L’intelligenza artificiale sostituirà il tuo medico di base? Arriva la Piattaforma di Intelligenza Artificiale a supporto dell’assistenza sanitaria primaria.
Ti sei mai chiesto come sarebbe se un computer potesse fare diagnosi al posto del tuo medico di base? Oppure, che fine farebbe il tuo fascicolo sanitario se fosse analizzato da un’intelligenza artificiale? E ancora: quanto ci possiamo fidare di un algoritmo per decidere quali farmaci assumere? Sono domande che oggi, più che mai, suscitano curiosità e anche qualche preoccupazione. L’IA sta rapidamente trasformando il panorama sanitario e ci invita a riflettere su come questa rivoluzione tecnologica cambierà la nostra vita.
Parliamo di uno scenario che non è più relegato alla fantascienza: in Italia, il programma Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale propone un ventaglio di obiettivi ambiziosi. Tra questi, ci sono le Case della Salute, il rafforzamento delle infrastrutture digitali e, soprattutto, l’introduzione dell’intelligenza artificiale per supportare i medici nella diagnosi e nella cura dei pazienti. Ma è davvero possibile che l’IA possa sostituire il medico di base? O è più realistico immaginare una collaborazione tra umano e macchina? Cerchiamo di fare chiarezza.
Reti di prossimità, strutture e telemedicina: un nuovo modello di assistenza sanitaria
Le Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale rappresentano una delle iniziative più importanti della Missione 6 “Salute” del PNRR. Questo programma mira a rivoluzionare il modo in cui i cittadini accedono alle cure, ponendo al centro il territorio e la vicinanza ai pazienti. L’obiettivo è creare una rete capillare di servizi sanitari che includa strutture come le Case della Salute, progettate per integrare medici di base, specialisti e professionisti sanitari in un’unica sede.
Oltre a migliorare l’accesso alle cure, queste reti puntano a potenziare l’uso della telemedicina, uno strumento fondamentale per garantire assistenza a distanza, in particolare per i pazienti cronici o residenti in aree isolate o impossibilitati a raggiungere l’ambulatorio. Si potranno ricevere visite o fare fisioterapia senza uscire di casa, semplicemente collegandosi in videochiamata.
Con l’integrazione di tecnologie avanzate, come l’intelligenza artificiale, si prevede di ottimizzare i processi di diagnosi, cura e monitoraggio, rendendo il sistema sanitario più efficiente ed equo.
Proprio in quest’ottica si inserisce un progetto particolarmente innovativo: la Piattaforma di Intelligenza Artificiale a supporto dell’assistenza sanitaria primaria.
Come precisa AGENAS (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali), questa piattaforma è pensata per aiutare il medico “nelle attività di diagnosi di base e nella successiva indicazione del percorso terapeutico di cura più appropriato, in un’ottica di medicina personalizzata“. Si rammenta inoltre che l’intervento è finanziato con fondi del PNRR (M6C1 sub-investimento 1.2.2.4) e ha l’obiettivo generale di supportare l’attività di diagnosi e cura dei medici impegnati nell’assistenza territoriale.
A seguito dell’aggiudicazione del dialogo competitivo attualmente in corso, la progettualità prevede una prima fase di analisi, progettazione e realizzazione che terminerà entro il 31 dicembre 2025. Successivamente, partirà una sperimentazione di almeno 12 mesi su 1.500 professionisti sanitari, con termine previsto per il 31 dicembre 2026 (Fonte AGENAS).
L’IA come supporto, non come sostituto
Prima di tutto, è importante sottolineare che l’IA non mira a rimpiazzare i medici, ma a supportarli. L’obiettivo principale è migliorare l’efficienza, ridurre gli errori e personalizzare le cure. Per esempio, sistemi avanzati di IA possono analizzare i sintomi riportati dai pazienti, confrontarli con database clinici e suggerire diagnosi o trattamenti, oltretutto in tempi straordinariamente rapidi rispetto alla ricerca manuale del medico.
Questo non significa che il medico venga escluso dal processo decisionale: l’IA fornisce raccomandazioni, ma la decisione finale spetta sempre al professionista sanitario, che valuta il contesto clinico e la situazione del paziente.
Diagnosi e prescrizioni: cosa può fare l’IA
L’intelligenza artificiale è pronta a diventare un prezioso alleato nel processo di diagnosi e trattamento, ma cosa può fare concretamente per affiancare i medici nella pratica quotidiana? Riassumendo per sommi capi, si può sintetizzare in questo modo:
- Diagnostica assistita: Sistemi basati sull’IA possono analizzare dati clinici e immagini diagnostiche per identificare patologie con una precisione sorprendente. Per esempio, alcune piattaforme sono in grado di rilevare anomalie in radiografie o TAC con velocità e accuratezza pari o superiori a quelle umane.
- Prescrizione di farmaci: Algoritmi di IA possono suggerire farmaci e dosaggi personalizzati in base all’anamnesi e alle condizioni del paziente, riducendo il rischio di interazioni farmacologiche o effetti collaterali.
- Monitoraggio a distanza: La telemedicina e il telemonitoraggio supportati dall’IA consentono ai medici di seguire pazienti cronici o fragili, intervenendo tempestivamente in caso di peggioramento delle condizioni.
