Aggressione a personale sanitario? Addio a cure mediche gratuite

Le aggressioni contro il personale medico e sanitario negli ospedali e nei pronto soccorso italiani sono diventate una questione urgente e drammatica., Ma una svolta drastica potrebbe colpire chi aggredisce medici, infermieri e operatori sanitari in Italia: presentato un disegno di legge (DDL) che propone la sospensione del diritto alle cure mediche gratuite per chi commette aggressioni fisiche o psicologiche nei confronti del personale sanitario.

Gli episodi di violenza si susseguono con allarmante regolarità, creando un ambiente di lavoro sempre più insicuro per chi si dedica con professionalità alla cura dei pazienti. Questo fenomeno, già preoccupante negli anni precedenti, ha subito un’ulteriore intensificazione con l’aumento delle tensioni legate alla pandemia di COVID-19 e alle criticità strutturali del sistema sanitario.

Nel tentativo di arginare la violenza, la legge n. 113 del 14 agosto 2020 ha integrato l’articolo 583 quater del codice penale, estendendo le pene previste a chi aggredisce il personale sanitario. Tuttavia, nonostante l’adozione di questo provvedimento legislativo, la situazione rimane grave, e molti operatori del settore continuano a chiedere misure più efficaci.

A questo proposito, il 6 settembre 2024 è stata lanciata una nuova petizione su Change.org dal medico campano Salvatore Gatta, un ennesimo tentativo di richiamare l’attenzione delle istituzioni su questa grave problematica. Prima di addentrarci nel contenuto della petizione attuale, è utile ricordare che non si tratta della prima iniziativa di questo genere.

Petizione del 2019: il grido d’allarme di Carmine Esposito

Già nel giugno 2019, prima dell’arrivo della pandemia, un’altra petizione era stata lanciata da Carmine Esposito, che denunciava il crescente fenomeno delle aggressioni al personale sanitario, evidenziando le profonde carenze strutturali che affliggono il settore. Esposito sottolineava l’importanza di rispettare il lavoro di chi opera in contesti spesso stressanti e difficili, chiedendo una maggiore attenzione da parte delle istituzioni e della società.

Secondo Esposito, “Rispettare il lavoro dei sanitari che operano per salvare la vita dei pazienti non è solo un’operazione di buon senso, ma un principio cardine per ridare benessere organizzativo a chi opera nelle aree produttive ospedaliere“. In particolare, la petizione metteva in luce come la carenza di personale – medici, infermieri e operatori sociosanitari – fosse una delle principali concause delle aggressioni, generando frustrazione tra i pazienti e i loro familiari, spesso sfociata in violenza fisica o psicologica.

Questa denuncia, lanciata a gran voce già nel 2019, rimane attuale, poiché molte delle problematiche evidenziate da Esposito non sono state risolte, contribuendo a mantenere alto il livello di tensione negli ospedali italiani, soprattutto nei Pronto Soccorso.

La nuova petizione del 2024: l’appello di Salvatore Gatta

Il 6 settembre 2024, Salvatore Gatta, medico campano, ha lanciato una nuova petizione a seguito di un ulteriore episodio di violenza avvenuto a Foggia. Nel suo testo, Gatta denuncia un sistema che sembra non voler prendere misure concrete per proteggere i professionisti sanitari, nonostante l’evidente urgenza.

La petizione di Gatta denuncia: “È notizia di poche ore fa l’ennesima meschina aggressione avvenuta al PS di Foggia ai danni del personale sanitario e parasanitario di turno. È inaccettabile che lo Stato non faccia nulla contro soggetti che non esitano ad usare la violenza contro professionisti che, con immane spirito di sacrificio, continuano a lavorare in condizioni pessime e senza alcuna forma di tutela. Siamo passati dagli applausi dai balconi dei tempi del Covid, agli attuali schiaffi negli androni.”

“Un Paese che si definisce civile protegge i propri professionisti della sanità e non tutela chi conosce ed usa la violenza come unica forma di comportamento. Chi aggredisce medici, infermieri ed oss non merita alcuna tutela sanitaria a carico del Sistema sanitario nazionale.”

