Le carrozzelle di Roma con licenze come i taxi

E’ vero che e carrozzelle (o botticelle) trainate dal cavallo sono un’immagine pittoresca che rimanda ad una Roma tipica della Città eterna, ma che ad oggi non è più perseguibile per via delle infrastrutture, delle condizioni delle strade e del traffico e, soprattutto per la intensa presenza di turisti. I cavalli subiscono una condizione di stress enorme, dalla fastidiosa presenza delle persone al brusìo continuo dei rumori della gente e del traffico, senza dimenticare le difficili condizioni a cui sono sottoposti per cavalcare il manto stradale. Un habitat decisamente non ideale che è una vera e propria condizione di cattività.

L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) chiede al Campidogliodi aprire una trattativa con il 17 titolari delle licenze per vetturini di botticelle (ognuna di esse collegata a due cavalli) affinché si convertano gli attuali permessi in licenze taxi o in licenze per mezzi elettrici con i quali continuare a trasportare turisti nel centro storico di Roma.

In questi giorni di estremo caldo, l’Oipa invita cittadini e turisti a segnalare ai vigili urbani al numero 0667691 (o ai numeri dei gruppi dei Municipi interessati alla violazione) e alle proprie guardie zoofile il mancato rispetto di quanto previsto dal Regolamento comunale sulla tutela degli animali, che dallo scorso anno ha reso permanenti le disposizioni delle ultime ordinanze annuali (v. delibera dell’Assemblea capitolina n.138/2023).

I diritti del cavallo

L’articolo 46 in particolare prevede che i cavalli che svolgono attività di trazione di vetture pubbliche non possono lavorare per più di sei ore al giorno e hanno diritto a pause adeguate di riposo tra un tragitto e l’altro, in estate da svolgersi all’ombra. I conduttori devono provvedere ad abbeverarli regolarmente, è vietato trasportare un numero di persone superiore a quello dei posti per i quali la carrozza è omologata, non a cassetta, e la sola andatura consentita è il passo.

È altresì proibito percorrere strade in salita fuori dalla zona a traffico limitato. È vietato far lavorare i cavalli dal 1° giugno al 15 settembre dalle ore 13 alle ore 17. In questo stesso periodo il divieto di far lavorare i cavalli è esteso dalle ore 11 alle ore 18 nelle giornate caratterizzate dai livelli di rischio 2 e 3 del bollettino giornaliero del “Sistema di allarme per la prevenzione degli effetti delle ondate di calore sulla salute”, specifico dell’area urbana di Roma, emanato dal Ministero della Salute.

Per segnalare le eventuali violazioni è importante fornire il numero identificativo della botticella e, se possibile, foto o video geolocalizzati e con l’orario in evidenza, consiglia l’associazione, promotrice anche di una petizione online che chiede al ministro Salvini lo stop ai veicoli a trazione animale su tutto il territorio nazionale.

logo della petizione
Le carrozzelle di Roma con licenze come i taxi

Abolite le botticelle!

In breve, l’Oipa chiede al ministro delle infrastrutture e del trasporti di farsi promotore di una riforma della legislazione nazionale che metta fuori gioco lo spettacolo pietoso di cavalli costretti ad arrancare sotto il solleone, a qualsiasi ora e a qualsiasi temperatura, o sotto la pioggia, o sull’asfalto bagnato. La vita dei cavalli dev’essere tutelata e lo Stato deve fare la sua parte per difendere ogni animale in quanto essere senziente.

L’Oipa, evidenziando come in tali casi il vetturino possa essere ritenuto responsabile a livello civile e penale per le lesioni riportate dalla donna, invita il ministro delle Infrastrutture e trasporti, Matteo Salvini, a dare seguito alla volontà della stragrande maggioranza dell’opinione pubblica che non vuole più vedere poveri cavalli costretti a trainare carrozze in strada, a qualsiasi ora, con qualsiasi tempo e con qualsiasi temperatura.

