del Paese. Durante la presentazione milanese del 65° Salone Nautico di Genova è stata, infatti, illustrata la terza edizione dello studio The State of the Art of the Global Yachting Market, realizzato da Deloitte per Confindustria Nautica, un’analisi che ha restituito una fotografia chiara, con luci e ombre, delle tendenze a livello mondiale.

Lo scenario che ne emerge è duplice: da un lato la conferma di una crescita straordinaria registrata nel 2023, dall’altro i segnali di rallentamento che hanno contraddistinto l’anno successivo. Nel 2023 la cantieristica nautica globale ha toccato la cifra record di 34,8 miliardi di euro, con un incremento del 7,3% rispetto al 2022. Numeri impressionanti che confermano quanto la passione per la navigazione e l’investimento in imbarcazioni di lusso abbiano continuato ad attrarre capitali e interesse a livello planetario.

2023, l’anno dei record

I dati più recenti presentati da Deloitte e da Confindustria Nautica parlano chiaro: il comparto continua a crescere e a generare ricchezza, consolidando la sua posizione tra le eccellenze del Made in Italy. Nel 2023 la cantieristica nautica italiana ha registrato risultati da record, beneficiando del traino dei superyacht e della fascia premium del mercato. La leadership nazionale nel segmento degli yacht sopra i 24 metri ha confermato la capacità delle imprese italiane di imporsi non solo per i volumi, ma soprattutto per la qualità e l’innovazione.

Questo dinamismo si traduce in un impatto diretto sul lavoro. Migliaia di persone sono impiegate lungo la filiera, che non comprende soltanto i cantieri, ma anche l’indotto: fornitori di componentistica, artigiani specializzati, designer, professionisti del marketing e della logistica. La filiera nautica è estremamente articolata e richiede competenze che spaziano dall’ingegneria navale al design industriale, dalla meccanica alla digitalizzazione dei processi produttivi. Una catena del valore che contribuisce a mantenere viva la tradizione manifatturiera italiana, capace di coniugare innovazione tecnologica e abilità artigianale.

Non va dimenticato l’impatto sul turismo e sull’economia locale. Porti turistici, marine, alberghi, ristoranti e servizi collegati beneficiano in maniera diretta della vitalità del settore. Ogni nuova imbarcazione immessa sul mercato non rappresenta solo un oggetto di lusso, ma diventa il punto di partenza di un ecosistema che genera posti di lavoro e opportunità in tutta la Penisola. La Liguria, la Toscana e la Campania, regioni con forte vocazione marittima, sono esempi lampanti di come la nautica possa trainare interi territori.

I dazi statunitensi non fermano il Made in Italy

Se il 2023 è stato un anno da record, il 2024, però, ha segnato un cambio di passo. Lo studio di Deloitte segnala una contrazione del mercato complessivo di circa il 5%, percentuale che indica un anno di stabilizzazione con un leggero calo previsto a livello globale. Una contrazione che, pur non preoccupante in termini assoluti, segnala la necessità di strategie di adattamento che devono tenere conto delle tensioni geopolitiche e commerciali.

A pesare, potrebbero essere i dazi statunitensi, destinati a incidere in maniera significativa sulle imbarcazioni di piccola e media dimensione.

Eppure, non tutti i comparti reagiscono allo stesso modo: mentre il settore di base mostra un ridimensionamento, il segmento premium e quello dei grandi yacht restano in controtendenza. Le stime indicano per quest’area una crescita compresa tra il 5 e il 10%, a seconda delle fasce di mercato. Una dinamica che, ancora una volta, avvantaggia l’Italia, il cui tessuto produttivo è fortemente concentrato sui superyacht e sulle imbarcazioni di alta gamma.

Questa peculiarità rende il nostro Paese meno vulnerabile rispetto ad altri player internazionali, che basano le proprie produzioni soprattutto sulla fascia media. L’Italia, insomma, continua a giocare un ruolo da protagonista, grazie a una combinazione di artigianalità, innovazione tecnologica e capacità di interpretare i desideri di una clientela internazionale sempre più esigente.

La nautica italiana nel mondo

Sul piano internazionale, l’Italia mantiene un primato di cui andare fieri. La cantieristica italiana è leader mondiale per quota di mercato nei superyacht, e il marchio “Made in Italy” continua a essere garanzia di stile, qualità e affidabilità. È una posizione che non si conquista per caso, ma grazie a un costante investimento in ricerca e sviluppo, all’adozione di tecnologie innovative e alla capacità di formare nuove generazioni di professionisti. Proprio per questo, le iniziative legate alla formazione e all’orientamento dei giovani durante il Salone assumono un valore strategico: la sostenibilità del settore passa dalla trasmissione delle competenze e dalla capacità di attrarre nuovi talenti.

