“The Rhythm of the Night”: cronaca di un beat diventato leggenda

C’è stato un momento in cui bastava un basso sintetico, un beat martellante e un ritornello catchy per conquistare il mondo. Era l’estate del 1993, e dall’Italia partiva una delle onde più travolgenti dell’eurodance mondiale: “The Rhythm of the Night” dei Corona.

The Rhythm of the Night

Dietro a questo nome tropicale si nasconde un duo made in Italy: Francesco “Checco” Bontempi, produttore calabrese già attivo con i progetti Lee Marrow e Ice MC, e Olga Maria de Souza, cantante e modella brasiliana, naturalizzata italiana. In realtà, la voce che sentiamo nel brano è quella di Giovanna Bersola, alias Jenny B, una delle vocalist più influenti della dance italiana, non accreditata all’epoca per motivi contrattuali. Olga, però, diventerà presto il volto dei Corona, portando il brano in giro per il mondo con carisma e look inconfondibile.

The Rhythm of the Night” esce nel novembre del 1993, ma esplode nell’estate successiva, diventando una colonna sonora inevitabile: spiagge, discoteche, spot TV, persino i juke-box dei bar. Il singolo entra nelle Top 10 di più di quindici Paesi, tra cui Regno Unito, Germania, Francia e Australia. In Italia, è un successo immediato e duraturo, simbolo di una stagione musicale in cui la dance italiana detta legge a livello globale.

1993

In quello stesso periodo, anche il mondo fuori dai dancefloor stava cambiando. In Italia, Carlo Azeglio Ciampi diventa Presidente del Consiglio, in piena fase di transizione post-Tangentopoli: è un Paese che si interroga, che cerca di ricostruire fiducia e identità. Negli Stati Uniti, si insedia Bill Clinton alla Casa Bianca, mentre in Europa si cominciano ad attuare gli accordi di Maastricht, gettando le basi dell’Unione.

Al cinema sbancano film come Jurassic Park, mentre in Italia si afferma una nuova generazione di registi: da Gabriele Salvatores a Giuseppe Tornatore. Anche la musica pop attraversa una stagione di transizione: si passa dal soft rock e dal synth-pop degli anni Ottanta alle contaminazioni della dance, del rap e dell’R&B. In classifica, convivono Whitney Houston, Ace of Base, 2 Unlimited e Laura Pausini. Il pop non ha più un volto solo, ma molteplici maschere.

Gli esplosivi anni ’90

Negli anni ’90, la musica cambia ritmo, cambia forma, cambia pelle. Dopo l’abbondanza barocca e scintillante degli anni ’80, considerati da molti “mitici”, per l’invenzione di un immaginario sonoro pieno di eccessi e icone pop, il decennio successivo abbandona le spalline, la lacca e i sax notturni per cercare un linguaggio più diretto, più fisico, più ballabile. Si entra in discoteca, si esce in spiaggia, e il beat non si ferma. Mentre le chitarre si rifugiano nel grunge o nel britpop, l’Europa produce un suono tutto suo: l’eurodance, una miscela ad alto voltaggio di house, techno e pop melodico. Non serve capire il testo: bastano un drop, una voce potente e un ritornello che ti esplode in testa al primo ascolto.

I mitici anni ‘80

A differenza degli anni ’80, che celebravano l’album come oggetto sacro, negli anni ’90 è il singolo a dettare legge. Non importa da dove vieni: se il tuo brano funziona in radio e nelle piste, è già un successo globale. “The Rhythm of the Night” è figlia perfetta di questa stagione: non un brano da ascolto domestico, ma un’esperienza collettiva, fatta per essere ballata, cantata, vissuta. È la prova che anche l’Italia sa parlare la lingua della club-culture internazionale, con una produzione sofisticata e una costruzione melodica da instant classic. Se gli anni ’80 erano un sogno sintetico al neon, gli anni ’90 sono una corsa sfrenata sotto il sole, a tutto volume, senza guardarsi indietro.

Curiosità e retroscena

Il riff di tastiera del brano prende ispirazione da Save Me, un pezzo eurobeat tedesco di Say When!, ma ne amplifica l’energia e la trasforma in qualcosa di immediatamente riconoscibile. Il videoclip ufficiale, girato a Los Angeles, contribuisce all’aura internazionale del progetto: Olga de Souza cammina tra luci notturne e locali underground, mentre la canzone rimbomba tra le strade e dentro le autoradio.

The Rhythm of the Night” sarà remixata, campionata e citata per anni. Dai club ai festival, fino agli stadi di calcio, dove il brano verrà ripreso da DJ e tifosi come anthem danzante. Sarà usata in film, serie TV e pubblicità, diventando una delle canzoni italiane più riconoscibili degli anni ’90 nel mondo.

Il ritmo della notte

C’è un suono, in “The Rhythm of the Night”, che ci riporta lì: piedi scalzi sulla sabbia, luci stroboscopiche, infradito che ballano sul litorale. È il suono di un’estate eterna, e anche un po’ ingenua, che ancora oggi sopravvive nei set revival e nelle playlist nostalgiche.

Forse non c’è bisogno di cercare altrove il ritmo della notte: è tutto lì, in quel singolo esploso da un’Italia che voleva dimenticare il grigio dei palazzi per ballare a colori, almeno per tre minuti e cinquantacinque secondi.

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Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.
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