Sanremo serata cover e il ritorno di Roberto Benigni

Benvenuti alla Sanremo serata cover, da sempre, per quanto mi riguarda, la puntata più interessante di tutta la kermesse, stasera arricchita dal ritorno di Roberto Benigni.

Si esibiscono tutti i 29 concorrenti, insieme a special guest. Co-conduttori Mahmood e Geppi Cucciari. Dal palco di piazza colombo Benji e Fede (e sticazzi?).

Ricordo che la serata, e i relativi punteggi, non rientrano nel computo globale, stasera è una gara a sé. Un qualunque venerdì sera su Rai1.

Per quanto riguarda gli ascolti, Carlo Conti batte sé stesso, ma è testa a testa con Amadeus: la terza serata del Festival di Sanremo 2025 è stata una delle migliori di sempre in termini di audience. La terza serata del Festival ha tenuto infatti incollati alla tv 10.700.000 spettatori (10.001.000 spettatori nel 2024).

In termini di share, rappresentano il 59,8% (l’anno scorso con Amadeus 60,1%).

Il buon Ama avrà bisogno di una “scossa” bella forte, da parte di Giovanna, per riprendersi.

Stasera si andrà veloci, almeno si spera, e quindi mi adeguo anch’io fin da subito.

Roberto Benigni

Bellissimo l’inizio in stile vintage, con Geppi Cucciari nel ruolo della “signorina buonasera”, in bianco e nero.

Roberto Benigni è una tassa che una tantum ci tocca pagare.

Stasera scende le scale all’inizio del programma, in compagnia di Carlo Conti.

Geniale, solo lui può, la battuta su Elon Musk che vota Giorgia a Sanremo, anche per i prossimi anni (se non l’avete capita, poi ve la spiego).

L’inno del corpo sciolto” ha sempre un perché.

Lui è un grande, lui è unico, ma stasera evidentemente è stato istruito a dovere sul politically correct.

Lontani i tempi dove, sullo stesso palco, metteva la lingua in bocca a Olimpia Carlisi, o schiacciava gli zebedei a Pippo Baudo o ancora, strizzava le tette a Raffaella Carrà (a Fantastico, però).

Serata cover

Rose Villain con Chiello – Fiori rosa, fiori di pesco (Lucio Battisti)

Chiello pensavo fosse l’idolo di Mazzarri, ma non è così. Per la prima volta nella storia il classico di Mogol-Battisti viene cantano in corsivo. #stendiamounvelopietoso

Carlo Conti introduce Mahmood, in versione Gabriel Garko, che con Sanremo “si è fatto i soldi, ha provocato brividi e adesso indossa una tuta gold”. L’autore che ha scritto sta belinata merita il mongolino d’oro, #belin.

Modà con Francesco Renga – Angelo (Renga)

Versione roccheggiante di un lento classico, che più classico non si può. Kekko e Francesco trovano il feeling giusto. Mi piace.

Il presentatore nonché direttore artistico introduce Geppi Cucciari. “Grazia Graziella e grazie al Carlo” è bellissima.

Clara con Il Volo – The Sound of Silence (Simon & Garfunkel)

Gli idoli del folk rock statunitense saranno incazzati neri e non per caso). Non ho mai sopportato Pavarotti & Friends, figuriamoci i tre ex bimbiminkia simil tenori. Peccato, erano partiti bene con la prima strofa “a cappella”. C’è gente che si alza al mattino, non ha un cazzo da fare e pensa: oggi faccio una cover di “The sounds of silence” e la pubblico su Tiktok. Sono meglio di questa.

Tutto il resto è noia

Tony Effe con Noemi – Tutto il resto è noia (Franco Califano)

Lui non sa cantare, e non sa reggere una conferenza stampa, lei non mi è mai piaciuta. Fate un po’ voi. Il Califfo non ringrazia.

sanremo serata cover - roberto benigni - un meme su tony effe

Francesca Michielin con Rkomi – La nuova stella di Broadway (Cesare Cremonini)

Lui non sa cantare, dovrebbe andare da un logopedista bravo, lei è una gatta morta. La musica va da una parte, loro dall’altra. Dove dovrebbero andare, lo lascio alla vostra fantasia. #stendiamounvelopietoso

Lucio Corsi con Topo Gigio – Nel blu dipinto di blu (Domenico Modugno)

Il ragazzo toscano gigioneggia col microfono, col pianoforte e con l’armonica. Artista vero. Canta meglio Topo Gigio senza autotune che la metà dei cantanti in gara. Potrebbero vincere.

