Lorenzo De’ Medici, il Magnifico mecenate del Rinascimento

Lorenzo Di Piero De’ Medici, meglio conosciuto come Lorenzo De’ Medici o Lorenzo il Magnifico (Firenze, 1449 – Careggi, 1492). Un uomo che offre un ritratto affascinante di leader politico e di astuto stratega. Ma è il suo ruolo di mecenate delle arti che lo immortala nella storia. Sotto la sua protezione, Firenze diventa un fulcro di creatività e innovazione, attirando artisti, scrittori e pensatori da tutta Europa.

Domenico Ghirlandaio, particolare di Lorenzo de' Medici nella Cappella Sassetti, Basilica di Santa Trinita, Firenze, 1483
Domenico Ghirlandaio, particolare di Lorenzo de’ Medici nella Cappella Sassetti, Basilica di Santa Trinita, Firenze, 1483 licenza CC

Lorenzo De’ Medici l‘arbitro del gusto

Lorenzo eleva il mecenatismo a nuovi livelli, comprendendo profondamente l’importanza di investire nelle arti non solo per il prestigio personale e familiare, ma per il bene della società nel suo complesso. Segna la cultura e l’arte del suo tempo  come mecenate e come “arbitro del gusto” come scrive Gombrich. Promuove le arti visive, la letteratura e la musica nel quadro del proprio disegno politico. L’obiettivo è che le arti siano anche al servizio del consolidamento del potere. E, quindi, non disdegna di inviare i suoi artisti presso altre corti proprio per scopi diplomatici e politici come qui sotto ben descritto da Hale.

Ottavio Vannini, Lorenzo il Magnifico, circondato dagli artisti nel giardino delle sculture, incontra Michelangelo che gli mostra la testa di un fauno, affresco (1638-1642), Palazzo Pitti.
Ottavio Vannini, Lorenzo il Magnifico, circondato dagli artisti nel giardino delle sculture, incontra Michelangelo che gli mostra la testa di un fauno, affresco (1638-1642), Palazzo Pitti. Licenza CC

L’arte al servizio della diplomazia

«Lorenzo volle che pittori, scultori e architetti fiorentini accettassero incarichi fuori dalla città. Raccomandò gli architetti Giuliano da Sangallo e Andrea Verrocchio al re del Portogallo. Non fece nulla per impedire che il Verrocchio si recasse a Venezia per eseguire il monumento equestre di Colleoni, né che il Botticelli e Domenico Ghirlandaio prendessero parte alla decorazione delle pareti della cappella Sistina a Roma»

E’ anche noto come, in cambio della possibilità di offrire a Firenze uno sbocco sul mare, Pisa ottenne dai Medici e in particolare da Lorenzo il Magnifico, alcune opere di manutenzione del territorio e la costruzione di vari edifici pubblici e civili.

La Villa medicea di Careggi, sede dell'accademia neoplatonica fondata da Marsilio Ficino con il beneplacito di Cosimo il Vecchio
La Villa medicea di Careggi, sede dell’accademia neoplatonica fondata da Marsilio Ficino con il beneplacito di Cosimo il Vecchio – licenza cc

Il Magnifico: un irresistibile calamita di talenti

Il supporto di Lorenzo il Magnifico agli artisti è straordinario sia per la quantità di risorse investite che per la qualità dei talenti che riesce ad attrarre. «Lorenzo il Magnifico è, per consenso generale in Europa, l’uomo più degno di nota che abbia mai tenuto le redini di uno Stato. E il suo carattere ha sempre interessato l’umanità… Un uomo eminente in un’età che abbondava di uomini grandi e si riconosce che fu una delle forze ispiratrici del XV secolo.» Così scrive George Frederick Young, nel suo libro  I Medici, del 1987.

Infatti, il regno e il mecenatismo di Lorenzo De’ Medici continuano ancora oggi ad essere studiati non solo dagli storici dell’arte, ma anche da sociologi ed economisti. La domanda a cui ancora non si è trovato una risposta è attraverso quali metodi contingenti e personali Lorenzo il Magnifico giunga a produrre un’ epoca finora irripetibile con risultati creativi, sociali, diplomatici, economici e intellettuali senza pari.

Gaetano Grazzini, Statua di Lorenzo il Magnifico, 1846, Loggiato degli Uffizi, Firenze
Gaetano Grazzini, Statua di Lorenzo il Magnifico, 1846, Loggiato degli Uffizi, Firenze immagine CC

Da Botticelli a Leonardo a Michelangelo

Uno dei primi e più celebri artisti a beneficiare del suo patronato: Sandro Botticelli. “La Primavera” e “La Nascita di Venere”, sono diventate iconiche del Rinascimento, riflettendo la fusione di bellezza estetica e complessità filosofica del Magnifico.

