La Cometa 3I ATLAS: da dove arriva? Quale segreto porta con sè? E’ vero che perde acqua come un idrante? E’ pericolosa per il nostro Pianeta?
Nello spazio profondo, ogni tanto, compare qualcosa che non appartiene a nessuno. È successo poche volte nella storia dell’astronomia, e ogni volta ha lasciato un segno. Dopo ‘Oumuamua e Borisov, un terzo visitatore interstellare ha varcato la soglia del nostro Sistema Solare: la cometa 3I/ATLAS, scoperta nel luglio 2025 dal telescopio hawaiano ATLAS, lo stesso sistema che sorveglia il cielo in cerca di asteroidi potenzialmente pericolosi. Solo che stavolta, invece di una minaccia, ha trovato una “messaggera”.
Infatti, nel breve tempo di passaggio, è riuscita a dare molte informazioni di sé e della sua provenienza, permettendo agli scienziati della Cornell University di misurarne la composizione e determinarne i principali fattori di attività.
La scoperta
La scoperta è arrivata quasi per caso. Gli astronomi dell’ATLAS, analizzando immagini di routine, hanno notato un punto luminoso che non seguiva le leggi orbitali conosciute. Le prime stime della velocità e dell’inclinazione orbitale non lasciavano dubbi: era un oggetto interstellare e quando hanno messo a fuoco i telescopi, hanno scoperto di non essere di fronte a una semplice roccia ghiacciata ma ad un corpo stellare (anzi, interstellare) vivo, nel senso più astronomico del termine, mostrando un’attività tipica delle comete, cioè, ha un nucleo ghiacciato e una chioma (una nube luminosa di gas e polvere), rilascia gas, polveri e molecole in quantità inaspettate, ma ad una distanza dove, solitamente, il gelo non lo permette.
Ma attenzione: gli scienziati della Cornell University sostengono che il nucleo è ricco di CO2, il che potrebbe indicare che 3I/ATLAS contiene ghiacci esposti a livelli di radiazione più elevati rispetto alle comete del Sistema Solare, con presenza di nichel e alto contenuto di cianuro, una molecola tossica ma cruciale nella chimica prebiotica, cioè quella che precede la nascita delle forme viventi.
Da dove viene e dove andrà?
Capire da dove arriva 3I/ATLAS è una delle sfide più stimolanti. Le sue coordinate orbitali, combinate con le misure di velocità e inclinazione, suggeriscono che arrivi da un altro sistema stellare e, per qualche ragione, è stata espulsa nello spazio interstellare. Può aver viaggiato anche per miliardi di anni, prima di raggiungere il nostro sistema solare.
La cometa 3I/ATLAS non orbita attorno al Sole come fanno quelle “nostrane”. La sua traiettoria è iperbolica, cioè non si piega alla gravità solare e la sua orbita non gira intorno al Sole. Insomma, va dove vuole, è di passaggio nel nostro sistema solare e non tornerà mai più.
La NASA sostiene che viaggia a oltre 60 chilometri al secondo rispetto al Sole, e raggiungerà il suo punto più vicino al Sole intorno al 30 ottobre 2025, a una distanza di circa 210 milioni di chilometri, appena all’interno dell’orbita di Marte. Dopodiché scomparirà, nel senso che la luce solare impedirà la sua visione a noi comuni mortali terrestri, per riapparire dall’altra parte del Sole all’inizio di dicembre 2025. Eppure, prima di scomparire oltre i confini del nostro sistema planetario, sta regalando agli scienziati un’occasione rara: osservare da vicino la materia di un altro mondo.
E’ vero che perde acqua come un idrante?
Secondo Wired Italia “3I/Atlas perdeva acqua al ritmo di circa 40 chili al secondo, flusso paragonabile – spiegano gli autori dello studio – a quello di un idrante a massima potenza”.
Nonostante la solidità dei dati scientifici, alcune notizie circolate nei media hanno amplificato dettagli sensazionali. Alcune testate hanno scritto che 3I/ATLAS perde acqua “come un idrante” o in quantità paragonabili a piscine olimpioniche svuotate in un giorno, e che proviene con certezza dal thick disk. E’ vero che la cometa perde acqua per effetto del ghiaccio che incontra calore nel nostro sistema, ma che “perda acqua come un idrante” è un’affermazione che non risulta sul sito ufficiale della NASA, non è un’informazione pubblicata su studi ufficiali che si rifanno all’osservazione con telescopi riconosciuti ufficialmente, e, dunque vanno prese con cautela.
In altre parole, mentre possiamo speculare sulle origini e sull’età della cometa, qualsiasi cifra precisa riportata dai media deve essere considerata indicativa se non scientificamente provata. Questo approccio non diminuisce il fascino della cometa, ma rafforza la credibilità del reportage: 3I/ATLAS resta un oggetto straordinario, ricco di misteri reali, senza bisogno di iperboli o dettagli non verificati.
Perché l’hanno chiamata 3I/ATLAS?
Il nome è tutto un acronimo. ATLAS sta per Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System, che è il nome dato a tutti quegli oggetti stellari che vagano nel nostro sistema solare. La lettera “I” sta per “interstellare”, a indicare che questo oggetto proviene da un luogo esterno al nostro sistema solare. Infine, il numero 3 sta ad indicar3e che è il terzo oggetto interstellare conosciuto.
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