Un progetto italiano ambizioso: la piattaforma di IA per l’assistenza primaria
In Italia, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS) sta lavorando per integrare l’IA nel sistema sanitario territoriale. Nell’ambito della Missione 6 “Salute” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), è stato avviato un progetto per sviluppare una Piattaforma di Intelligenza Artificiale a supporto dell’assistenza sanitaria primaria.
Questa piattaforma avrà il compito di affiancare i medici di base nelle attività di diagnosi e cura, con l’obiettivo di:
- Migliorare l’assistenza sanitaria territoriale, garantendo un accesso uniforme ai servizi su tutto il territorio nazionale.
- Ottimizzare i processi di presa in carico dei pazienti, in particolare per quelli cronici o con patologie complesse.
- Integrare dati clinici e strumenti di supporto decisionale per una gestione più efficace e personalizzata delle cure.
La gara per la realizzazione di questa piattaforma, pubblicata nel 2022 e prorogata fino al 16 dicembre dello stesso anno, ha un valore stimato di oltre 37 milioni di euro e coprirà un periodo di gestione fino al 31 dicembre 2026.
Quali sono i vantaggi per i pazienti e i medici?
Per i pazienti, l’intelligenza artificiale promette di rendere l’assistenza sanitaria più accessibile e personalizzata. Permette di ottenere diagnosi rapide e precise, di beneficiare di monitoraggi continui anche a distanza e di ridurre le disuguaglianze territoriali nell’accesso ai servizi sanitari. Dall’altra parte, i medici di base potranno avvalersi di strumenti innovativi che li aiuteranno a gestire diagnosi e terapie complesse, alleggerendo il loro carico di lavoro e migliorando la qualità delle cure grazie a una maggiore integrazione con altri professionisti sanitari e strutture territoriali.
Per entrambi, uno dei vantaggi più importanti è la riduzione del rischio di errore.
L’intelligenza artificiale può rappresentare un alleato prezioso per i medici, fornendo strumenti concreti per migliorare la qualità dell’assistenza. Ad esempio, un medico che si trovi davanti a un paziente con sintomi poco chiari può utilizzare un sistema basato su IA per analizzare rapidamente i dati clinici, confrontandoli con migliaia di casi simili e ricevendo suggerimenti su possibili diagnosi. Un altro caso pratico è l’interpretazione di immagini diagnostiche, come radiografie o risonanze magnetiche: piattaforme avanzate possono individuare dettagli minimi che potrebbero sfuggire all’occhio umano, come la presenza di un tumore in fase precoce.
Grazie alla capacità di analizzare i database mondiali in tempi straordinariamente rapidi, l’intelligenza artificiale sarà in grado di formulare immediatamente soluzioni sulla base di casi preesistenti e di formulare le possibili cure o farmaci, tenendo conto anche della sinergia o dell’interazione che potrebbero avere con le terapie in corso del paziente.
Inoltre, in situazioni di emergenza, algoritmi di IA possono suggerire trattamenti immediati basati sulle condizioni del paziente e sulla sua storia clinica, riducendo i tempi decisionali. Per i pazienti cronici, strumenti di telemonitoraggio integrati con intelligenza artificiale possono inviare notifiche automatiche al medico se i parametri vitali indicano un peggioramento, consentendo interventi tempestivi.
Questi esempi dimostrano come l’IA non sostituisca il medico, ma lo potenzi, permettendogli di dedicare più tempo all’ascolto e alla relazione diretta con il paziente.
Possiamo fidarci?
A tal proposito e, nello specifico, considerando il nostro Paese e l’Europa, AGENAS ha specificato i parametri sui quali si basano le garanzie di privacy e sicurezza, dedicando un’intera sezione alla questione nelle sue linee guida, rifacendosi alle indicazioni internazionali.
La Commissione Europa ha emanato una proposta di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio che stabilisce regole armonizzate sull’intelligenza artificiale e modifica di alcuni atti legislativi dell’Unione.
La proposta si basa sui valori e sui diritti fondamentali dell’UE e si prefigge di dare alle persone e agli altri utenti la fiducia per adottare le soluzioni basate sull’IA, incoraggiando al contempo le imprese a svilupparle. L’IA dovrebbe rappresentare uno strumento per le persone e un fattore positivo per la società, con il fine ultimo di migliorare il benessere degli esseri umani. Le regole per l’IA disponibili sul mercato dell’Unione o che comunque interessano le persone nell’Unione dovrebbero pertanto essere incentrate sulle persone, affinché queste ultime possano confidare nel fatto che la tecnologia sia usata in modo sicuro e conforme alla legge, anche in termini di rispetto dei diritti fondamentali.
IA e medico di base: una convivenza necessaria
Nonostante i progressi dell’IA, è importante ricordare che il medico di base rimane insostituibile per il suo ruolo umano ed empatico. La relazione medico-paziente è un elemento centrale nella cura, soprattutto per la gestione di aspetti psicologici ed emotivi che l’IA non può replicare.
Tuttavia, la collaborazione tra IA e medici promette di trasformare la sanità in un sistema più efficace, equo e tecnologicamente avanzato. Per questo motivo, più che una sostituzione, il futuro sembra orientato verso una sinergia tra uomo e macchina, con benefici per tutti.
Se l’IA sostituirà il medico di base? Probabilmente no. Ma è sempre più chiaro che sarà un alleato inevitabile e (forse) indispensabile per migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria nel nostro Paese e nel mondo.
Foto copertina di Free-Photos da Pixabay
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