Riki Maiocchi, tra beat e amore: il racconto di Rosanna

Dopo aver già raccontato della figura di Riki Maiocchi in un precedente articolo, torniamo oggi sul tema per raccontare una testimonianza personale che aggiunge nuove sfumature al ritratto dell’artista: quella di Rosanna Maiocchi, milanese, che negli anni Sessanta vive in prima persona l’atmosfera vibrante delle sale da ballo, seguendo, come molte coetanee, i propri idoli musicali nei pochi contesti in cui è possibile vederli e ascoltarli dal vivo. In un’epoca in cui le prime band straniere arrivano in Italia, la musica passa per le radio estere o per i primi 45 giri, veri e propri oggetti di culto.

Milano Beat

Il contesto è quello delle feste nei salotti della “Milano bene”, dove si balla e si incontrano musicisti, spesso ospitati proprio in queste occasioni da famiglie dell’alta società. È in uno di questi eventi che Rosanna incontra per la prima volta Riki Maiocchi, cantante simbolo della generazione beat, destinato in seguito a spingersi verso sonorità più sperimentali, vicine al progressive rock.

Riki Maiocchi è cofondatore dei Camaleonti nel 1965, band che lascia poco dopo per iniziare un percorso solista. Intuisce prima di molti la direzione futura del rock e si trasferisce a Londra, dove frequenta i locali più innovativi e incontra musicisti che condividono la sua visione. Tra questi c’è Ritchie Blackmore, futuro fondatore dei Deep Purple. Insieme danno vita alla band Maiocchi & The Trip, una delle esperienze più originali della scena italiana di quegli anni.

Nel ringraziare Rosanna Maiocchi per aver condiviso il suo racconto, esprimiamo la nostra stima per una testimonianza che aggiunge valore e profondità alla memoria culturale e musicale di un’epoca.

Rosanna come hai conosciuto Riky?

Mi… é stato presentato dal proprietario del locale ” Fitzgerald” da quell’incontro è cominciata la nostra storia.

Come si sentiva tuo marito riguardo alla sua arte?

Devo dire bene, era la sua vita il suo modo di vivere , perché Riki era un creativo.

C’è un’opera in particolare che rappresenta di più la sua essenza o la sua personalità?

A mio avviso la versione italiana della canzone tratta dal film “Privilege” “Un’altra vita” che ben rappresenta lo sfruttamento a livello consumistico per poi abbandonarlo per ragioni di “morale” e poi “Rock & Roll” che descrive perfettamente l’indole di Ricki che non ha mai voluto accettare proposte che contraddicevano la sua mentalità.

Raccontaci il suo modo di creare la sua musica? C’erano rituali o luoghi particolari dove amava lavorare?

Riki era un creativo per eccellenza che spaziava in vari settori, abbigliamento, oggetti, disegni, foto…e quindi non ci sono né luoghi né rituali.

Tu sei stata una moglie silenziosa sempre vicina a lui senza metterti in mostra davanti alle sue fan, ecc.… ed al pubblico, hai assecondato ogni suo desiderio, una donna semplice direi …?

Sono una donna semplice ma complessa.

Quale pensi sia stato l’impatto delle canzoni di Riki sul mondo musicale?

Notevole sia nel pubblico che nel mondo musicale.

Dopo il linciaggio mediatico per il problema inerente ad un incauto acquisto come si é sentito dentro di sé?

Deluso lui credeva nell’amicizia è proprio un cosiddetto amico gli aveva rifilato l’oggetto dell’incauto acquisto.

Ad un certo punto ha preferito staccare con il mondo della musica, non si sentiva più parte di esso?

Era veramente amareggiato, deluso ma sapeva che era il suo mondo la sua ragione di essere.

Nel frattempo, si è dato alla fotografia un’altra delle sue passioni, cosa gli dava fare fotografie più che la musica?

Ribadisco, Riki era un vulcano di creatività ed aveva molteplici interessi, la fotografia, l’astronomia, l’archeologia e l’architettura.

Dopo la sua scomparsa, come hai affrontato il suo lascito e la sua eredità artistica?

Cercando, cercando, cercando soprattutto di rendergli giustizia e difenderlo dalle varie vanterie, inesattezze, appropriazioni e creando il suo sito ufficiale.

In che modo mantieni viva la sua memoria nella vita quotidiana?

Ho conservato tutto con la solita illusione

Che consiglio daresti a chi ha perso una persona amata, specialmente un artista?

Cercare di mantenerne il ricordo.

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Franco Deserto
Franco Desertohttps://www.radioagora21.com/
Musicista, cofondatore della band “ Le Ombre” nel 1964, ultimo Highlander del mondo beat & hippie, dei figli dei fiori, delle teenagers o groupie. Amante della radio, a tempo perso si diletta nell'attività di speaker su RadioAgorà21 (Orbassano - TO). Dice di sè "Calco ancora il palcoscenico perchè la musica è donna, ho i capelli bianchi per scelta, una età indefinita, ma dentro sono giovane".
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