Lorenzo De’ Medici sostiene anche Leonardo, anche se Da Vinci era un giovane apprendista durante il periodo del Magnifico. Leonardo trova in Lorenzo non solo un patrono, ma anche un mentore intellettuale che lo incoraggia a esplorare nuove idee e tecniche. La varietà dei campi di interesse di Leonardo – dall’arte alla scienza, dall’ingegneria alla musica – si rispecchia nell’approccio poliedrico di Lorenzo al mecenatismo.

Un altro gigante dell’arte che trova un ambiente fertile sotto Lorenzo il Magnifico è Michelangelo Buonarroti. Lorenzo scopre Michelangelo adolescente e lo accoglie nel suo palazzo. Gli offre un’educazione completa che include non solo l’arte, ma anche la letteratura, la filosofia e la scienza. Questa formazione poliedrica risulta poi fondamentale per lo sviluppo di Michelangelo come uno dei più grandi artisti della storia.

La primavera del Botticelli particolare
La primavera del Botticelli particolare immagine licenz CC

La Promozione delle Lettere dalla traduzione di Platone a Pico della Mirandola

Il mecenatismo di Lorenzo De’ Medici non si limita alle arti visive. E’ un grande sostenitore della letteratura e della filosofia. La sua corte diventa un centro di attività intellettuale, frequentato da umanisti come Marsilio Ficino e Giovanni Pico della Mirandola.

Ficino è incaricato da Lorenzo di tradurre i testi di Platone dal greco al latino, rendendo così accessibile al mondo occidentale il pensiero platonico. Questa operazione non solo arricchisce il patrimonio culturale dell’epoca, ma influenza profondamente il pensiero rinascimentale, che cerca di conciliare la saggezza antica con le nuove scoperte e idee.

Pico della Mirandola, celebre per la sua opera “Oratio de hominis dignitate” (Discorso sulla dignità dell’uomo), rappresenta una delle espressioni più alte dell’umanesimo rinascimentale. Lorenzo il Magnifico non solo li finanzia, ma li incoraggia a dibattere e a confrontarsi, creando un ambiente di stimolazione intellettuale continua.

Marsilio Ficino, Giovanni Pico della Mirandola e Agnolo Poliziano, ritratti da Cosimo Rosselli nella Cappella del Miracolo del Sacramento a Firenze licenza immagine CC

Architettura e Urbanistica: bellezza, ordine e proporzione

Il contributo di Lorenzo De’Medici alla cultura fiorentina si estende anche all’architettura e all’urbanistica. Commissiona numerosi edifici e progetti urbanistici che cambiano il volto della città. Tra questi, il più notevole è forse la chiesa di San Lorenzo, la cui sagrestia vecchia è progettata da Filippo Brunelleschi. Lorenzo incarica anche Giuliano da Sangallo di progettare la villa di Poggio a Caiano, un esempio innovativo di architettura rinascimentale.

Il Magnifico, con la sua visione urbanistica, armonizza gli spazi pubblici con l’architettura circostante, creando un ambiente tale da riflettere l’ideale rinascimentale di bellezza, ordine e proporzione. Questo approccio si riflette anche nei giardini delle ville medicee, progettati come estensioni architettoniche che combinavano estetica e funzionalità.

«Nel campo architettonico Lorenzo lega il suo nome ad alcune imprese molto significative per il gusto architettonico dell’età laurenziana…un gusto legato da un lato all’eredità brunelleschiana e dall’altro dell’affermarsi della cultura albertiana, culminante nella editio priceps del De Re Aedificatoria dell’Alberti, a cura del Poliziano (1485).» Così commenta Liana Castelfranchi Vegas, ne L’arte del Quattrocento in Italia e in Europa

Immagine di Firenze nel Rinascimento creata con AI Microsoft Copilot 06 giugno 2024

Il Lascito di Lorenzo il Magnifico

L’eredità di Lorenzo de’ Medici come mecenate è incalcolabile. Il suo supporto alle arti e alle lettere non solo arricchisce la cultura del suo tempo, ma getta le basi per il Rinascimento come lo conosciamo oggi. La sua capacità di riconoscere e nutrire il talento, combinata con una visione culturale ampia e inclusiva, fa di Firenze un centro di eccellenza artistica e intellettuale.

Il mecenatismo di Lorenzo ha un impatto duraturo non solo sugli artisti e gli intellettuali del suo tempo, ma anche sulle generazioni future. Gli artisti e i pensatori che sostiene influenzeranno profondamente lo sviluppo della cultura occidentale.

Come disse una volta Giorgio Vasari, storico dell’arte del Rinascimento: “In Lorenzo de’ Medici, ogni eccellenza fiorì, e sotto di lui le arti ebbero non solo il cibo e il riparo, ma anche il massimo onore e l’immortale gloria”. Un impatto che continua a risuonare nei secoli.

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Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte e Cultura. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla realizzazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva. Cura dal 2024 la.promozione della fondazione Sergio Bonfantini e dal 2021 la promozione della Fondazione Carlo Bossone. .Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “ del dottor Ravazzani. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Ha curato per il Comune di Collegno 2 mostre d'arte di respiro nazionale nel 2021 e nel 2022 con circa 90.000 visitatori. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".