Lorenzo Di Piero De’ Medici, meglio conosciuto come Lorenzo De’ Medici o Lorenzo il Magnifico (Firenze, 1449 – Careggi, 1492). Un uomo che offre un ritratto affascinante di leader politico e di astuto stratega. Ma è il suo ruolo di mecenate delle arti che lo immortala nella storia. Sotto la sua protezione, Firenze diventa un fulcro di creatività e innovazione, attirando artisti, scrittori e pensatori da tutta Europa.


Lorenzo De’ Medici l‘arbitro del gusto
Lorenzo eleva il mecenatismo a nuovi livelli, comprendendo profondamente l’importanza di investire nelle arti non solo per il prestigio personale e familiare, ma per il bene della società nel suo complesso. Segna la cultura e l’arte del suo tempo come mecenate e come “arbitro del gusto” come scrive Gombrich. Promuove le arti visive, la letteratura e la musica nel quadro del proprio disegno politico. L’obiettivo è che le arti siano anche al servizio del consolidamento del potere. E, quindi, non disdegna di inviare i suoi artisti presso altre corti proprio per scopi diplomatici e politici come qui sotto ben descritto da Hale.


L’arte al servizio della diplomazia
«Lorenzo volle che pittori, scultori e architetti fiorentini accettassero incarichi fuori dalla città. Raccomandò gli architetti Giuliano da Sangallo e Andrea Verrocchio al re del Portogallo. Non fece nulla per impedire che il Verrocchio si recasse a Venezia per eseguire il monumento equestre di Colleoni, né che il Botticelli e Domenico Ghirlandaio prendessero parte alla decorazione delle pareti della cappella Sistina a Roma»
E’ anche noto come, in cambio della possibilità di offrire a Firenze uno sbocco sul mare, Pisa ottenne dai Medici e in particolare da Lorenzo il Magnifico, alcune opere di manutenzione del territorio e la costruzione di vari edifici pubblici e civili.


Il Magnifico: un irresistibile calamita di talenti
Il supporto di Lorenzo il Magnifico agli artisti è straordinario sia per la quantità di risorse investite che per la qualità dei talenti che riesce ad attrarre. «Lorenzo il Magnifico è, per consenso generale in Europa, l’uomo più degno di nota che abbia mai tenuto le redini di uno Stato. E il suo carattere ha sempre interessato l’umanità… Un uomo eminente in un’età che abbondava di uomini grandi e si riconosce che fu una delle forze ispiratrici del XV secolo.» Così scrive George Frederick Young, nel suo libro I Medici, del 1987.
Infatti, il regno e il mecenatismo di Lorenzo De’ Medici continuano ancora oggi ad essere studiati non solo dagli storici dell’arte, ma anche da sociologi ed economisti. La domanda a cui ancora non si è trovato una risposta è attraverso quali metodi contingenti e personali Lorenzo il Magnifico giunga a produrre un’ epoca finora irripetibile con risultati creativi, sociali, diplomatici, economici e intellettuali senza pari.


Da Botticelli a Leonardo a Michelangelo
Uno dei primi e più celebri artisti a beneficiare del suo patronato: Sandro Botticelli. “La Primavera” e “La Nascita di Venere”, sono diventate iconiche del Rinascimento, riflettendo la fusione di bellezza estetica e complessità filosofica del Magnifico.
Lorenzo De’ Medici sostiene anche Leonardo, anche se Da Vinci era un giovane apprendista durante il periodo del Magnifico. Leonardo trova in Lorenzo non solo un patrono, ma anche un mentore intellettuale che lo incoraggia a esplorare nuove idee e tecniche. La varietà dei campi di interesse di Leonardo – dall’arte alla scienza, dall’ingegneria alla musica – si rispecchia nell’approccio poliedrico di Lorenzo al mecenatismo.
Un altro gigante dell’arte che trova un ambiente fertile sotto Lorenzo il Magnifico è Michelangelo Buonarroti. Lorenzo scopre Michelangelo adolescente e lo accoglie nel suo palazzo. Gli offre un’educazione completa che include non solo l’arte, ma anche la letteratura, la filosofia e la scienza. Questa formazione poliedrica risulta poi fondamentale per lo sviluppo di Michelangelo come uno dei più grandi artisti della storia.


