Autovelox milionario: il curioso caso di Colle Santa Lucia

Autovelox milionario tra i monti delle Dolomiti: il singolare e curioso caso di Colle Santa Lucia, nel Bellunese

Gli autovelox sono spesso al centro di accese discussioni tra automobilisti e amministrazioni locali. Questi dispositivi, nati con l’intento di migliorare la sicurezza stradale, garantendo il rispetto dei limiti di velocità, sono diventati anche una fonte inesauribile di entrate per i comuni.

Ma dove finisce l’utilità e inizia l’abuso?

La loro introduzione ha avuto un impatto significativo sulla sicurezza stradale, riducendo gli incidenti causati dall’eccesso di velocità. Studi dimostrano che la presenza di autovelox in punti strategici può ridurre drasticamente il numero di incidenti gravi e mortali, costringendo gli automobilisti a moderare la velocità. E fin qui, tutto bene, ma non si può ignorare che gli autovelox rappresentano anche una manna dal cielo per le casse comunali.

Ogni anno, questi preziosi strumenti di sicurezza, garantiscono entrate milionarie.

Paradossalmente, gli autovelox, nati per garantire la sicurezza stradale, rischiano di diventare strumenti di oppressione per gli automobilisti, spesso costretti a pagare multe salate per infrazioni minime. La loro diffusione capillare e l’uso disinvolto da parte di alcune amministrazioni comunali sollevano dubbi sulla reale efficacia di questi dispositivi come deterrenti alla velocità.

Lo strano caso di Colle Santa Lucia

Colle Santa Lucia, un paese con 350 anime, sperduto nel silenzio rosa delle Dolomiti. Un paesino di quelli che non si vedononeanche sulle mappe, se non ci fosse google maps a scovarlo. 350 abitanti, a 1400 metri d’altezza, sul cocuzzolo di una montagna e intorno chilometri di nulla. Solo prati, boschi e animali selvatici. Uno splendido posto per godere in pace la quiete della montagna. Un hotel e un rifugio al Passo del Giau, a circa mezz’ora dal paese, probabilmente, un bar nella piazza, perchè i ristoranti sono sparsi lungo la strada.

Cosa si va a fare in un posto così?

In realtà, è un piccolo angolo di paradiso, crocevia dei sentieri della Grande Guerra, ancora percorribili, a un’ora di strada dalle miniere del Fursil. I suoi alpeggi si incrociano con quelli del San Vito di Cadore e di Cortina d’Ampezzo, al Passo del Giau, valico amatissimo da escursionisti, ciclisti, motociclisti.

Ebbene, questo piccolo comune delle Dolomiti con poco più di 350 abitanti, ha un autovelox milionario: nel triennio 2021-2023 ha incassato ben 1.265.822 euro grazie a un unico autovelox, l’equivalente di 3.616 euro a cittadino residente, una somma considerevole per un comune di tali dimensioni (fonte Assoutenti).

autovelox milionario a Colle Santa Lucia, nella foto, un paesino, un achiesa bianca con campanile bianco, qualche casa e intorno solo prati
Autovelox milionario: il curioso caso di Colle Santa Lucia (nella foto) – photo by Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0

Fatti multare in Puglia, Puglia, Puglia…

La situazione non è diversa nel Salento, dove nel 2023 quattro comuni (Galatina, Trepuzzi, Cavallino e Melpignano) hanno registrato incassi per oltre 8,7 milioni di euro grazie agli autovelox (fonte Assoutenti).

Questi numeri fanno riflettere sull’effettiva funzione di tali dispositivi: sono strumenti di prevenzione o macchine per fare soldi?

La Temibile Strada Statale 372 Telesina

Un altro esempio emblematico è rappresentato dalla strada statale 372 Telesina, che collega Caianello a Benevento. Questa arteria, disseminata di autovelox, ha fruttato 2,3 milioni di euro in multe solo a tre comuni (Puglianello, Castelvenere, Torrecuso).

Anche in questo caso, secondo Assoutenti, il dubbio che gli autovelox siano utilizzati più per fare cassa che per prevenire incidenti è lecito.

una colonnina arancione dell'autovelox posizionata su una strada
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Assoutenti: gli autovelox sono per la sicurezza o sono bancomat per i Comuni?

Le segnalazioni di abusi e anomalie nell’utilizzo degli autovelox sono sempre più frequenti. La magistratura calabrese ha disposto numerosi sequestri di questi dispositivi, confermando i dubbi sollevati da Assoutenti, un’associazione che tutela i diritti dei consumatori. Le indagini hanno portato alla luce casi di autovelox non omologati o posizionati in modo tale da massimizzare le multe piuttosto che garantire la sicurezza.

Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti, ha dichiarato: “Siamo favorevoli alle multe verso chi supera i limiti di velocità, a patto che i primi a rispettare le regole siano gli enti locali, che non devono usare gli autovelox come bancomat ma solo ai fini di garantire la sicurezza stradale, e devono ricorrere solo ad apparecchi a norma. Il Governo, dopo la recente sentenza della Cassazione e i sequestri disposti ora dalla magistratura, deve però intervenire per risolvere una volta per tutte il nodo delle omologazioni e approvazioni degli autovelox”.. Le sue parole mettono in luce la necessità di una regolamentazione più rigorosa e trasparente sull’uso di questi dispositivi.

Infatti, la recente sentenza della Cassazione e i sequestri disposti dalla magistratura sottolineano l’urgenza di un intervento governativo per risolvere il nodo delle omologazioni e approvazioni degli autovelox. È fondamentale che questi strumenti siano utilizzati correttamente, rispettando le norme e garantendo trasparenza agli automobilisti.

Immagine di copertina generata con IA Bing

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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”