Serena Brancale con Alessandra Amoroso – If I Ain’t Got You (Alicia Keys)

Finalmente la Serena e la Alessandra che volevo sentire. Credo che basti. Finora le migliori, sono senza parole.

Irama con Arisa – Say Something (A Great Big World e Christina Aguilera)

Lui stasera mi è piaciuto. Lei mi piace a prescindere. La canzone è difficilissima, ma per Rosalba niente è impossibile, e Filippo stasera è in splendida forma. Bravissimi.

Gaia con Toquinho – La voglia, la pazzia (Ornella Vanoni, Toquinho)

Il corsivo di Gaia si sposa perfettamente con l’italiano ricco di saudade Toquinho. Nell’insieme non è male, anche se Ornella Vanoni è un’altra cosa.

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Sanremo serata cover prosegue con:

The Kolors con Sal Da Vinci – Rossetto e caffè (Sal Da Vinci)

Due tormenton-makers insieme non possono che tormentare anche sul palco del Teatro Ariston. Napoletan power (ce ne saranno altri).

sanremo serata cover - roberto benigni - nella foto sal da vinci

Collegamento con piazza Colombo dove si esibiscono Benji & Fede. Per fortuna sono in sala stampa e sono costretto a perdermeli.

Marcella Bella con The Violin Twins – L’emozione non ha voce (adriano Celentano)

Festival da dimenticare per la sempre Bella cantante catanese. Il pezzo in gara è orrendo, la cover da dimenticare. Mi stupisco che in questi anni, non abbia mai pensato di frequentare un corso di dizione.

Rocco Hunt con Clementino – Yes, I Know My Way (Pino Daniele)

Rocco è un grande, Cleme è stratosferico, e il Maestro Enzo Campagnoli sullo scranno si diverte assai. Bellissimo l’arrangiamento e l’orchestrazione. Miglior tributo al grande Pino non poteva esserci. Ultra napoletan power. Stratosferici! Per me, i vincitori, senza se e senza ma.

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Medley di Mahmood in un tripudio di luci, dancers e autotune, poi Sanremo serata cover prosegue con:

Francesco Gabbani con Tricarico – Io sono Francesco (Tricarico)

I due Franceschi non se la cavano male, alle prese con un brano “complicato” dal testo profondo. Il risultato è la rivalutazione di un cantautore mai abbastanza apprezzato. Bravi.

Giorgia con Annalisa – Skyfall (Adele)

La mancata vincitrice dello scorso anno sa cantare, e si sapeva, l’altra è una fuoriclasse. Game, set, match. Come sempre perfetti arrangiamenti e orchestrazione del mio amico, il M° Enzo Campagnoli.

Simone Cristicchi con Amara – La cura (Franco Battiato)

Li avevo già sentiti al Club Tenco a ottobre, ed ero rimasto sconvolto, positivamente. Pathos palpabile e una voce, quella di Amara purtroppo, troppo sottovalutata. Forse sono di parte, visto che sono due persone che conosco bene, ma posso solo dire: grandissimi. Lucciconi, a non mi vergogno a dirlo.

Reclame

Sarah Toscano con Ofenbach – Overdrive (Ofenbach)

Non conosco l’originale, non conosco Ofenbach e ho sentito parlare di Sarah (con l’acca) toscano solo in occasione del Festival. Non mi pronuncio.

Coma_Cose con Johnson Righeira – L’estate sta finendo (Righeira)

I Jalisse che ce l’hanno fatta non sono proprio capaci. Per fortuna ci pensa il mio amico Johnson. Orribile l’arrangiamento orchestrale. Come rovinare un capolavoro essendone consapevoli.

