Festa del Papà: 5 canzoni da dedicare per emozionarsi insieme

La Festa del Papà è il momento perfetto per celebrare gli eroi senza mantello che, tra una battuta discutibile e una predica fuori tempo, ci hanno insegnato tutto quello che conta. Ogni padre ha il suo stile: c’è quello severo ma giusto, quello che fa il duro ma si scioglie davanti a un abbraccio, e quello che non smette mai di raccontare le stesse storie, come se fossero nuove ogni volta. Per rendere questa giornata ancora più speciale, ecco cinque canzoni da ascoltare, da dedicare o semplicemente da canticchiare insieme, anche con una spiccata stonatura.

“Viva la pappa col pomodoro” – Rita Pavone


Un classico intramontabile che riporta subito ai pranzi in famiglia, quando papà insisteva per farci finire tutto nel piatto, con lo sguardo severo di chi sa che “il cibo non si spreca”. Questo brano, nato dallo sceneggiato “Il giornalino di Gian Burrasca”, è un inno alla perseveranza e al senso del dovere culinario. Riascoltarlo oggi significa sorridere ricordando tutte quelle volte in cui abbiamo protestato per l’ennesimo piatto di verdure, salvo poi scoprire che, in fondo, aveva quasi sempre ragione (ma non glielo diremo mai).

“Father and Son” – Cat Stevens


Una canzone che festa del papà più di così non si può. Il brano racconta un dialogo tra un padre che dispensa consigli e un figlio che vuole solo trovare la sua strada, senza troppe interferenze. Chi non ha mai vissuto questo tipo di conversazione? Papà che dice “fai come ti dico, fidati” e noi che pensiamo “devo sbagliare per capirlo da solo”. Ascoltarla insieme può essere un bel modo per riconoscere che, alla fine, entrambi hanno ragione e che ogni generazione affronta le stesse sfide, solo con canzoni di sottofondo diverse.

“Tutta mia la città” – Equipe 84


Per tutti quei padri che hanno vissuto gli anni Sessanta e non perdono occasione per ricordarcelo. “Ai miei tempi, la musica era un’altra cosa!” è una frase che abbiamo sentito ripetere innumerevoli volte, e con questa canzone capiamo perché. “Tutta mia la città” ha il sapore di un’epoca ribelle, quella in cui i nostri padri erano giovani e sognavano in grande. Oggi, sono quelli che ci dicono di spegnere le luci quando usciamo da una stanza, ma questa canzone ci ricorda che, un tempo, anche loro sono stati ragazzi con la testa tra le nuvole e il cuore a mille.

“My Father’s Eyes” – Eric Clapton


Eric Clapton porta il rapporto padre-figlio su un piano più profondo, parlando di assenze, somiglianze e legami invisibili. Questo brano tocca le corde più intime dell’anima, ricordandoci che spesso ci ritroviamo negli occhi di chi ci ha messo al mondo, anche quando non ce ne accorgiamo subito. Perfetta per quei momenti di riflessione, quando si realizza che, nel bene e nel male, una parte di nostro padre sarà sempre dentro di noi. Se cercate un brano che parli di amore, di riconciliazione e di memoria, questa è la scelta giusta per fermarsi un attimo e dire “grazie”.

“Ci vuole un fiore” – Sergio Endrigo


Per chi ha avuto un papà che cantava le filastrocche ai figli prima di dormire (o mentre cercava disperatamente di farli addormentare). “Ci vuole un fiore” è una canzone dolce e nostalgica, che racchiude la semplicità e la poesia dell’infanzia. Le sue parole sembrano un gioco, ma dietro c’è una verità profonda: tutto nella vita nasce da qualcosa di piccolo e prezioso. Riascoltarla oggi, magari con papà al fianco, è un modo per tornare bambini nel tempo di un ritornello e ricordare che certi momenti, come certe canzoni, restano immortali.

Che sia con una playlist dedicata, con un semplice “ti voglio bene” o con una cena in famiglia, la festa del papà è il giorno giusto per festeggiare chi ci ha insegnato a pedalare senza rotelle, a sbagliare senza paura e, magari, anche a ballare sulle note delle sue canzoni preferite. Perché, alla fine, ogni padre ha la sua colonna sonora e il bello è ascoltarla insieme.

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Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.