Museo dell’arte proibita. A Barcellona la raccolta delle opere censurate

A Barcellona, in Via Diputació, 250, sorge il Museo dell’arte proibita. Il primo luogo al mondo a esporre opere che sono state censurate, attaccate, segnalate oppure ritirate dall’esposizione. Promotore di questa iniziativa l’imprenditore e giornalista spagnolo Josep Maria Benet Ferran, meglio conosciuto come Tatxo Benet. L’idea arriva nel 2018, dopo che lo stesso Benet acquista, alla Fiera Internazionale dell’Arte Contemporanea di Madrid (ARCO),  un’opera dell’artista Santiago SierraPrigionieri politici nella Spagna contemporanea. Pochi minuti dopo il suo acquisto l’opera è colpita dalla censura ed è immediatamente tolta dallo stand e dall’esposizione al pubblico.

L’opera di Santiago Sierra è composta da ventiquattro composizioni fotografiche in cui vengono ritratti settantaquattro prigionieri politici con il volto irriconoscibile. Nelle immagini si intravede, anche se molto sfocato, il mondo delle carceri spagnole. La denuncia di Santiago Serra è rivolta alla legge Mendoza, che indica manifestazioni e proteste non autorizzate come crimini gravissimi. Il solo termine prigionieri fa scattare la censura e i visitatori di quell’edizione di ARCO non vedranno più l’opera di Santiago Sierra.

logo del museo dell'arte proibita in rosso
logo del museo

Museo dell’arte proibita: restituire l’arte alla visibilità pubblica

L’incidente fa gettare a Taxto Benet le basi per una singolare collezione. Infatti cinque anni dopo, esattamente il 26 ottobre 2023, apre, nel cuore di Barcellona  il Museu de l’Art Prohibit (museo dell’arte proibita) con più di duecento opere soggette a discredito, censura o cancellazione. La missione del Museo dell’arte proibita è quella di restituire la possibilità di vedere alcune opere rimosse dalla pubblica visibilità. Duemila metri quadrati in cui si snoda un percorso ironico, irriverente, che evoca sia il carattere scandaloso sia il libero pensiero che può essere critico, ma mai distruttivo e soprattutto libero dagli abusi di potere che imbavagliano la produzione artistica. Un luogo che vuole essere uno spazio di libertà creativa e un laboratorio per affrontare gli atti di censura nell’arte.

Fancisco Goya uno degli 80 Caprichos acque tinte – immagine licenza CC

La collezione del Museo dell’Arte proibita

Tra i pezzi che fanno parte della collezione figurano dipinti, sculture, incisioni, fotografie, installazioni e opere audiovisive realizzate, in gran parte, durante la seconda metà del XX secolo e nel corso del XXI secolo. Troviamo opere di prestigiosi artisti internazionali: Ai Weiwei, Robert Mapplethorpe e Tania Bruguera. Ma anche artisti del Novecento Pablo Picasso, Francisco de Goya, di cui il Museu de l’Art Prohibit espone alcune incisioni della serie Caprichos, e Gustav Klimt.

Accanto a loro, anche pezzi iconici della storia dell’arte contemporanea, come La civiltà occidentale e cristiana di León Ferrari o il Cristo piscio di Andrés Serrano, associato per molto tempo a dibattiti accaniti

opera censurata all'interno del museo dell'arte proiobita 
filippo Strozzi in Lego di AI WEI WEI - foto licenza CC
filippo Strozzi in Lego di AI WEI WEI – foto licenza CC

La censura colpisce tutti da Michelangelo a Picasso

Censura, divieti e politiche di cancellazione compaiono in tutta la storia dell’arte fino ad oggi. Censurato Michelangelo mentre dipingeva la Cappella Sistina. Critiche pesanti nel 1500 a quei corpi poco santi e troppo nudi, insomma sconvenienti, Esempio recente Gustav Klimt. Nel 1894 i suoi nudi sfacciati, peccaminosi, contorti e ambigui, sono considerati troppo umani e mortali per la razionalità degli studi scientifici che dovevano rappresentare.

Proprio su questo tema Svetlana Mintcheva, direttrice e fondatrice della National Coalition Against Censorship (NCAC), organizzazione dedita alla difesa delle arti dalla censura pubblica su The Guardian nel febbraio 2018 Caravaggio ha ucciso un uomo. Dovremmo quindi censurare la sua arte?“. Un invito alla riflessione in chiave contemporanea.

Venere del botticelli scherzosamente sottoposta a censura licenza immagine CC
Venere del botticelli scherzosamente sottoposta a censura licenza immagine CC

Censored Art Today

Il giornalista e scrittore Gareth Harris, nel libro Censored Art Today, (Lund Humphries e Sotheby’s Institute of Art 2022) fa un’importante affermazione sui molteplici volti della censura che ostacolano il principio di libera espressione artistica. “Limitare ciò che le persone vedono significa, in definitiva, controllare una narrazione per un pubblico di massa, sia nel regno fisico che in quello virtuale. Dal decidere perché i monumenti storici dovrebbero essere rimossi dall’esposizione pubblica fino alla cancellazione degli account degli artisti sui social.  Con una valutazione tempestiva ed essenziale, Censored Art Today mira a rispondere al motivo per cui la censura è in aumento, chi la sta applicando e chi ne è il destinatario”.

parola censura scritta in inglese in rosso
immagine licenza CC

Casa Garriga Nogués

Il Museo dell’Arte Proibita è ospitato nella Casa Garriga Nogués, un edificio dichiarato bene di interesse culturale e situato nel centro dell’Eixample di Barcellona. Un gioiello architettonico di ispirazione modernista dell’inizio del XX secolo, opera dell’architetto Enric Sagnier, che conta più di 2.000 metri quadrati distribuiti su due piani. All’interno spiccano uno scalone monumentale e ambienti con decorazioni originali e vetrate colorate.

vetrate colorate presenti in casa Garriga Nogués con raffigurato un paesaggio collinare con cipressi, la casa ospita il Museo dell'arte Proibita
[[File:Rigalt-casaGarrigaNogues-diputacio246-0457sh.jpg|Rigalt-casaGarrigaNogues-diputacio246-0457sh]] – licenza CC

Il banchiere Rupert Garriga-Nogués y Miranda commissionò a Sagnier la costruzione di questa casa. Visse lì con la sua famiglia fino allo scoppio della Guerra Civile. Successivamente fu occupato dal collegio religioso Sagrados Corazones de Jesús y de María e, tra il 1983 e il 2004, fu la sede del Grup Enciclopèdia Catalana. Non è la prima volta che il piano terra e il piano principale di Casa Garriga Nogués vengono trasformati in uno spazio espositivo. Dal 2008 al 2015 ospita la Fondazione Godia per poi essere la sede scelta dalla Fondazione Mapfre di Barcellona e, attualmente, del Museo dell’Arte Proibita.

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Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".