Claudio Orlandi: “Ultimate Landscapes”, l’illusione del ghiaccio

Dopo diciassette anni di ricerca tra le vette e le ferite del paesaggio alpino, Claudio Orlandi approda al Museo Alto Garda di Riva del Garda con Ultimate Landscapes, un progetto fotografico che indaga la metamorfosi dei ghiacciai in un tempo segnato dalla crisi climatica. Il corpus completo dell’opera, presentato per la prima volta in un’istituzione pubblica, racconta attraverso tredici serie fotografiche la tensione tra l’uomo e la montagna, tra la cura e l’illusione di poterla preservare. I teli geotessili distesi sul ghiaccio diventano così simboli di un gesto ambivalente, sospeso tra protezione e accanimento, tra difesa e negazione della perdita. Con la curatela di Matteo Rapanà e Alessia Locatelli, la mostra Claudio Orlandi. Ultimate Landscapes. L’illusione del ghiaccio nasce in occasione dell’Anno Internazionale della Preservazione dei Ghiacciai. E si inserisce nel percorso di riflessione del Museo Alto Garda dedicato alle trasformazioni ambientali e sociali contemporanee.

Tra documentazione e visione: la poetica del ghiaccio

Dal 2008 Orlandi percorre le Alpi, dal Presena alla Marmolada, elaborando un linguaggio fotografico che fonde documentazione, visione estetica e riflessione etica. Le sue immagini non si limitano a registrare il ritiro dei ghiacci, ma ne restituiscono la complessità attraverso dettagli che si fanno racconto. Pieghe, cuciture, strappi e sovrapposizioni dei teli artificiali si confondono con la trama naturale del ghiaccio, generando forme sospese tra l’astrazione e la realtà. In questi paesaggi estremi si rivela la fragilità del rapporto tra l’uomo e la natura. La tensione tra conservazione e controllo, tra il desiderio di salvare e la tendenza, forse inconsapevole, a perpetuare un modello non più sostenibile. Come ha scritto Maria Fratelli, “sono sudari” — veli di una memoria che si scioglie lentamente, testimoni di una bellezza che resiste solo nel suo dissolversi.

claudio orlandi - una delle sue opere di ghiaccio

L’eco del ghiacciaio: arte, suono e consapevolezza

Il percorso espositivo si completa con un’installazione sonora ideata dal sound designer Alessio Mosti, che dà voce al ghiacciaio stesso trasformando il suono fisico dello sgretolamento in esperienza acustica e sensoriale. La composizione Katabasis, costruita a partire da campionamenti registrati in Antartide relativi al collasso delle piattaforme di ghiaccio (il fenomeno noto come calving), si sviluppa in una tessitura elettroacustica di 8 minuti e 22 secondi, evocando il ritmo lento e inesorabile della trasformazione naturale. In dialogo con le fotografie di Orlandi, il suono amplifica la dimensione emotiva e immersiva della mostra, trasformando la percezione visiva in una meditazione profonda sulla fragilità del pianeta. Ultimate Landscapes diventa così un linguaggio etico, un invito a fermarsi e ad ascoltare: ciò che si scioglie non è soltanto il ghiaccio, ma la memoria stessa del nostro rapporto con la Terra.

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Dal 29 novembre 2025 al 14 giugno 2026.

Museo Alto Garda [Piazza Cesare Battisti 3/A – Riva del Garda (TN)]
Per info e prenotazioni clicca qui.

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