Stop a cure mediche per chi aggredisce il personale sanitario

Come abbiamo anticipato, una svolta drastica potrebbe colpire chi aggredisce medici, infermieri e operatori sanitari in Italia. Il senatore Zullo ha recentemente presentato in Commissione un disegno di legge (DDL) che propone la sospensione del diritto alle cure mediche gratuite per chi commette aggressioni fisiche o psicologiche nei confronti del personale sanitario. Il DDL prevede che chi si renda protagonista di violenza o reati contro il patrimonio sanitario venga escluso, per tre anni, dalla gratuità delle cure mediche programmate e di elezione all’interno del Sistema Sanitario Nazionale (SSN).

Questa proposta è arrivata dopo l’ennesimo episodio di violenza ai danni del personale medico e si inserisce in un contesto di crescente tensione negli ospedali e nei pronto soccorso italiani. Gli atti di violenza, ormai all’ordine del giorno, hanno spinto molti operatori del settore e politici a chiedere provvedimenti più duri per arginare questo fenomeno.

Le cause del fenomeno: tra carenze strutturali e crisi sociale

Le aggressioni ai medici e al personale sanitario non sono solo episodi isolati, ma rappresentano un fenomeno più ampio che trova radici in diversi fattori. Da un lato, ci sono le carenze strutturali del sistema sanitario: turni massacranti, mancanza di personale, lunghe attese per i pazienti e difficoltà organizzative contribuiscono a creare un ambiente di lavoro e cura altamente stressante. Dall’altro, vi è una crescente tensione sociale, aggravata dalle conseguenze della pandemia, che ha accentuato le frustrazioni e l’impazienza delle persone nei confronti del sistema sanitario.

A queste criticità, si aggiunge un ulteriore elemento: il blocco del turnover e delle assunzioni, che ha colpito particolarmente alcune regioni italiane. Come evidenziato da Carmine Esposito nel 2019, questo ha generato un sovraccarico di lavoro per il personale rimasto in servizio, aumentando la possibilità di errori o ritardi, e alimentando la rabbia degli utenti.

Gli effetti della violenza sul personale sanitario

Le conseguenze di questa violenza sono devastanti. Non solo i professionisti sanitari subiscono danni fisici, ma anche psicologici, con ripercussioni negative sulla loro motivazione e sullo svolgimento del loro lavoro.

Chi lavora in ospedale o al pronto soccorso si trova spesso a operare sotto la pressione della paura di essere aggredito, una situazione insostenibile per chi dovrebbe dedicarsi alla cura degli altri. Questo fenomeno porta inoltre a un circolo vizioso: più stress e paura subisce il personale, più è difficile mantenere un alto livello di efficienza, generando ulteriori insoddisfazioni nei pazienti e nelle loro famiglie.

Il DDL come Risposta alla Violenza negli Ospedali

L’obiettivo del DDL è chiaro: mandare un messaggio forte e deciso a chi crede di poter aggredire senza conseguenze il personale sanitario. La sospensione del diritto alla gratuità delle cure mediche viene vista come una misura deterrente, per far riflettere coloro che considerano la violenza come unica soluzione alle frustrazioni legate al sistema sanitario.

Secondo Zullo, questa proposta legislativa potrebbe rappresentare un punto di svolta, non solo per proteggere i professionisti della sanità, ma anche per dare un segnale che lo Stato non tollera più alcuna forma di aggressione nei confronti di chi lavora per la salute pubblica.

Cosa si può fare: le richieste e le possibili soluzioni

L’unanimità nel condannare la violenza contro il personale sanitario è evidente, ma le soluzioni finora proposte sembrano insufficienti. Le petizioni di Salvatore Gatta e Carmine Esposito condividono un punto fondamentale: è necessario un intervento concreto e immediato. Tra le proposte avanzate vi è un rafforzamento della sicurezza negli ospedali, l’assunzione di nuovo personale per ridurre i carichi di lavoro, e un programma di sensibilizzazione per i cittadini, affinché comprendano le difficoltà che il personale sanitario affronta quotidianamente.

Una possibile soluzione potrebbe essere l’istituzione di un quadro normativo più severo per chi aggredisce operatori sanitari, prevedendo pene più dure e processi rapidi per tali reati. Il DDL proposto dal senatore Zullo, con la sospensione della gratuità delle cure mediche per chi aggredisce il personale sanitario, rappresenta una misura innovativa e forte, che potrebbe fungere da deterrente e dare un segnale chiaro che la violenza non sarà tollerata.

Per aderire alla petizione clicca qui

Immagine di copertina creata con IA Bing Creator

Potrebbe interessarti anche:

Medici di base al collasso: ci dissociamo dall’attuale organizzazione

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”