La Promozione delle Lettere dalla traduzione di Platone a Pico della Mirandola
Il mecenatismo di Lorenzo De’ Medici non si limita alle arti visive. E’ un grande sostenitore della letteratura e della filosofia. La sua corte diventa un centro di attività intellettuale, frequentato da umanisti come Marsilio Ficino e Giovanni Pico della Mirandola.
Ficino è incaricato da Lorenzo di tradurre i testi di Platone dal greco al latino, rendendo così accessibile al mondo occidentale il pensiero platonico. Questa operazione non solo arricchisce il patrimonio culturale dell’epoca, ma influenza profondamente il pensiero rinascimentale, che cerca di conciliare la saggezza antica con le nuove scoperte e idee.
Pico della Mirandola, celebre per la sua opera “Oratio de hominis dignitate” (Discorso sulla dignità dell’uomo), rappresenta una delle espressioni più alte dell’umanesimo rinascimentale. Lorenzo il Magnifico non solo li finanzia, ma li incoraggia a dibattere e a confrontarsi, creando un ambiente di stimolazione intellettuale continua.


Architettura e Urbanistica: bellezza, ordine e proporzione
Il contributo di Lorenzo De’Medici alla cultura fiorentina si estende anche all’architettura e all’urbanistica. Commissiona numerosi edifici e progetti urbanistici che cambiano il volto della città. Tra questi, il più notevole è forse la chiesa di San Lorenzo, la cui sagrestia vecchia è progettata da Filippo Brunelleschi. Lorenzo incarica anche Giuliano da Sangallo di progettare la villa di Poggio a Caiano, un esempio innovativo di architettura rinascimentale.
Il Magnifico, con la sua visione urbanistica, armonizza gli spazi pubblici con l’architettura circostante, creando un ambiente tale da riflettere l’ideale rinascimentale di bellezza, ordine e proporzione. Questo approccio si riflette anche nei giardini delle ville medicee, progettati come estensioni architettoniche che combinavano estetica e funzionalità.
«Nel campo architettonico Lorenzo lega il suo nome ad alcune imprese molto significative per il gusto architettonico dell’età laurenziana…un gusto legato da un lato all’eredità brunelleschiana e dall’altro dell’affermarsi della cultura albertiana, culminante nella editio priceps del De Re Aedificatoria dell’Alberti, a cura del Poliziano (1485).» Così commenta Liana Castelfranchi Vegas, ne L’arte del Quattrocento in Italia e in Europa


Il Lascito di Lorenzo il Magnifico
L’eredità di Lorenzo de’ Medici come mecenate è incalcolabile. Il suo supporto alle arti e alle lettere non solo arricchisce la cultura del suo tempo, ma getta le basi per il Rinascimento come lo conosciamo oggi. La sua capacità di riconoscere e nutrire il talento, combinata con una visione culturale ampia e inclusiva, fa di Firenze un centro di eccellenza artistica e intellettuale.
Il mecenatismo di Lorenzo ha un impatto duraturo non solo sugli artisti e gli intellettuali del suo tempo, ma anche sulle generazioni future. Gli artisti e i pensatori che sostiene influenzeranno profondamente lo sviluppo della cultura occidentale.
Come disse una volta Giorgio Vasari, storico dell’arte del Rinascimento: “In Lorenzo de’ Medici, ogni eccellenza fiorì, e sotto di lui le arti ebbero non solo il cibo e il riparo, ma anche il massimo onore e l’immortale gloria”. Un impatto che continua a risuonare nei secoli.
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