Milano, sgomberato dopo 31 anni il Leoncavallo. Meloni: “In Stato di diritto no a zone franche”

(Adnkronos) –
Sgomberato oggi, giovedì 21 agosto, a Milano il centro sociale Leoncavallo occupato da 31 anni. Lo sfratto dell'immobile al 7 di via Watteau era stato inizialmente notificato per il 9 settembre prossimo, tuttavia si è deciso di anticipare i tempi e l'intervento è scattato dalle 9 di questa mattina. Sul posto sono giunti gli agenti della polizia di Milano, a supporto dell'ufficiale giudiziario per lo svolgimento delle operazioni di sgombero.  "In uno Stato di diritto non possono esistere zone franche o aree sottratte alla legalità. Le occupazioni abusive sono un danno per la sicurezza, per i cittadini e per le comunità che rispettano le regole", ha affermato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni su X. "Il Governo continuerà a far sì che la legge venga rispettata, sempre e ovunque: è la condizione essenziale per difendere i diritti di tutti", conclude la premier. "Lo sgombero del centro sociale Leoncavallo – sottolinea dal canto suo il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi – segna la fine di una lunga stagione di illegalità. Per trent’anni quell’immobile è stato occupato abusivamente. E al danno si è aggiunta la beffa: lo Stato costretto persino a risarcire i danni dell’occupazione. Oggi finalmente viene ristabilita la legalità. Il governo ha una linea chiara: tolleranza zero verso le occupazioni abusive. Dall’inizio del nostro mandato sono già stati sgomberati quasi 4.000 immobili, tra alloggi di edilizia residenziale pubblica ed edifici di particolare rilievo. Lo sgombero del Leoncavallo è solo un altro passo di una strategia costante e determinata che porteremo ancora avanti", assicura Piantedosi. Poco prima su X Matteo Salvini aveva scritto: "Decenni di illegalità tollerata, e più volte sostenuta, dalla sinistra: ora finalmente si cambia. La legge è uguale per tutti: afuera!". Occupato abusivamente dall'Associazione mamme antifasciste del Leoncavallo, al termine delle operazioni l'immobile è stato riconsegnato per la sua messa in sicurezza alla proprietà, la società 'L’Orologio s.r.l.'. Per l'occupazione, avvenuta nel settembre 1994, l’autorità giudiziaria aveva da tempo condannato gli occupanti. Dal 2005 vi sono stati numerosi tentativi di accesso da parte dell’Ufficiale Giudiziario, risultati infruttuosi. "Al riguardo – si legge in una nota della Prefettura di Milano – la società proprietaria aveva promosso anche un’azione risarcitoria per il danno subito dal ritardo nell’esecuzione dell’ordine giudiziario di rilascio dell’immobile occupato e da ultimo la Corte di Appello di Milano – Seconda Sezione Civile, con sentenza resa il 29 ottobre 2024, aveva condannato il Ministero dell’Interno al risarcimento del danno a favore della società proprietaria, nella misura di 3.309.150,00 euro (303.915,00 euro all’anno per gli ultimi dieci anni), nonché alle spese e agli interessi legali. L’esecuzione dello sgombero consentirà anche di evitare ulteriori azioni risarcitorie nei confronti dello Stato". "Ieri ero a Palazzo Marino, impegnato in incontri di lavoro. Ho delegato il vicecomandante della polizia locale in mia rappresentanza a partecipare al Comitato per l’ordine e la sicurezza che, come consuetudine, si tiene ogni mercoledì. In quella sede non è stato fatto cenno ad alcuno sfratto esecutivo del centro sociale Leoncavallo”, fa sapere il sindaco di Milano Giuseppe Sala. “Per un’operazione di tale delicatezza -continua Sala- al di là del Comitato, c’erano molte modalità per avvertire l’Amministrazione milanese. Tali modalità non sono state perseguite. Ho ricevuto stamattina dal prefetto la notizia”. L’intervento sul Leoncavallo, prosegue, “era sì previsto, ma per il 9 settembre. In considerazione di questa timeline ufficiale, come Comune avevamo continuato, con i responsabili del Leoncavallo, un confronto che portasse alla piena legalità tutta l’iniziativa del centro”.  E, “come sottolineato da alcuni quotidiani, si stavano valutando varie soluzioni a norma di legge, che potessero andare nel senso auspicato”. “Sono convinto, e l'ho già dichiarato in precedenza -avverte- che il Leoncavallo rivesta un valore storico e sociale nella nostra città. È la mia opinione, so che le mie parole non troveranno d’accordo tutti. A mio parere, questo centro sociale deve continuare ad emettere cultura, chiaramente in un contesto di legalità. Da anni e anni è un luogo pacifico di impegno”. E dunque, conclude, “confermo la volontà di mantenere aperta l’interlocuzione con i responsabili delle attività del centro sociale”. “La sfratto era stato programmato per il 9 settembre, ma sapevamo che l’anticipo sarebbe potuto succedere per pressioni politiche ricevute dal ministero dell’Interno”. Così Marina Boer, presidente dell’associazione Mamme del Leoncavallo. Alla fine di tutto, dice, “c’è molta delusione e amarezza; ora certamente ci rivolgeremo alla città per avere un riscontro e speriamo che non sia la fine. Certo -conclude- cercare un’alternativa logistica sarà molto difficile”. “Questo è stato un modo molto brutto e doloroso di concludere questa fase”.  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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