Perchè il caffè costa più caro? L’espresso al bar diventerà un lusso?

Vi siete accorti che anche il caffè ha cambiato prezzo? Non parliamo del cappuccino al bar fighetto sotto l’ufficio (che ormai sfiora il costo di un brunch), ma anche del pacco da 200 grammi al supermercato, quello della marca “di fiducia”. Il caffè, che per molti di noi è una sacra abitudine, un rito quotidiano, o semplicemente il modo per restare in piedi fino alle 18, sta diventando sempre più caro. E non è solo un’impressione: ci sono motivi molto concreti, e anche piuttosto intrecciati, dietro questo aumento. Clima impazzito, mercati nervosi, guerre, speculazioni, nuove mode globali… la tazzina sembra piccola, ma dentro c’è un mondo. E adesso lo raccontiamo.

Espresso macchiato per favore, ma quanto costa?

Se il tuo portafoglio ha avuto un sussulto quando hai pagato 1,50 € un espresso, non sei solo. Il prezzo del caffè – sia al bar che al supermercato – sta aumentando in modo evidente. Non è una sensazione: è un dato di fatto. Secondo gli ultimi dati ISTAT, il costo del caffè al dettaglio è cresciuto del 15-20% nell’ultimo anno. Nei bar, in alcune città, si arriva anche a punte di 2 euro per un espresso. Non è un caso isolato e nemmeno una “moda” del momento.

L”aumento è una combinazione di fattori globali che, messi insieme, stanno facendo lievitare i prezzi ben oltre la tazzina.

Ma il caffè non viene prodotto nei soliti posti?

Sì, ma il clima sta giocando brutti scherzi. Paesi come Brasile, Colombia, Vietnam ed Etiopia, che da soli coprono gran parte della produzione mondiale, stanno vivendo stagioni sempre più imprevedibili. Troppa pioggia, troppa poca, gelate fuori stagione.

Il Brasile, che da solo produce quasi i due terzi del caffè mondiale, ha visto raccolti dimezzati in alcune regioni. Ma anche Colombia, Vietnam, Costa Rica e Honduras hanno dovuto fare i conti con un clima impazzito: lunghi periodi di siccità seguiti da piogge torrenziali. Il risultato? Meno resa, più incertezza, e un mercato che si agita come dopo dieci caffè.

Insomma: i raccolti ne risentono, e quando la produzione cala, il prezzo sale. È la regola base del mercato: meno offerta, più valore. Solo che in questo caso, la “regola” si traduce in un espresso che ti costa come un mini dessert.

espresso caffè - un sacco di tela pieno di caffè con la scritta product o f columbia
Perchè il caffè costa più caro? L’espresso al bar diventerà un lusso? – Foto di Julia da Pixabay

I trasporti c’entrano qualcosa?

Eccome. Il caffè, prima di finire nella tua tazzina, fa un lungo viaggio. Viene raccolto, lavorato, spedito, tostato, confezionato e distribuito. Ogni passaggio costa, e da qualche anno a questa parte quei costi sono aumentati quasi ovunque. Il prezzo dei container è salito alle stelle dopo la pandemia e, nonostante qualche miglioramento, i trasporti globali restano più cari di prima. Aggiungici carburante più costoso, ritardi nei porti e la solita burocrazia internazionale: ecco spiegata un’altra fetta dell’aumento.

A peggiorare le cose ci si sono messe anche le guerre in corso, che hanno cambiato le rotte storiche delle navi container e fatto lievitare i costi del carburante. Quando le merci devono fare il giro lungo – e lo fanno più lentamente – i prezzi alla fine arrivano anche sullo scontrino del tuo caffè.

Ma il barista ci guadagna di più?

Non necessariamente. Anzi, spesso è il contrario. I gestori dei bar si trovano a fronteggiare bollette salate, costi di affitto in crescita e stipendi (giustamente) più alti per il personale. Se il caffè costa 1,50 €, non significa che quel margine finisca tutto nelle loro tasche. In molti casi, devono semplicemente adeguare il prezzo per sopravvivere. E no, non è un’esagerazione. Il costo fisso di un bar è aumentato notevolmente, e il caffè – per quanto simbolico – non può restare a 1 euro per sempre.