Joan Thiele con Frah Quintale – Che cosa c’è (Gino Paoli)

Sinceramente: ma chi è Frah Quintale? Parente di Frà Cazzo da Velletri? E della gatta morta ne vogliamo parlare? Meglio di no. #stendiamounvelopietoso

Olly con Goran Bregovic and Wedding and Funeral Band – Il pescatore (Fabrizio De Andrè)

Lontani anni luce gli arrangiamenti della PFM e la classe di Faber. Come trasformare un capolavoro in un canto popolare balcanico. Ideale per un matrimonio in strada dell’Arrivore a Torino, o in via Guerra ad Asti. Del resto, è sampdoriano e non potevamo aspettarci altro. Mangia un po’ di pagnotte, anzi di panini con la panissa e ne riparliamo. Comunque “cantare” Faber con l’autotune è qualcosa di vergognoso.

Achille Lauro con Elodie – “A mano a mano” (Riccardo Cocciante) e “Folle città” (Loredana Bertè)

La prima parte dedicata a Cocciante è molto intensa, ben interpreta da entrambi. La seconda dedicata a Loredana è decisamente pulp. Entrambi hanno una forte presenza scenica, e questo aiuta. Non male.  

Massimo Ranieri con i Neri per Caso – Quando (Pino Daniele)

Gli unici arricchiti da un fuoriclasse. Arte allo stato puro. Da lassù Pino sarà contento. Napoli uber alles.

Promotion

Willie Peyote con Tiromancino e Ditonellapiaga – Un tempo piccolo (Franco Califano)

Una canzone difficile e impegnativa, ma quelli del Toro (non del Torino FC) sono abituati a soffrire e a lottare. Come l’autore della canzone, del resto. Canzone trattata con garbo e rispetto. Bravi.

Brunori Sas con Dimartino e Riccardo Sinigallia – L’anno che verrà (Lucio Dalla)

Canzone che mi è servita per capire finalmente chi sia Colapesce. Anche a De Brunori consiglio un corso di dizione. Una cover leggerissima dall’interpretazione imbarazzante. Come trasformare un inno nazionale in una filastrocca da recita di scuola elementare.

Fedez con Marco Masini – Bella stronza (Marco Masini)

Il re dei coach a “Ora o mai più” ha fatto un ottimo lavoro. Finalmente Federico fa quello che sa fare, e Marco è Marco, sempre e comunque. Il mix rappato e cantato, semplicemente da brividi. A me le beghe extra musica non interessano: stasera sono stati fenomenali. Uno dei momenti più emozionanti della serata. Lo confesso: mi sono commosso.

Bresh con Cristiano De André – Crêuza de mä (Fabrizio De Andrè)

Il malfunzionamento del microfono di Bresh e del cavo del mandolino di Cristiano ci fa sentire due volte e mezza la canzone. Bene, perché di buona musica non ce n’è mai abbastanza. Bresh è genoano e vince il derby della lanterna con Olly (doriano) a mani basse. Non c’è stata partita. Papà Fabrizio, anche lui genoano sfegatato, è fiero di voi.

Shablo con Guè, Joshua, Tormento e Neffa – Amor de mi vida (Sottotono) – Aspettando il sole (Neffa)

Una sana iniezione di hip-hop made in Italy per chiudere la serata nel segno dell’energia. Shablo è un mago della consolle, la crew e la special guest girano a mille. Versione lounge che semplicemente spacca.

Tutta l’Italia, tutta l’Italia, tutta l’taliA

Serata trascorsa in modo relativamente veloce, piacevole e dinamica. Geppi come sempre irriverente senza essere volgare, Mahmood è andato in crescendo nel corso della serata. La più bella serata cover degli ultimi anni.

Vincono la serata cover (che non entra nel computo globale dei voti): Giorgia e Annalisa con “Skyfall. Giusto così, tutto sommato.

La votazione è stata elaborata sulla base del Televoto del pubblico, del voto della Giuria della Sala Stampa, Tv e Web e del voto della Giuria delle Radio. 

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Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.
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