Nuova scossa di terremoto di magnitudo 3.9 ai Campi Flegrei che ha interessato anche altre zone di Napoli: cosa succede ai Campi Flegrei? C’è davvero il rischio di un’eruzione imminente? Cosa dicono gli esperti?
Mentre al centro Italia la pioggia provoca inondazioni, al sud la terra trema dalla Puglia alla Sicilia, passando per la Calabria e la Campania. Ieri, sabato 15 marzo, alle 13,32 una nuova scossa di terremoto di magnitudo 3.9 ha interessato i Campi Flegrei e la città di Napoli. Solo la sera prima, poco dopo le 19,30 gli abitanti della zona hanno abbandonato le loro case, in preda alla paura, per una scossa di magnitudo 3.5.
Il Prefetto di Napoli ha disposto l’evacuazione di diverse abitazioni, anche se non sembrerebbe esserci danni a edifici e abitazioni. Sono 242 gli sfollati che hanno trovato rifugio presso amici e parenti o in strutture alberghiere e si stimano in totale circa 350 interventi della Protezione civile e dei Vigili del Fuoco.
Intanto continuano le attività legate al piano di evacuazione che si sviluppa su due binari: quello in previsione di un’ipotetica eruzione importante, e quello già in atto di accoglimento delle persone sfollate e il potenziamento delle infrastrutture. La Regione Abruzzo ha dichiarato di essere pronta ad accogliere la popolazione dei Campi Flegrei, forti dell’esperienza vissuta nel 2009 con il terribile sisma che ha colpito la città dell’Aquila.
Ma cosa sta succedendo ai Campi Flegrei? C’è davvero il pericolo di una imminente eruzione?
Scosse di Terremoto anche in Puglia, Calabria e Sicilia: c’è un collegamento con il terremoto ai Campi Flegrei?
Nella serata di giovedi 13 marzo una scossa di terremoto ha fatto tremare la Calabria e la Sicilia. L’epicentro nello Stretto di Messina, a 11 km dalla costa calabra ha prodotto un movimento sismico di magnitudo 3.4 che non ha provocato danni a persone o cose, ma ha generato tanto spavento. Il giorno dopo, Venerdi 14 marzo, anche la Puglia ha vissuto attimi di paura. Una scossa di magnitudo 4.7, con epicentro al largo del Gargano, è stata avvertita in tutta la regione ed ha interessato anche il Molise e l’Abruzzo.
C’è una correlazione tra il terremoto ai Campi Flegrei e le scosse avvertite nelle altre regioni?
Secondo quanto riportato dal sito geopop, non ci sarebbe nessun nesso trai due eventi. Il terremoto del Gargano è di origine tettonica, mentre i terremoti che avvengono ai Campi Flegrei sono di origine vulcanica, legati al fenomeno del bradisismo.
Cosa sono i Campi Flegrei?
I Campi Flegrei rappresentano una vasta area vulcanica situata a ovest di Napoli, caratterizzata dalla presenza di numerose caldere, fumarole e sorgenti termali. E’ una delle zone più studiate al mondo per la sua attività geologica, poiché sono il risultato di eruzioni avvenute nell’arco di migliaia di anni. La prima grande eruzione risale a ben 39.000 anni fa, quando una straordinaria emissione di magma seppellì due terzi della Campania sotto una coltre di depositi di tufo spessa fino a 100 metri. (fonte Campi Flegrei: natura e cultura, paesaggio e rischio di vita – Giacomo Bandiera – lo studio è scaricabile al fondo dell’articolo). L’area rimane tale per molto tempo, fino a 15mila anni fa, quando una seconda eruzione importante provoca la formazione di un’ulteriore caldera, più piccola e contenuta all’interno della prima.
Nel corso dei millenni, si sono verificate ancora più di 60 eruzioni minori.
L’ultima grande eruzione si è verificata nel 1538, con la formazione del Monte Nuovo, un cono vulcanico ancora ben visibile oggi.


Perché la gente vive in una zona così a rischio?
Nel tempo, grazie alla forte presenza di zolfo ed azoto che hanno reso il suolo flegreo molto fertile, e la presenza del mare che rende il clima mite, l’area si è progressivamente popolata. Nel tempo (i greci prima e i romani poi), hanno installato insediamenti importanti per il commercio e la pesca.
Tornando ai giorni nostri, diverse comunità di pescatori e contadini hanno abbandonato le loro attività per lavorare nelle aziende che hanno cominciato a fiorire sul territorio. Un flusso migratorio che ha contribuito alla trasformazione geofisica del territorio e all’incremento di popolazione, forse in maniera incauta ed eccessiva. Oggi si contano 1.300.000 abitanti in totale, di cui 500.000 nella zona rossa (fonte Sky TG24).
Malgrado la pericolosità di un imminente terremoto, gli insediamenti urbani e commerciali coesistono con la natura del territorio, convivenza che si basa su un fragile equilibrio tra necessità e paura.
Perché la terra trema sempre in questa zona?
A differenza dei classici vulcani con un unico cratere, i Campi Flegrei costituiscono un sistema vulcanico diffuso, con molteplici punti di emissione di gas, manifestazioni geotermiche e conseguenti terremoti. Il loro comportamento è ciclico e alterna periodi di relativa quiete a fasi di intensa attività sismica e sollevamento del suolo, fenomeno noto come “bradisismo”. Questa dinamica è dovuta alla risalita di fluidi magmatici e gas dalle profondità terrestri, che esercitano pressione sulla crosta superficiale.
L’attuale incremento dell’attività sismica nei Campi Flegrei è legato a una combinazione di fattori geologici. Uno degli elementi principali è proprio il bradisismo, che provoca un innalzamento e abbassamento periodico del suolo a causa della pressione esercitata da gas e magma in movimento sotto la superficie. Questo fenomeno è stato osservato e documentato per secoli, ma negli ultimi decenni si è intensificato.
Il sollevamento attuale del suolo, che dal 2005 ha raggiunto un totale di circa 140 cm, indica una crescente instabilità dell’area. L’aumento del degassamento di anidride carbonica, che ha raggiunto livelli comparabili a quelli di vulcani attivi, suggerisce che il sistema magmatico sottostante sia in una fase di pressione crescente.
Cosa dicono gli esperti?
La sismicità nei Campi Flegrei, quindi, è il risultato di un equilibrio delicato tra il rilascio di energia accumulata nel sottosuolo e la pressione dei fluidi in risalita.
Nonostante l’incremento dei terremoti, secondo gli esperti, al momento non ci sono segnali chiari di un’eruzione imminente.
Le autorità e gli enti di ricerca continuano a monitorare attentamente la situazione attraverso reti di sismografi, stazioni GNSS e analisi geochimiche. I dati raccolti sono necessari per la valutazione di eventuali variazioni nei parametri geofisici che potrebbero indicare un cambiamento significativo dell’attività vulcanica.
La consapevolezza è, forse, l’unica vera arma contro un ipotetico terremoto importante. E’ importante che la popolazione residente sia informata adeguatamente sulle precauzioni e le misure di sicurezza da adottare, seguendo le linee guida della Protezione Civile. Ma la prevenzione più importante passa per un adeguato piano regolatore, costruzioni realizzate secondo le norme antisismiche e un piano di evacuazione che garantisca l’immediata messa in sicurezza degli abitanti.