L’obiettivo primario degli italiani è quello di essere padroni della propria abitazione: appartamento o villetta non importa. Infatti, l’Italia è uno dei Paesi con il più alto numero di proprietari di abitazioni: la proprietà immobiliare è un fattore costitutivo della nostra società, inscritto nel dna degli italiani.
Simbolo da sempre di sicurezza economica e di stabilità, con la pandemia e l’introduzione dello smart working, la casa non è solo più un rifugio, ma ha assunto un ruolo funzionale anche per il lavoro e l’istruzione.
Essere proprietari contribuisce al benessere psicologico delle famiglie, in quanto garantisce un punto di riferimento anche per i figli. Appartamento o villetta indipendente, gli italiani credono ancora nell’investimento del mattone come una garanzia per il loro futuro e delle generazioni a venire.
Secondo l’indagine realizzata da Federproprietà-Censis, per il 91,9% degli italiani la casa è un rifugio sicuro, soprattutto dopo l’esperienza del Covid. L’89,7% si sente tranquillizzato dal fatto di essere proprietario dell’abitazione in cui vive. Per l’83,1% la casa riflette anche la propria identità e la propria personalità. E il 54,5% vorrebbe aiutare figli o nipoti ad acquistare la prima casa, perché l’immobile di proprietà resta la pietra angolare della sicurezza economica e esistenziale.
«In questi tre anni di pandemia, per gli italiani la casa è diventata un centro di servizi alla persona: ufficio, scuola, università, cinema, talvolta succursale di un ospedale. Abbiamo capito quanto sia fondamentale attrezzare la propria abitazione, avere cura delle mura domestiche, rendere l’ambiente in cui viviamo sano ed efficiente», ha detto Alessandro Miani, presidente della Sima.
Gli italiani, un popolo di proprietari


La proprietà non è una prerogativa solo dei benestanti: nel quinto delle famiglie più povere, il 55,1% è proprietario dell’abitazione in cui vive e la percentuale aumenta via via fino all’83,9% tra le persone più abbienti.
Secondo i dati del rapporto Censis del 2022, il 70,8% delle famiglie italiane è proprietario dell’appartamento o casa indipendente, in cui vive (e il 28,0% di queste è proprietario di altri immobili), l’8,7% gode della casa in usufrutto o a titolo gratuito, il 20,5% vive in affitto.
La percentuale di famiglie proprietarie è più elevata tra le coppie con figli (73,9%) e tra i residenti nelle piccole città (il 76,1% nei comuni piccolissimi, fino a 2.000 abitanti, e il 74,3% in quelli con un’ampiezza demografica tra 2.000 e 10.000 abitanti).
Sono alcuni dei dati contenuti nel 1° Rapporto Federproprietà-Censis «Gli italiani e la casa», realizzato con il contributo scientifico della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) e in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti (Cdp).
Un valore economico da rilanciare
Certo, la proprietà immobiliare è croce e delizia, soprattutto in questo momento di crisi post pandemica, di crisi economica, derivante dalla guerra in Ucraina, e di transizione energetica.
Con le nuove linee guida dettate dall’Unione Europea gli italiani sono chiamati ad un impegno economico importante per la riqualificazione energetica della propria abitazione, ma c’è ancora tempo per pensarci, almeno fino al 2030. Le ristrutturazioni promosse dai bonus edilizia degli ultimi due anni e le migliorie imposte per trasformare il proprio appartamento in “casa green” influenzano e influenzeranno il valore dell’immobile.
Il 51,7% dei proprietari di casa è convinto che il valore della propria abitazione non sia aumentato negli ultimi dieci anni. In effetti, tra il 2010 e il 2019 i prezzi degli immobili residenziali in Italia sono diminuiti del 16,6% (mentre nello stesso periodo nella media dei Paesi europei aumentavano del 19,4%), per poi registrare un rialzo del 4,6% tra il 2019 e il 2021 e un +5,2% nel secondo trimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sono però fortemente aumentati i costi legati alla casa (bollette, condominio, ecc.): per il 76,5% degli italiani tali costi pesano «molto» sul budget familiare e per il 71,7% le tasse che ruotano intorno alla proprietà immobiliare sono troppo alte.


