Molte piante, nell’antichità, sono state legate a divinità o eroi della mitologia classica. Prendiamo in considerazione, ad esempio, le piante legate a colei che secondo Sofocle “ha tanti altri nomi. E’ morte, è forza indistruttibile, è frenesia furiosa, è desiderio ardente, è gemito”: Afrodite.
IL TIGLIO LE PROPRIETA’ TERAPEUTICHE DI UNA TRA LE PIANTE CONSACRATE AGLI DEI
Il tiglio, in base alle sue proprietà neurodistoniche, antispastiche ed ipnoinducenti può essere un valido contributo in casi di ansia, insonnia, distonie neurovegetative, eretismo cardiaco, colon irritabile ed ipertensione arteriosa di tipo lieve, prevalentemente legata allo stress. Spesso trova una eccellente sinergia con altre piante quali il biancospino e l’ulivo per ciò che riguarda le problematiche cardiocircolatorie ed il fico e il mirtillo rosso per quelle gastroenteriche. Sacra ad Afrodite, nell’antica Grecia, per l’aspetto ed il profumo che evoca la femminilità. Tra i popoli germanici, invece, era consacrata a Freia, la dea della fertilità.
Il poeta latino Ovidio racconta che Zeus ed Ermes, volendo constatare la disponibilità degli esseri umani, scesero sulla Terra cercando ristoro sotto mentite spoglie. Tra tutti gli uomini non trovarono nessuno disposto ad accoglierli. Nessuno ad eccezione di Filemone e Bauci, una coppia di anziani, che viveva in un’umile capanna. I due offrirono agli dei il pranzo e misero a disposizione il vino. Zeus per ringraziarli trasformò quella dimora in un tempio e loro divennero suoi sacerdoti, godendo ancora di lunga vita insieme. Alla loro morte furono trasformati: lui in una quercia e lei in un tiglio, ma uniti attraverso il tronco. Questo albero straordinario, ci racconta ancora Ovidio, fu venerato per secoli.
LA CALENDULA
Svariate sono le proprietà di questa pianta. Può essere utilizzata sia per via topica, per esempio in caso di ustioni, eritemi, acne, cheratosi della mano e del piede, callosità plantari, sia per bocca. In quest’ ultimo caso per regolarizzare le mestruazioni, in caso di dismenorrea, ma anche sfruttando i suoi principi amari anche in campo epato-biliare Si racconta che Ares, geloso del rapporto tra Afrodite ed Adone, mandò contro Adone un cinghiale che lo uccise. Altri miti riportano che fu lo stesso dio a trasformarsi in animale, mentre, secondo una versione diversa, la morte del giovane fu voluta da Artemide. Comunque la perdita del bellissimo ragazzo provocò in Afrodite una grande sofferenza, e le sue lacrime, toccando suolo, si trasformarono in fiori: le calendule.
Probabilmente è per questo motivo che gli antichi Greci rappresentavano il dolore utilizzando l’immagine di un giovane che teneva in mano questo fiore. Fino all’Ottocento le piante delle calendule hanno rappresentato il simbolo delle pene d’amore, della gelosia e della noia.
LA CAPELVENERE
Si tratta di una piccola felce dai piccioli delle foglie sottili come i capelli della dea. La pianta possiede proprietà emollienti, fluidificanti ed espettoranti, che la rendono un’ottima strategia terapeutica in caso di affezioni bronchiali. Spesso utilizzata per rinvigorire i capelli in caso di caduta o purificare il cuoio capelluto dalla forfora. Una curiosità: il suo nome botanico Adiantum, deriva dalla parola greca “adìantos” che significa “non si bagna”. Infatti la pioggia e la rugiada scivolano via e le sue foglie restano asciutte.
LA SCARPETTA DI VENERE
E’ un genere di orchidee diffuse nelle zone temperate. Note anche con il nome botanico cypripedium sono utilizzate per preparare l’essenza floreale californiana lady’s slipper, utile per far fluire in modo armonico l’energia in tutto il corpo. E’ l’essenza che consente di diventare consapevole delle proprie potenzialità, ed aiuta a prendere coscienza del potere personale che è celato dentro ognuno di noi. E’ un ottimo tonico che combatte la stanchezza e l’astenia sessuale.
AFRODITE
Ma a livello archetipale chi è Afrodite? E’ una donna forte e decisa, che ha il coraggio di scegliere i compagni e non subire le decisioni maschili. Ha il potere di mettere soggezione con la sua bellezza e bramosia. Nel mondo greco e latino è’ l’Amante, nell’accezione di colei che ama. In tempi successivi le religioni monoteiste ne hanno stravolto il significato, conferendole una marcata connotazione negativa dal punto di vista morale.
Afrodite ispira l’unione di due esseri, che nell’unione diventano un corpo ed un’anima unica, ma come sottolinea James Ogilvy perché ci sia una vera comunione ognuno dei due, deve conservare la propria identità. La meraviglia alchemica che Afrodite consenta sta nel lasciare che il due si trasformi nell’Uno, inteso come assoluto, trascendente, immanente.