In Italia sono ormai poche decine i titolari di licenze in città come Roma, Firenze, Palermo, Messina e Pisa, fa notare l’Oipa, tuttavia le Amministrazioni locali, senza una previsione nazionale, non possono abolirle. Lo testimonia la vicenda di Roma, dove la delibera d’iniziativa popolare per l’abolizione delle “botticelle” e la loro riconversione, firmata da circa 10 mila cittadini, nel 2018 non passò per i pareri contrari dei Dipartimenti Ambiente e Mobilità poiché ritenuta in contrasto con la normativa nazionale (legge n. 21/1992).

La riconversione di tali licenze in licenze taxi non solo sarebbe opportuna dal punto di vista etico, sottolinea l’associazione, ma rappresenterebbe un segnale di sensibilità ecologica laddove si passasse alla trazione elettrica, così come è stato fatto nella Reggia di Caserta dove, dopo la morte tragica di un cavallo nell’agosto del 2020 per fatica e caldo, ha portato alla decisione di adottare una flottiglia di golfcar per il trasporto dei turisti.

Riconvertire le licenze

In Italia sono ormai poche decine i titolari di licenze in città come Roma, Firenze, Palermo, Messina e Pisa, tuttavia le Amministrazioni locali, senza una previsione nazionale, non possono abolirle. Lo testimonia la vicenda di Roma dove la delibera d’iniziativa popolare per l’abolizione delle “carrozzelle” e la loro riconversione, firmata da circa 10 mila cittadini, nel 2018 non passò per i pareri contrari dei Dipartimenti Ambiente e Mobilità poiché ritenuta in contrasto con la normativa nazionale (legge n. 21/1992).

La riconversione delle licenze delle carrozzelle in licenze taxi non solo sarebbe opportuna dal punto di vista etico, ma rappresenterebbe un segnale di sensibilità ecologica laddove si passasse alla trazione elettrica, così come è stato fatto nella Reggia di Caserta dove, dopo la morte tragica di un cavallo nell’agosto del 2020 per fatica e caldo, si è deciso di adottare per il trasporto dei turisti una flottiglia di golfcar. Un caso esemplare, da replicare a livello nazionale.

Firma anche tu la petizione

Lanciata una raccolta di firme dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) che chiede lo stop definitivo alle carrozze trainate da cavalli e a qualsiasi veicolo a trazione animale sulle strade d’Italia.

Le firme sono raccolte online, attraverso la pagina web del sito dell’associazione dedicata alla campagna, o attraverso il modulo che può essere stampato da chi voglia sostenere e diffondere la richiesta.

«Non sono pochi purtroppo gli incidenti che hanno causato la morte o l’infortunio di cavalli delle carrozzelle ed è per questo che ne chiediamo il divieto di circolazione», ricorda il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. «E anche il trattamento di questi animali ci preoccupa, poiché è difficile verificare se i cavalli siano sovraccaricati di lavoro e se abbiano riposo e cure adeguate. Alcuni Comuni hanno preso misure per regolamentare l’uso delle carrozze al fine di garantire il benessere degli animali e la sicurezza dei viaggiatori, regolamentazioni che possono includere limiti sulle ore di lavoro per i cavalli, requisiti per il riposo e per la cura veterinaria, nonché standard per la manutenzione delle carrozze stesse. Ma questo non basta: chiediamo allora, tutti insieme, che la legislazione riconsideri l’uso delle carrozze a trazione animale».

La petizione

Considerando il rinnovato articolo 9 della Costituzione e la normativa che tutela il benessere degli animali, l’Oipa Italia con questa petizione chiede al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, di vietare la circolazione di veicoli a trazione animale a livello nazionale con una modifica al Codice della strada e di abolire l’art. 1 comma 2b della legge n. 21/1992, riconvertendo le carrozze trainate da cavalli in taxi o in veicoli elettrici.

Carrozzelle con cavalli da tiro
Le carrozzelle di Roma con licenze come i taxi


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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”