Casa multifunzionale e comfort abitativo
La pandemia ha contribuito a rendere multifunzionali le abitazioni e molte attività continuano a essere svolte in casa. Al 47,1% degli italiani capita ancora di lavorare da remoto (il dato sale al 54,5% tra i giovani di 18-34 anni che lavorano). Il 96,3% degli studenti si dichiara attrezzato per seguire le lezioni in modalità Dad. Ma il 63,0% degli italiani non si si limita a restare in casa solo per svolgere le funzioni essenziali, per poi uscire: addirittura il 78,0% vi trascorre gran parte del tempo libero. In casa gli italiani fanno sport (il 43,7%, il 60,0% dei giovani), cucinano (l’89,3%, il 94,8% dei giovani) e coltivano parte delle loro relazioni sociali (l’84,5%, il 90,9% dei giovani). Al 17,7% degli italiani (il 23,6% tra gli anziani) capita di curarsi in casa o di ricevere assistenza a domicilio.
Per l’87,2% degli italiani gli spazi della propria abitazione sono adeguati e ben suddivisi, e la casa è confortevole. Il 29,5% ha apportato cambiamenti importanti alla propria abitazione a seguito alla pandemia per adeguare gli spazi alle nuove esigenze: lo hanno fatto di più le coppie con figli (36,4%), i 18-34enni (45,6%) e i residenti nelle zone centrali delle grandi città (37,0%).
Cresce l’attenzione per la salubrità degli ambienti e la sostenibilità della casa: l’88,9% ritiene salubre la propria abitazione, per l’86,0% ha un effetto positivo sulla propria salute fisica e mentale. L’84,4% è comunque pronto a renderla più sostenibile attraverso il controllo dei consumi energetici. Ma il 71,4% dichiara che la propria abitazione è già dotata di infissi che evitano la dispersione del calore.
Disagio abitativo e housing sociale
Il 5,9% degli italiani vive in condizione di deprivazione abitativa. A questo dato si aggiunge il disagio degli studenti fuori sede, che possono contare su un numero di posti letto pari ad appena l’8% del totale degli studenti fuori sede italiani. Una soluzione innovativa è certamente l’housing sociale, avviato dal Piano nazionale di edilizia abitativa, che prevede un sistema integrato di fondi immobiliari con al centro il Fondo Investimenti per l’Abitare gestito da Cdp Immobiliare Sgr. L’obiettivo è di mobilitare fino a 4 miliardi di euro sui territori, con la partecipazione di investitori terzi, tramite 29 fondi immobiliari locali per la realizzazione di 20.000 alloggi e 7.500 posti letto in 110 comuni.
«Dal Rapporto emerge come la funzione sociale della casa si sia evoluta da mero luogo del privato e della relazionalità familiare in una direzione sempre più multifunzionale», ha detto Giovanni Bardanzellu, presidente di Federproprietà. «È aumentato il valore sociale della casa, che però non ha trovato rispondenza nel suo valore economico. Anzi, la casa è oggi vista come una sorta di catalizzatore di tasse e costi, questi ultimi aggravati ulteriormente dalla guerra russo-ucraina che si è innestata sull’economia mondiale già scossa fortemente dalla pandemia. È il momento in cui la politica deve intervenire per eliminare o almeno frenare l’evidente salasso fiscale che tartassa la casa, in modo da sfruttare il suo forte valore sociale per recuperare l’antico valore economico».
Rapporto Censis
Questi sono alcuni risultati del 1° Rapporto Federproprietà-Censis «Gli italiani e la casa». Il rapporto è stato realizzato con il contributo scientifico della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) e in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti (Cdp). E’ stato presentato a Roma da Francesco Maietta, responsabile dell’Area Consumer, Mercati privati, Istituzioni del Censis. E’ stato discusso da Giovanni Bardanzellu, Presidente di Federproprietà, Chiara Braga, Segretaria di Presidenza della Camera dei Deputati, Maria Domenica Castellone, Vicepresidente del Senato della Repubblica, Maurizio Gasparri, Vicepresidente del Senato della Repubblica, Alessandro Miani, Presidente della Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima), Fabio Rampelli, Vicepresidente della Camera dei Deputati, Giancarlo Scotti, Amministratore Delegato di Cdp Immobiliare Sgr, Andrea Tobia Zevi, Assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative del Comune di Roma, moderati da Giampaolo Roidi, Giornalista dell’Agi.