Il recente fatto di cronaca di Acerra ha di nuovo attirato l’attenzione sui pitbull, riportando in molte persone la paura verso questo cane che, per qualcuno è solo un pericoloso assassino, mentre sono in molti a considerarlo un fedele amico da compagnia. Chi ha ragione e chi ha torto? Può un animale essere un potenziale pericolo per la famiglia che lo accoglie o per la comunità? Il pitbull è geneticamente un animale pericoloso?
Origine e caratteristiche della razza
Il Pitbull, il cui nome scientifico è Canis lupus familiaris, è una razza canina che deriva dall’incrocio tra il Bulldog e diversi tipi di Terrier. Il suo nome completo è American Pit Bull Terrier (APBT) e ha origine nel XIX secolo, principalmente negli Stati Uniti, dove veniva impiegato per la caccia, la guardia e, purtroppo, per i combattimenti tra cani.
Fisicamente, il Pitbull è un cane di taglia media, con un corpo muscoloso, compatto e atletico. Ha una testa larga, occhi vivaci e mascelle molto potenti. La sua altezza varia tra i 45 e i 55 cm, mentre il peso si aggira tra i 15 e i 30 kg, a seconda della linea di sangue e del sesso. La sua intelligenza, forza e resistenza lo rendono un cane estremamente versatile, capace di eccellere in attività sportive e di protezione.
Un caso di cronaca: il tragico episodio di Acerra
Recentemente, un caso di cronaca nera ha riportato il Pitbull al centro del dibattito pubblico. Una bambina di 13 mesi è stata tragicamente uccisa ad Acerra e inizialmente la colpa è stata attribuita al cane di famiglia, un Pitbull. Tuttavia, le indagini successive parrebbero rivelare che la dinamica dell’incidente non sia quella inizialmente ipotizzata e che la responsabilità umana abbia , molto probabilmente, un ruolo determinante.
Questa vicenda ha riacceso le polemiche sulla pericolosità dei Pitbull, spesso dipinti come cani aggressivi e imprevedibili. Tuttavia, esperti di comportamento animale e veterinari ribadiscono che non è la razza a determinare l’aggressività, bensì l’educazione, il contesto familiare e le esperienze vissute dall’animale. Non è la prima volta che, in presenza di un incidente che coinvolge un Pitbull, l’opinione pubblica insorge contro questa razza anziché considerare le condizioni in cui il cane vive o è stato addestrato. Spesso la colpa ricade automaticamente sull’animale, senza un’analisi approfondita del caso.
La testimonianza del veterinario che attualmente ha in custodia il pitbull di Acerra, conferma che l’animale non manifesta un comportamento aggressivo e che si lascia gestire senza alcuna difficoltà. Il medico conferma anche che, a seconda del contesto e dello stimolo che ricevono, può, ovviamente, innescare un meccanismo di difesa nel cane. Per quel che riguarda il pitbull, non sono state riscontrate tracce ematiche sul cane, tracce che, invece, sono state riscontrate sul cane più piccolo.
Il Pitbull e i combattimenti tra cani
Uno dei motivi per cui il Pitbull è spesso associato alla violenza è il suo impiego nei combattimenti tra cani, pratica illegale ma purtroppo ancora diffusa. Nel passato, questi cani venivano selezionati per la loro resistenza al dolore e la loro tenacia nel combattimento, caratteristiche che li hanno resi obiettivi perfetti per chi organizza scontri clandestini.
E’ importante ribadire che il Pitbull non è naturalmente incline all’aggressività nei confronti dell’uomo. La sua reputazione negativa deriva dall’uso improprio che ne hanno fatto allevatori irresponsabili e criminali che lo hanno trasformato in un’arma. I cani coinvolti nei combattimenti vengono sottoposti a maltrattamenti, addestrati alla violenza e spesso cresciuti in isolamento, privati di interazioni positive con altri animali e persone. Tutto questo contribuisce a creare un comportamento aggressivo, ma è il frutto di un abuso e non di una predisposizione genetica.
