Un recente studio osservazionale francese che ha coinvolto centocinquanta oncologi, ha rivelato che il 50% di essi preferisce affidare i propri pazienti ad un medico esperto in omeopatia per affiancare le cure chimiche con medicinali che possano ridurne gli effetti collaterali. L’oncologia integrata rappresenta , quindi, un’opportunità per i pazienti.
Oncologia integrata
Obiettivo del Medico dovrebbe essere quello di migliorare la qualità di vita del soggetto con cui ha stretto l’alleanza terapeutica, indipendentemente dallo strumento che si utilizza. Ecco perché in ambito oncologico sarebbe utile che si diffondesse quella che viene definita oncologia integrata. Pensare a cure che sostituiscano la chemio e la radioterapia in questo momento è pura fantasia. Ma perché non considerare anche tutto ciò che il mondo del naturale può offrire?
Attenzione alle fake news
Questo non significa accettare acriticamente quello che si legge da varie fonti e per fare chiarezza diciamo subito che i clisteri di caffè non curano il cancro, come affermato su alcuni siti internet. La stessa cosa vale per l’acqua e limone o per una tisana, di cui per evitare inutile pubblicità, non faccio il nome commerciale, tradizionalmente usata dagli indiani d’America e resa nota da un’infermiera canadese. Si può usare come disintossicante, ma non diamo false speranze!
Lo zenzero
Prendiamo lo zenzero. Questa radice può essere utilizzata per contrastare la nausea ed il vomito, che sono degli effetti collaterali estremamente fastidiosi, che accompagnano il calvario dei pazienti oncologici sotto terapia. Ma non cadiamo nella facile tentazione di fare affermazioni non scientifiche e difficilmente dimostrabili, del tipo “lo zenzero è molto più potente di alcuni chemioterapici”. Così come è rilanciato in maniera eclatante sul web, riprendendo in maniera parziale e modificando uno studio pubblicato sulla rivista scientifica PLos One. Studio che si riferiva ad un derivato dello zenzero, ovvero il 6-shogaol e la sua azione in vitro e non in vivo.


Il “costo” di un “mi piace”
Ogni volta che scriviamo un articolo o riportiamo una notizia dobbiamo aver presente il possibile effetto che possiamo determinare nel lettore che, non avendo preparazioni specifiche può essere fuorviato. E intraprendere delle scelte pericolose per la vita. La divulgazione deve essere precisa, affidabile e non sensazionalistica. A volte per un “mi piace” in più si può essere tentati di dare troppa enfasi a contenuti che non lo meritano.
L’omeopatia
Meno di due anni fa, la rivista specializzata The Oncologist riportava uno studio effettuato su centocinquanta pazienti. Lo studio metteva in risalto quanto i medicinali omeopatici fossero in grado di migliorare la qualità di vita di soggetti affetti da carcinoma polmonare avanzato non a piccole cellule durante la chemioterapia.


Questa ricerca è solo una delle tante. Ogni giorno, infatti, abbiamo contezza di nuovi protocolli che possono essere affiancati a quelli chimici. Questo con l’obiettivo di ridurre i fastidiosi effetti collaterali, quali astenia, dolore, nausea, ansia, tristezza, diarrea. Questi medicinali possono anche essere utilizzati con successo per riportare in equilibrio la formula leucocitaria. In altre parole i vari componenti che caratterizzano i globuli bianchi, spesso alterati dai chemioterapici.
La micoterapia
Altra strategia di supporto estremamente efficace è data dalla micoterapia, ovvero i funghi medicinali. In tante tradizioni culturali questo tipo di terapia è presente da millenni. I più antichi reperti etno-micologici risalgono a 7000-9000 anni fa e riguardano le antiche popolazioni del deserto del Sahara. Inoltre un reperto archeologico scoperto nel 1991 sulle Alpi Tirolesi ha dimostrato quanto in tempi preistorici, i nostri antenati usassero questi frutti della terra non solo come nutrimento ma anche come terapia
Otzi, the ice man
Questo è il nome, che fu dato alla mummia ritrovata, attraverso la quale gli archeologi appresero numerose informazioni circa l’Età del Rame, periodo nel quale, l’uomo avrebbe vissuto. Ciò che maggiormente ha destato l’attenzione è il contenuto della borsa che Otzi portava con sé. Due pezzi di un fungo essiccato, dalle proprietà antibiotiche e antivermifughe: il Piptoporus betulinus.
Studi successivi hanno dimostrato che l’intestino di quest’uomo preistorico fosse infestato da uova di Trichiuris trichiura, un parassita responsabile di anemia e dolori intestinali. Quindi già 5300 anni fa erano note le proprietà terapeutiche dei micoterapici.


La dieta
Una delle ricerche più importanti, svolte in campo oncologico, ovvero lo studio EPIC, ha messo in correlazione oltre diecimila casi di tumori mammari ormono-sensibili insorti in 300 mila donne seguite per 15 anni con i grassi saturi di chiara origine animale. Questo, ovviamente, non significa diventare vegetariani, come grandi nomi della cultura e della medicina, ma almeno ridurre in maniera significativa l’apporto di proteine animali. Inoltre la componente francese della ricerca, ha stigmatizzato l’uso dei grassi trans di provenienza industriale, presenti in prodotti quali patatine e merendine.
Altre autorevoli fonti hanno evidenziatoil ruolo preventivo degli omega 3 (olio e semi di lino, noci, soia, poi gli altri legumi, vegetali a foglia verde e germe di grano), dei lignani (presenti in vegetali, frutta e cereali) e delle fibre.