In verità, ci sono alcuni clienti che meriterebbero un sovrapprezzo solo per le strambe richieste: caffè doppio macchiato in tazza grande bollente, un macchiatone (?), un marocchino senza nutella senza cacao con cannella con latte di soia poco schiumato in tazza bollente (giuro è davvero successo), un orzo in tazza piccola (che poi non è la tazza che si deve chiedere, ma la misura), di vetro con latte di mandorla a parte e schiumato pure. Poi c’è chi chiede anche un tè bollente con ghiaccio, contemporaneamente allo spritz con piattino aperitivo (tutto per una sola persona), ma questa è un’altra storia.

Scusate lo “svarione” da barista ma era un atto dovuto alla categoria dei baristi, anche se questa sarebbe una buona motivazione al perchè il caffè costa più caro.

L'espresso diventerà un lusso - una tazzina di caffè sotto la macchina espresso del bar
Perchè il caffè costa più caro? L’espresso diventerà un lusso? – Foto di Andrew Leinster da Pixabay

È colpa dell’inflazione?

Anche. L’inflazione è una specie di tassa silenziosa che pesa su tutto.

A inflazione già pesante si sono sommati costi energetici sempre più alti, come quello del gas, che pesa sulla tostatura industriale. Per le aziende, produrre caffè oggi significa spendere molto di più per tutto: dalle macchine che macinano fino alla lampadina accesa nel magazzino.

Materie prime, energia, trasporti, prodotti lavorati: tutto diventa più caro, un po’ alla volta. Il caffè non fa eccezione. La miscela che trovi sugli scaffali ha subito rincari, e lo stesso vale per capsule, cialde, macchinette. Non è solo il chicco a costare di più, è tutto il sistema che gira intorno alla tazzina.

L’Europa vuole caffè (più) pulito?

Forse hai sentito parlare del nuovo regolamento europeo contro la deforestazione, l’EUDR. In pratica, impone alle aziende che importano caffè di garantire che il prodotto non provenga da terre disboscate illegalmente. Una buona idea, giusta e necessaria, certo. Ma per molti paesi produttori – dove la burocrazia è un miraggio e i contadini sono lasciati soli – è un ostacolo difficile da superare. Il risultato? Meno caffè che entra in Europa, e prezzi che si alzano anche per questo.

Perchè il caffè costa più caro - nella foto una tazzina rossa rovescia dei chicchi di caffè su un mucchio di chicchi
Perchè il caffè costa più caro? L’espresso diventerà un lusso? – Foto di Adriano Gadini da Pixabay

Possiamo farci qualcosa?

Dipende. Possiamo scegliere di bere un caffè in meno, certo. Possiamo cambiare marca, optare per il caffè in grani invece che per le capsule (che sono spesso molto più care), oppure prepararlo a casa. Ma se sei tra quelli per cui il caffè al bar è un rituale irrinunciabile – una pausa, un momento per sé – allora c’è poco da fare: tocca accettare l’aumento, almeno per ora. Magari facendo pace con l’idea che pagare di più non è sempre uno scandalo, se serve a mantenere in piedi le attività locali e a garantire condizioni di lavoro più eque lungo la filiera.

Quindi il caffè è destinato a diventare un lusso?

Non esageriamo, ma potrebbe smettere di essere così “scontato” come lo era prima. Un tempo si diceva: “il caffè è l’unica cosa che non cambia mai”. Beh, quel tempo è finito. Ora costa di più, e probabilmente continuerà a farlo. Ma questo non significa rinunciare al piacere della tazzina. Significa solo guardarla con occhi un po’ più consapevoli. E magari sorseggiarla con un pizzico di gratitudine in più. Perché dietro quell’espresso c’è molto più di quello che pensiamo.

Anche il caffè che compriamo al supermercato è aumentato?

Eccome. Se hai notato che il tuo solito pacchetto di caffè costa un euro in più, non è un’impressione. I prezzi del caffè macinato, in grani, solubile e soprattutto delle capsule sono cresciuti anche oltre il 30% in alcuni casi, secondo le rilevazioni Nielsen. A pesare non è solo il costo del caffè verde, che, come dicevamo, è salito per motivi climatici e logistici. Ci sono anche i costi di imballaggio, i trasporti, e – sorpresa – la plastica e l’alluminio per le capsule, che sono diventati piccoli lussi da scaffale. I marchi storici hanno ritoccato i listini, ma anche i marchi economici hanno dovuto seguire a ruota. Insomma, il caffè casalingo non è più così conveniente come una volta.

Un altro fattore poco visibile ma determinante? Le speculazioni finanziarie. Le borse di New York e Londra decidono il prezzo del caffè crudo – non il contadino, non il torrefattore. E quando gli investitori fiutano l’affare, bastano poche scommesse al rialzo per far salire il valore dell’arabica o della robusta in tutto il mondo.