Il lato oscuro degli allevamenti abusivi
Un altro grande problema legato alla diffusione dei Pitbull è rappresentato dagli allevamenti abusivi, spesso gestiti da persone prive di scrupoli che sfruttano questi animali esclusivamente a scopo di lucro. Recenti casi di cronaca hanno evidenziato la crudeltà di alcune di queste strutture, in cui i cani vivono in condizioni igienico-sanitarie spaventose, senza cibo né acqua, costretti in recinti tra i propri escrementi e privati di cure mediche essenziali.
Un caso emblematico è quello dell’allevamento abusivo scoperto in provincia di Monza, dove le guardie ecozoofile dell’OIPA hanno sequestrato sei Pitbull che vivevano in condizioni da incubo. I cani, cinque femmine e un maschio, erano denutriti, con piaghe da decubito sul corpo, costretti in recinti sporchi e privi di acqua. Un altro episodio, avvenuto a Borgo Ticino, ha portato al sequestro di decine di Bouledogue francesi allevati in condizioni altrettanto drammatiche. Le autorità hanno scoperto un sistema illegale di allevamento e vendita online, con cani stipati in piccoli recinti e trattati come merce da vendere al miglior offerente.
Questi allevamenti clandestini rappresentano un vero e proprio inferno per gli animali, privati di qualsiasi forma di benessere e destinati a un futuro di sofferenza. È fondamentale contrastare queste attività illecite, segnalando alle autorità eventuali casi sospetti e promuovendo l’adozione responsabile anziché l’acquisto impulsivo da fonti non certificate.


Pitbull: un cane pericoloso?
Il Pitbull non è un cane pericoloso per natura. La sua forza e la sua tenacia lo rendono un animale che necessita di una gestione attenta, ma la sua aggressività dipende da fattori ambientali e non genetici. Infatti, se socializzato e addestrato correttamente, il Pitbull può essere un compagno fedele, docile e affettuoso.
Uno dei principali errori è associare la razza esclusivamente ai combattimenti. Il Pitbull può essere un eccellente cane da famiglia, purché cresciuto con regole chiare e con padroni responsabili. Studi dimostrano che la loro aggressività non è più elevata di quella di altre razze come i Labrador o i Pastori Tedeschi, se allevati nelle stesse condizioni.
Quali caratteristiche deve avere il padrone di un Pitbull?
Un Pitbull ha bisogno di un proprietario che abbia esperienza con i cani o che sia disposto a dedicare tempo ed energie alla sua educazione. Un buon padrone di Pitbull deve conoscere a fondo la razza e comprendere i suoi bisogni. Deve essere coerente e fermo, offrendo al cane una guida sicura e regole chiare. La socializzazione precoce è fondamentale: il Pitbull deve essere abituato fin da cucciolo a interagire con persone e altri animali per sviluppare un carattere equilibrato. Inoltre, è indispensabile garantire al cane un’adeguata attività fisica, poiché si tratta di un animale molto attivo, che necessita di lunghe passeggiate e giochi stimolanti. Senza questi elementi, un Pitbull può sviluppare comportamenti problematici, ma lo stesso vale per molte altre razze.
Domande frequenti
1. I Pitbull sono davvero più aggressivi di altre razze?
No, non esiste una predisposizione genetica all’aggressività nei Pitbull. Tuttavia, sono cani forti, determinati e molto reattivi agli stimoli, per cui necessitano di un’educazione adeguata e di un proprietario responsabile. Se socializzati fin da cuccioli e cresciuti in un ambiente equilibrato, possono essere affettuosi e affidabili.
2. Perché i Pitbull hanno una brutta reputazione?
La loro reputazione deriva dal passato, quando venivano impiegati nei combattimenti tra cani. Inoltre, alcune persone li addestrano in modo scorretto, incentivando comportamenti aggressivi. La loro potenza fisica fa sì che, in caso di attacco, possano causare danni maggiori rispetto a razze più piccole, contribuendo a questa percezione negativa.
