Risplendo non brucio di Ilaria Tuti, Longanesi Editore, è una storia di fragilità ed eternità, di resistenza e coraggio, di orrore e saggezza. Parla delle scelte individuali di fronte al terrore e all’orrore, di quanto si possa osare per sopravvivere. Racconta i compromessi che segnano l’anima, il sottile confine tra coraggio e viltà, le decisioni che, in un istante, possono salvare o condannare.
Risplendo non brucio è la storia di un padre e di una figlia, divisi dal destino, uniti dalla lotta. Perché anche nell’oscurità più cupa, c’è chi non smette di cercare la luce.


Risplendo non brucio una trama solida che intreccia realtà e fantasia
La Tuti dimostra un’eccezionale capacità nel rendere le emozioni, dalle paure e angosce più profonde alla perfidia e presunzione dei suoi personaggi. Le sue descrizioni degli stati d’animo dei deportati e dell’oppressione di un regime crudele sono straordinarie, rare da trovare nella narrativa contemporanea. Il romanzo è intenso e coinvolgente, affrontando con maestria temi complessi come la guerra, gli orrori nazisti e le foibe. La scrittura, scorrevole e avvincente, trascina il lettore in una trama solidissima, con personaggi tratteggiati con sapienza e descrizioni attente. Un libro magistrale, che intreccia fantasia e realtà per raccontare la Storia con potenza e autenticità.
Risplendo non brucio, la trama
La neve, sporca di sangue, circonda la torre del castello di Kransberg. A pochi passi, nel ventre oscuro di un bunker, il Führer è prigioniero delle sue stesse ossessioni, in preda a deliri e timori dopo il fallito attentato del luglio 1944. Ma Johann Maria Adami non ha tempo per pensare alla distanza che lo separa dal dittatore, l’uomo che ha deciso la sua prigionia a Dachau. Il professor Adami ha un compito: svelare il mistero dietro la morte sospetta di un soldato nazista. Un suicidio? O il segnale di un complotto che serpeggia alle spalle di Hitler?
Veil Seidel, ufficiale delle SS ed ex allievo di Adami, lo ha trascinato fuori dal campo di concentramento con un ultimatum. Il tempo è poco, l’enigma fitto. Per risolverlo, Adami dovrà mettere in gioco ogni briciolo della sua intelligenza—e forse anche della sua anima. Perché in questa partita, in bilico tra vita e morte, non è in gioco solo la sua libertà, ma anche la salvezza di chi ama di più.
Un segreto da proteggere
Altrove, in un’altra morsa di neve e sangue, le mura della Risiera di Trieste si tingono ancora di rosso. Ada lo sa: non è la prima volta e non sarà l’ultima. Nella città soffocata dalla paura e dalla cenere, cercare un assassino è come inseguire un’ombra in un bosco in fiamme. Ma Ada non si ferma. Nonostante la solitudine. Nonostante la perdita. Il padre, arrestato per dissidenza e inghiottito nel nulla. Il compagno, svanito nella clandestinità dei partigiani. Le resta solo sé stessa, il battito del suo cuore, le sue mani di medico… e un segreto da proteggere a ogni costo.
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Ilaria Tuti


Ilaria Tuti, nata a Gemona del Friuli, ha esordito con Fiori sopra l’inferno (2018), seguito da Ninfa dormiente (2019), entrambi con protagonista il commissario Teresa Battaglia. Con Fiore di roccia (2020) omaggia le sue montagne, mentre nel 2021 torna a Battaglia con Luce della notte e Figlia della cenere. Ninfa dormiente viene nominato agli Edgar Awards e Fiore di roccia vince il Premio Rapallo. Nel 2022 pubblica Come vento cucito alla terra, sulla prima generazione di donne chirurgo in guerra. Il 2023 vede l’uscita di Madre d’ossa. I suoi libri, tradotti in 27 Paesi, hanno ispirato le serie TV Fiori sopra l’inferno e Ninfa dormiente, con Elena Sofia Ricci su Rai1.
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