Gaza, Israele pronto ad accettare tregua. Witkoff: “Nessuna risposta di Hamas”

(Adnkronos) – Gli inviati speciali di Donald Trump, Steve Witkoff e Adam Boehler, hanno detto ai parenti degli ostaggi israeliani a Gaza che gli Stati Uniti non hanno ricevuto al momento una risposta di Hamas relativamente a quello che hanno definito "l'unico piano di cessate il fuoco sul tavolo". A scriverne è 'Haaretz', all'indomani di una serie di annunci e smentite su presunte intese. Gli sforzi volti ad individuare una soluzione vanno avanti, hanno ancora detto i due inviati, chiedendo alle famiglie di non commentare le notizie relative ad accordi o alla mancanza di intese sul rilascio degli ostaggi. L'inviato statunitense ha proseguito affermando che "Israele accetterà un cessate il fuoco temporaneo che comporterebbe il ritorno della metà degli ostaggi vivi e deceduti e porterebbe a negoziati sostanziali per trovare un percorso verso un cessate il fuoco permanente, che ho accettato di presiedere". "Quell'accordo è sul tavolo. Hamas dovrebbe accettarlo", ha detto Witkoff. Nel frattempo Hamas, in una dichiarazione, fa appello alla comunità internazionale per fermare la guerra, mentre raggiunge il traguardo dei 600 giorni. Nel suo comunicato, l'organizzazione islamista invita le organizzazioni e le istituzioni di tutto il mondo a “intensificare tutte le forme di azione globale, nelle città e nelle piazze di tutto il mondo, contro l’aggressione, lo sterminio e la fame contro il nostro popolo”. "Che i prossimi giorni siano giorni di rabbia globale – aggiunge Hamas – caratterizzati da manifestazioni, marce e sit-in di massa nelle città e nelle piazze di tutto il mondo".  "Ciò a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi non ha nulla a che fare con il rispetto dei principi fondamentali dell'umanità. Non ci sono altre parole per descrivere ciò che sta accadendo",ha affermato l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, riferendosi alle operazioni militari di Israele nella Striscia di Gaza. In un'intervista alla radio austriaca, Turk ha precisato che queste azioni non sono più coperte dal principio di autodifesa previsto dal diritto internazionale. Il funzionario austriaco ha anche auspicato che i Paesi amici di Israele esercitino una forte pressione diplomatica sul governo di Tel Aviv affinché fermi gli attacchi a Gaza. Una nuova offensiva militare israeliana ha costretto allo sfollamento, in 10 giorni e fino al 25 maggio, quasi 180.000 persone, ha dichiarato l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni dell'Onu che, a nome del Global Camp Coordination and Camp Management Cluster, ha espresso profondo allarme e denunciato gli attacchi diretti ai rifugi, sempre più all'ordine del giorno.  La nomina del nuovo capo dello Shin Bet da parte di Benjamin Netanyahu è "illegittima e illegale". Lo ha scritto la procura israeliana in una lettera al primo ministro israeliano. "La decisione nei confronti del maggiore generale Zini, presa in una situazione di conflitto di interessi e in contraddizione con le conclusioni della sentenza nonché con le direttive legali in vigore, è illegittima e illegale", ha dichiarato il procuratore Gali Baharav-Miara.  Dopo il direttore esecutivo, Jake Wood, anche il capo delle operazioni, David Burke, lascia Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), la fondazione istituita nei mesi scorsi in Svizzera per gestire il controverso piano di aiuti Usa a Gaza. Lo riporta il Washington Post, sottolineando che al momento la notizia arriva da fonti informate, senza dichiarazioni di Burke.  Wood, un ex marine, invece domenica notte, alla vigilia dell'annunciato delle operazioni di distribuzione a Gaza, aveva comunicato le sue dimissioni con una dichiarazione in cui ha definito il piano Usa, sostenuto da Israele, non rispettoso dei "principi umanitari di umanità, neutralità, imparzialità e indipendenza".  Nonostante queste defezioni, Ghf ha annunciato ieri di aver iniziato le sue operazioni "consegnando camion carichi di cibo nei siti di distribuzione sicuri, dove è iniziata la distribuzione alla popolazione di Gaza". In particolare sono stati recapitati gli aiuti al Secure Distribution Site One, nei pressi del corridoio di Philadelphi Corridor lungo il confine tra Gaza e Egitto, con la scorta di contractor armati delle società di sicurezza americane.  John Acree, ex funzionario Usaid, è stato nominato direttore esecutivo ad interim di Ghf, una nonprofit registrata in Svizzera e Delaware e sostenuta da Usa e Israele, che usa contractor privati armati per proteggere i corridoi di sicurezza, decisi dagli israeliani, e gli hub per la distribuzione, dove viene consegnato una volta a settimana il cibo alla famiglie che si devono spostare per raggiungere i centri di distribuzione e vengono controllate prima della consegna.  Il sistema è stato duramente criticato dall'Onu, che si è rifiutata di parteciparvi, denunciando la militarizzazione degli aiuti umanitari, e quella che appare come una copertura di un piano di trasferimento forzato dei palestinesi che verrebbero costretti a spingersi verso il sud della Striscia, dove si prevede che vengano istituiti la maggior parte dei centri di distribuzione.   Due missili lanciati dallo Yemen sono stati intercettati dalle difese aeree israeliane alle prime ore di oggi, a poche ore di distanza l'uno dall'altro. A darne notizia è il Times of Israel, citando le Idf. Il primo missile ha fatto scattare le sirene dell'allarme aereo in Cisgiordania, per il secondo non è risuonato alcun allarme perché nessun centro abitato è risultato a rischio.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Logo Radio