2024 è l’anno più caldo di sempre con temperature record

Non lo dicono complottisti, terrapiattisti o estremisti fanatici del cambiamento climatico, ma a dirlo è il rapporto pubblicato da WMO, Copernicus, Met Office, della NASA e altre importanti organizzazioni di monitoraggio climatico, il 2024 è ufficialmente l’anno più caldo mai registrato. Per la prima volta, la temperatura media globale ha superato la soglia di 1,5°C rispetto all’era pre-industriale. Oltre all’incremento delle temperature, sono stati registrati fenomeni preoccupanti come la drastica riduzione dell’estensione delle calotte di ghiaccio nell’Artico e nell’Antartide e un ulteriore aumento dei livelli di anidride carbonica e metano nell’atmosfera.

Il cambiamento climatico non è più una minaccia futura, ma una crisi che si manifesta con crescente intensità nel presente. Eventi meteorologici estremi, temperature record e danni irreversibili agli ecosistemi sono segnali inequivocabili di una realtà che richiede azioni immediate e decisive. Il 2024, dichiarato l’anno più caldo di sempre, rappresenta un punto di svolta nella consapevolezza globale della crisi climatica.

Il 2024: l’anno più caldo di sempre

«Ancora una volta la comunità scientifica ha ribadito ciò che la maggior parte di noi sapeva già: è stato un anno letteralmente infernale», ha dichiarato Ian Duff, responsabile della campagna internazionale di Greenpeace “Stop Drilling Start Paying”. Gli impatti di questa crisi climatica globale sono stati devastanti: incendi senza precedenti hanno colpito la California, mentre disastri naturali hanno travolto Paesi come India, Romania, Italia, Brasile e Sudafrica.

«Migliaia di case sono state sommerse, molti terreni coltivati gravemente compromessi e miliardi di persone hanno subito gli effetti delle ondate di calore e respirato un’aria sempre più inquinata», ha aggiunto Duff. Nel frattempo, le grandi compagnie petrolifere e del gas continuano a trarre enormi profitti, aggravando la crisi climatica e ambientale.

La situazione italiana: un record di eventi estremi

Anche in Italia il 2024 è stato un anno eccezionalmente difficile. Si sono registrati 351 eventi meteorologici estremi lungo tutta la Penisola, tra siccità, alluvioni e temperature record. Questo dato rappresenta un incremento del 485% rispetto a dieci anni fa, confermando la vulnerabilità dell’Italia alla crisi climatica. I fenomeni estremi stanno mettendo a dura prova un territorio già fragile dal punto di vista idrogeologico, con gravi conseguenze su infrastrutture, ecosistemi e comunità locali.

Nel suo rapporto intitolato Quanto costa all’Italia la crisi climatica?, Greenpeace Italia ha denunciato le conseguenze economiche e sociali del cambiamento climatico. Dal 2013 al 2020, le Regioni italiane hanno subito danni per 22,6 miliardi di euro a causa di frane e alluvioni, con una media di circa 2,8 miliardi l’anno. Questi numeri evidenziano come il cambiamento climatico non sia solo una questione ambientale, ma anche un grave problema economico.

Le richieste di Greenpeace per il futuro

Guardando al futuro, Greenpeace continua a fare pressione sui governi, inclusi quelli europei e italiano, per prendere misure concrete contro le aziende responsabili della crisi climatica. «Nel 2025 continueremo a chiedere ai governi di ascoltare la voce delle persone e di far pagare i danni alle aziende del petrolio e del gas, le vere responsabili della crisi climatica», ha dichiarato Federico Spadini, campaigner Clima di Greenpeace Italia.

Secondo Spadini, è urgente che le compagnie fossili come ENI abbandonino i combustibili fossili e inizino a risarcire le comunità colpite dai loro danni. «È ora che queste aziende siano costrette a riparare alle perdite e ai danni causati dal loro business inquinante», ha aggiunto. La necessità di una transizione verso fonti di energia rinnovabile e sostenibile non è mai stata così pressante.

Il 2024 sarà ricordato come un anno cruciale nella lotta contro il cambiamento climatico. Le temperature record e gli eventi meteorologici estremi hanno mostrato in modo inequivocabile quanto sia urgente un intervento immediato. Mentre la comunità scientifica e le organizzazioni ambientaliste continuano a lanciare l’allarme, la responsabilità di agire è ora nelle mani dei governi e delle aziende. Il futuro del pianeta dipende dalla capacità di affrontare la crisi climatica con decisione e coraggio.

Foto copertina di (El Caminante) da Pixabay

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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”