3. Come gestire correttamente un Pitbull?
Per avere un Pitbull equilibrato è fondamentale socializzarlo fin da cucciolo con persone e altri animali, fornirgli un addestramento basato sul rinforzo positivo. Come per ogni animale, è necessario garantirgli sufficiente attività fisica e mentale e offrirgli regole chiare e una guida sicura.
Il pitbull pericoloso non esiste fino a quando non lo si mette in condizioni di esserlo. Qualsiasi cane che subisca un addestramento volto alla difesa eccessiva, istigato miratamente ad aggredire altri animali o persone, diventa pericoloso. Se lo si lascia in condizioni di cattività, di malnutrizione o , peggio, maltrattamenti, sviluppa obbligatoriamente un’eccessiva aggressività, a prescindere dalla razza.
Essendo un cane molto coraggioso ed estremamente fedele al padrone, non può appartenere ad un padrone inesperto. Questo tipo di cane ha bisogno di un guida che abbia davvero voglia di occuparsene, in quanto è un cane che richiede molta attenzione e impegno. A tal proposito esistono corsi formativi che aiutano a comprendere meglio i bisogni del cane che variano dalla necessità di socializzare a quella di sfogarsi all’aperto. E’ consigliabile l’adozione da parte di persone con consolidata esperienza.


4. Cosa dice la legge italiana sui Pitbull?
A differenza di altri Paesi come il Regno Unito o la Danimarca, l’Italia non vieta il possesso di alcuna razza di cani, ma esiste una lista che vieta l’importazione ed esiste una legge che definisce regole ben precise per i possessori di cani.
L’ordinanza del Ministero della salute risale al 6 agosto 2013, rinnovata ogni anno, e recita:
1.Il proprietario di un cane e’ sempre responsabile del benessere, del controllo e della conduzione dell’animale e risponde, sia civilmente che penalmente, dei danni o lesioni a persone, animali o cose provocati dall’animale stesso.
2. Chiunque, a qualsiasi titolo, accetti di detenere un cane non di sua proprieta’ ne assume la responsabilita’ per il relativo periodo.
3. Ai fini della prevenzione di danni o lesioni a persone, animali o cose il proprietario e il detentore di un cane adottano le seguenti
misure:
a) utilizzare sempre il guinzaglio a una misura non superiore a mt 1,50 durante la conduzione dell’animale nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico, fatte salve le aree per cani individuate dai comuni;
b) portare con se’ una museruola, rigida o morbida, da applicare al cane in caso di rischio per l’incolumita’ di persone o animali o su richiesta delle autorita’ competenti;
c) affidare il cane a persone in grado di gestirlo correttamente;
d) acquisire un cane assumendo informazioni sulle sue caratteristiche fisiche ed etologiche nonche’ sulle norme in vigore;
e) assicurare che il cane abbia un comportamento adeguato alle specifiche esigenze di convivenza con persone e animali rispetto al contesto in cui vive.
Dal 30 agosto 2024 (con ordinanza pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale), tutti i proprietari di cani dovranno portare sempre con sé una museruola da utilizzare in caso di necessità. Questo provvedimento serve a tutelare l’incolumità pubblica e a prevenire situazioni di pericolo.
Il mancato rispetto dell’obbligo di avere una museruola con sé può comportare sanzioni amministrative che variano in base al regolamento locale. In caso di aggressione o mancata custodia del cane, le conseguenze possono includere multe salate, il sequestro dell’animale e persino responsabilità penali in caso di danni a persone o animali.
E’ giusto condannare il Pitbull?
Il caso di Acerra ha dimostrato come i pregiudizi sui Pitbull possano portare a conclusioni affrettate e ingiuste. Piuttosto che condannare la razza, bisognerebbe concentrarsi sulla responsabilità dei proprietari e sull’importanza dell’educazione cinofila. Il Pitbull non è un mostro, ma un cane che, come tutti gli altri, necessita di rispetto, cura e amore. Allo stesso modo, è necessario combattere le realtà illegali che sfruttano e maltrattano questi animali, assicurandosi che chiunque voglia adottare un Pitbull lo faccia con consapevolezza e responsabilità.
Foto copertina di Bernhard da Pixabay
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