E se il mondo ne volesse sempre di più?

Un tempo erano quasi solo Europa e Americhe a contendersi i chicchi migliori. Oggi, anche paesi come Cina, India e Medio Oriente hanno scoperto il gusto (e il business) del caffè, e lo vogliono in quantità e qualità. In Cina, per esempio, le caffetterie spuntano come funghi, e non solo a Pechino o Shanghai: c’è una vera e propria “coffee wave” che sta conquistando anche le città più piccole. L’India, storicamente patria del tè, ha visto negli ultimi anni una crescita costante del consumo di caffè, soprattutto tra i giovani.

Il risultato? La domanda globale è esplosa, ma l’offerta non riesce a tenere il passo. Le coltivazioni sono sotto pressione, i raccolti altalenano, e i prezzi salgono. E, come ci insegnano i fondamentali dell’economia, quando c’è meno prodotto ma più richiesta… indovina chi paga la differenza? Esatto: tu, io, chiunque abbia voglia di una moka decente o di una pausa al bar. Il caffè non è (più) solo italiano: è diventato un bene conteso, e ogni tazzina vale un po’ di più anche per questo.

Cosa cambia per chi il caffè lo fa a casa?

Cambia il modo di sceglierlo. Sempre più persone stanno passando al caffè in grani, da macinare al momento, perché alla lunga risulta più economico e spesso anche più buono. Altri stanno abbandonando le capsule, troppo care e poco sostenibili, per tornare alla moka tradizionale, che – diciamolo – ha anche il suo fascino nostalgico. In molti casi si cerca il risparmio comprando in offerta o facendo scorte. Ma c’è anche chi ha deciso di investire in una macchina espresso domestica e si è creato il suo piccolo bar in cucina. Il rito del caffè a casa si sta trasformando in una vera e propria esperienza, complice anche il fatto che – a questi prezzi – berlo fuori tutti i giorni non è più una passeggiata.

Perchè il caffè costa più caro L'espresso diventerà un lusso - Zetatielle Magazine -
Perchè il caffè costa più caro – Foto di fancycrave1 da Pixabay

Chi beve più caffè al mondo?

Sorpresa: non siamo noi. Anche se l’Italia resta un’icona mondiale del caffè, non siamo in cima alla classifica dei maggiori consumatori. I veri campioni sono i paesi nordici: Finlandia, Svezia e Norvegia bevono caffè come se fosse acqua minerale, con consumi da 9 a 12 chili a testa all’anno. L’Italia si difende con circa 5,6 chili pro capite, ma ormai gli americani ci superano in volume: non tanto per il gusto (che spesso lascia a desiderare), quanto per la quantità. Bicchieri enormi, caffè a ogni angolo, e il fatto che siano i maggiori importatori mondiali dice già tutto.

Ma il dato davvero interessante arriva da chi fino a poco tempo fa non beveva affatto caffè. In Cina, il consumo è esploso negli ultimi anni: città come Shanghai o Pechino sono invase da caffetterie di ogni tipo, dalle grandi catene ai locali minimal con baristi hipster e blend ricercati. In India, patria del tè, il caffè sta conquistando soprattutto i giovani, nelle grandi città, tra università e coworking. Anche in Arabia Saudita e nei Paesi del Golfo si sta investendo sul caffè “moderno”, con torrefazioni locali, locali in stile europeo e una cultura sempre più attenta alla qualità.

Un dato curioso: negli ultimi vent’anni, la domanda globale di caffè è cresciuta del 35%. Una cifra enorme, che spiega bene perché ogni chicco oggi valga di più. Perché se mezzo mondo vuole la sua tazzina – e la vuole buona – il caffè diventa una risorsa contesa. E il prezzo sale, anche per chi il caffè lo beveva da sempre, magari con la moka sul fuoco.

Foto copertina da Pixabay

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Gloria Delbosco
Gloria Delbosco
Chef de rang, torinese dentro, da anni alsaziana d'adozione.. «nessun rimpianto, nessun rimorso», non solo in amore, ma soprattutto nella vita. La vita è fatta di occasioni, ed arrivano sempre nel momento giusto, lasciare tutto per ricominciare, per me questa è un’occasione. Faccio del mio lavoro la mia passione, vedere gli altri soddisfatti è come une vittoria. Lavorare in ristorazione non è sempre facile, o lo odi o lo ami, e per me è il lavoro più bello del mondo.
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