La voce del Presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi, riassume con forza questa prospettiva: “Il Salone Nautico Internazionale di Genova si conferma un appuntamento irrinunciabile per la nostra industria, un evento che testimonia la vitalità di un comparto che contribuisce in modo significativo all’economia italiana. Siamo leader mondiali nella produzione di superyacht, ma anche nella capacità di innovare e di rispondere alle sfide globali. Il nostro settore crea lavoro, genera indotto e valorizza il territorio, dimostrando quanto la nautica sia centrale per il futuro del Paese”.

Sfide complesse ma sostenibili

Le parole di Cecchi tracciano un quadro che va oltre le cifre: la nautica non è un settore di nicchia riservato a pochi, ma un pilastro che sostiene migliaia di famiglie e imprese. In un periodo in cui l’economia italiana affronta sfide complesse, il comparto dimostra resilienza e capacità di adattamento, rafforzando l’immagine dell’Italia come Paese che sa trasformare la propria tradizione in innovazione competitiva. Il futuro, secondo molti osservatori, sarà segnato da una crescente attenzione alla sostenibilità e alla digitalizzazione, due leve che potrebbero ampliare ulteriormente l’impatto economico e occupazionale del settore.

Parlare di nautica in Italia significa parlare di sviluppo, lavoro e identità nazionale. Il Salone di Genova, con la sua capacità di attrarre investitori, delegazioni estere e appassionati, diventa lo specchio di questa forza economica e culturale. Ogni edizione non solo celebra la bellezza del mare e delle imbarcazioni, ma mette in evidenza la concretezza di un settore che continua a dare molto al Paese, in termini di crescita e di opportunità.

Genova, fiore all’occhiello della nautica italiana

Il Salone Nautico di Genova non è soltanto un palcoscenico dove ammirare le eccellenze della cantieristica italiana e internazionale, ma anche un osservatorio privilegiato per capire le dinamiche economiche che muovono il settore della nautica.

Non è un caso che molte delle aziende presenti al Salone abbiano scelto proprio Genova per presentare in anteprima i loro modelli di punta, rafforzando così l’immagine del Made in Italy come marchio di eccellenza.

In questo contesto, le parole della Direttore Generale di Confindustria Nautica, Marina Stella, risuonano come un manifesto per il futuro del settore: «Parlo per questo di un Salone autorevole – costruito dalle aziende per le aziende e per questo è stato sempre in grado di affrontare anche le fasi economiche più difficili, di attrarre operatori e visitatori da tutto il mondo e di rafforzare ogni anno la proiezione globale della nautica italiana.

La nostra missione, come Associazione nazionale di categoria, è promuovere una visione che integri innovazione, sostenibilità e apertura internazionale. In questa direzione – prosegue Marina Stella –  si inserisce il piano di presenze di delegazioni internazionali organizzato con Agenzia ICE che porterà a Genova operatori e giornalisti da 35 Paesi e, Forum25, un calendario di eventi che ad oggi conta oltre 90 convegni e workshop, e che rappresenta un ampio contenitore di approfondimenti tematici sul settore e sulle leve per il rafforzamento della sua competitività, patrocinato dalla Commissione europea».

Forum 25

Il riferimento a Forum25 non è secondario: la manifestazione genovese, oltre a esporre le novità del settore, si conferma luogo di confronto e di elaborazione di strategie, con oltre 90 appuntamenti tra convegni e workshop. Un’agenda fitta che affronta temi cruciali come la sostenibilità, la transizione ecologica, l’innovazione tecnologica e le politiche di sviluppo del settore. La presenza di delegazioni provenienti da 35 Paesi, organizzata con il supporto di ICE Agenzia, garantisce un respiro internazionale e rafforza l’immagine del Salone come hub globale.

Guardando ai dati presentati e alle riflessioni dei protagonisti, appare evidente come la nautica non sia un settore isolato, ma uno snodo economico e culturale che incrocia i destini di altri comparti strategici: dal turismo al design, dalla tecnologia alla formazione. Per questo i numeri dello studio Deloitte non vanno letti solo come statistiche di settore, ma come indicatori della capacità dell’Italia di mantenere un ruolo di primo piano in un contesto competitivo complesso. La sfida, ora, sarà continuare a crescere in un mercato che cambia rapidamente, preservando al tempo stesso quell’equilibrio tra tradizione artigianale e innovazione che ha reso unico il marchio italiano.

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Fede il Comandante
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Dal mare viene la vita, e la sua a lui l’ha dedicata, navigandola con un semplice sandolino o con un maestoso gigayacht. “Comandante“ si, ma non prima di aver assaporato le gioie dall’essere prima mozzo, marinaio, nostromo e perché no, "serpante" (lavacessi n.d.r) Il mare il suo sorriso, la barca la sua favola, il porto la sua realtà, gli equipaggi la sua famiglia.
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