Eric Bana, un parco nazionale e un segreto da seppellire: benvenuti in Untamed

Nel panorama del thriller televisivo del 2025, Untamed si impone come una delle serie Netflix più viste: bastano pochi minuti nell’incipit per capirne il potenziale. Ambientata nel selvaggio Parco Nazionale di Yosemite (ricreato nelle foreste della British Columbia), la miniserie inizia con una caduta drammatica da El Capitan e inchioda lo spettatore con una scrittura che fonde tensione, paesaggio e introspezione.

Una trama che affonda nel cuore oscuro della natura

Kyle Turner, agente dei Servizi Investigativi del National Park Service, viene chiamato sul luogo del ritrovamento di una giovane donna caduta da una parete rocciosa. L’apparente incidente si trasforma presto in un caso misterioso con ferite compatibili con un colpo d’arma da fuoco. Il ritrovamento di un braccialetto lo riporta a un campo estivo di quindici anni prima, svelando una rete di segreti collegati al territorio di Yosemite e alla vita privata di Turner, segnato dalla perdita del figlio e da un matrimonio in frantumi.

Eric Bana: il detective selvaggio tra rito e redenzione

È Eric Bana a dare anima e corpo al personaggio di Turner, un uomo tormentato che lotta con il senso di colpa, l’alcol e una solitudine radicata nel silenzio dei boschi. Autoproduttore della serie, incarna un protagonista poco incline allo spettacolo, ma profondamente radicato nel trauma personale e nel paesaggio che indaga. Bana, noto al grande pubblico per ruoli iconici in film come Munich di Spielberg, Hulk di Ang Lee e Black Hawk Down, ha sempre alternato blockbuster ad opere più intime. In televisione, il suo ritorno da protagonista dopo Dirty John conferma la sua versatilità drammatica.

Al suo fianco troviamo Sam Neill, qui nei panni del capo ranger Paul Souter. L’attore neozelandese è noto a livello internazionale per ruoli come il Dr. Alan Grant in Jurassic Park, ma anche per numerose performance intense in film come The Piano o serie come Peaky Blinders. Il suo carisma sobrio conferisce al personaggio ambiguità e credibilità.

Lily Santiago, invece, dà vita alla giovane ranger Naya Vasquez, aggiungendo un’energia malinconica e combattiva. Dopo aver attirato l’attenzione nella serie La Brea, Santiago mostra qui una maturazione evidente, riuscendo a rendere tridimensionale un ruolo che poteva restare accessorio. La sua presenza sullo schermo è in netta ascesa.

Le domande più cercate su Untamed

Untamed è basata su una storia vera?
No. È una fiction, ma trae ispirazione da fatti reali: Eric Bana ha consultato agenti ISB e ranger per restituire autenticità alla storia e al contesto investigativo nei parchi nazionali.

Quante puntate ci sono e quando è uscita?
La serie è una miniserie Netflix di sei episodi, uscita il 17 luglio 2025 in tutto il mondo.

Chi ha ucciso Lucy?
Dietro la morte di Lucy si nasconde un intreccio emotivo che unisce passato e presente, colpa e protezione. Ogni personaggio sembra sapere qualcosa, ma nessuno dice tutto. E proprio quando credi di aver capito, la verità cambia forma. Il colpo di scena finale non è solo narrativo: è morale.

Ci sarà una seconda stagione?
Al momento Netflix non ha confermato un seguito, ma gli autori (Mark e Elle Smith) e il cast, compreso Bana, non escludono ulteriori casi ambientati in altri parchi nazionali. Il finale lascia spazio a un possibile sviluppo, nemmeno escluso dagli showrunner.

untamed - eric bana - un frame del trailer ufficiale

A chi parla (e a chi no) Untamed

Chi cerca un mistery psicologico con ambientazione naturale dirompente, contaminato da segreti personali e colpe rimosse, trova in Untamed un’opera che scava nel rapporto tra uomo e ambiente. La narrazione lenta ma coerente premia chi resiste ai cliché investigativi. Non è invece la serie adatta a chi preferisce ritmi serrati, scene urbane o storie prive di peso emotivo: qui la natura è oscura e opprimente, il protagonista segnato come la foresta che indaga.

Untamed rispetto ai cold case tradizionali

Diversamente da una classica serie che narra un caso per episodio, Untamed concentra tutto in una miniserie autoconclusiva: l’ambiente selvaggio non è solo sfondo, ma protagonista, con il parco che riflette l’anima tormentata dei personaggi. Analogamente a Dept. Q, l’indagine si intreccia alle ferite personali; la natura assume il ruolo di co-protagonista, creando un thriller che è anche riflessione sul destino, la memoria e il dolore. Anche qui i personaggi non risolvono solo il caso, ma affrontano un passato incombente.

Finale (no spoiler)

Con Untamed, Netflix propone un lupo solitario nel cuore della foresta: Kyle Turner non è un eroe tradizionale, ma un uomo che incarna fragilità e resistenza. E lo fa in un contesto naturale così potente da diventare voce narrante della crisi umana. Eric Bana regge la scena, e l’indagine sul caso di Lucy diventa occasione per riflettere sull’empatia, la responsabilità e la capacità dell’orrore di nascondersi proprio dove sembra impossibile. La serie si chiude con la sensazione che il parco sia più vasto di qualsiasi crimine.

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Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.
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