Conversazioni musicali con l’IA: il sorprendente libro di Reno Brandoni

Cosa succede quando un musicista vero – di quelli che suonano con l’anima prima ancora che con le dita – si mette a chiacchierare con un’intelligenza artificiale? Nasce qualcosa che non ti aspetti. Non una provocazione, non un esperimento sterile, ma un incontro. Un confronto tra due sensibilità lontanissime: quella umana, fatta di silenzi, ricordi, fragilità e stupore; e quella digitale, logica, affilata, incapace di “sentire” ma sorprendentemente capace di comprendere.

Conversazioni musicali con l’IA, il nuovo libro di Reno Brandoni, è tutto questo: un dialogo vivo, sincero, a tratti commovente, tra un uomo e una macchina che, pagina dopo pagina, smette di sembrare tale. È un libro che prende per mano chi legge e lo porta in un territorio poco esplorato, dove l’arte incontra la tecnologia senza perdere poesia. Anzi. Brandoni racconta sé stesso, la sua musica, le sue domande irrisolte. L’intelligenza artificiale lo ascolta, lo incalza, prova a capire. E in questo scambio, così insolito ma così fluido, accade qualcosa di raro: la musica smette di essere solo suono e diventa linguaggio comune.

La vera sorpresa non sta tanto nel fatto che un algoritmo riesca a ragionare di jazz o armonia, ma nel modo in cui le risposte – seppur generate da una macchina – riescano a toccare qualcosa di profondamente umano. Non è fantascienza. È un invito, elegante e intelligente, a guardare con occhi nuovi il futuro della creatività. Un futuro in cui umano e artificiale, più che scontrarsi, possono parlarsi. E magari, emozionarsi insieme.

Un dialogo tra mondi lontani (ma non troppo)

Brandoni parte da una domanda semplice ma destabilizzante: cosa succede se la musica incontra l’intelligenza artificiale? La risposta prende la forma di un libro che non assomiglia a nulla di già letto. Non è un manuale, non è un saggio, ma una lunga conversazione costruita come un’improvvisazione jazz: parte da un’idea, si allontana, si perde, torna, e trova una nuova armonia.

Il cuore del libro è il dialogo – curioso, mai banale – tra l’autore e una voce digitale che, pur priva di emozioni, riesce ad afferrarne l’eco. Un confronto tra due sensibilità lontanissime: quella umana, fatta di silenzi, ricordi, fragilità e stupore; e quella digitale, logica, affilata, incapace di “sentire” ma sorprendentemente capace di comprendere.

conversazioni musicali con l'IA - reno brandoni -  la copertina del libro

La musica nasce dove deve nascere – Conversazioni sulla musica con l’intelligenza artificiale

Conversazioni musicali con l’IA” prende forma da un confronto sincero, da un’apertura verso l’ignoto che non ha la pretesa di spiegare tutto, ma il coraggio di ascoltare e farsi domande. Si parla di jazz, blues, classica, elettronica, ma anche di silenzio, solitudine, strumenti, emozioni, futuro. E soprattutto di cosa significa oggi fare musica in un mondo in cui l’uomo non è più solo al centro del processo creativo.

E in questo scambio, così insolito ma così fluido, accade qualcosa di raro: la musica smette di essere solo suono e diventa linguaggio comune. La vera sorpresa non sta tanto nel fatto che un algoritmo riesca a ragionare di jazz o armonia, ma nel modo in cui le risposte – seppur generate da una macchina – riescano a toccare qualcosa di profondamente umano.

«Questo libro è nato come una sfida e si è trasformato in un dialogo sincero – dichiara Reno Brandoni – Ho sempre vissuto la musica come una compagna silenziosa, una voce interiore che mi guida senza chiedere nulla in cambio. In queste pagine ho cercato di restituire un po’ della meraviglia, del dubbio e dell’intimità che la musica porta con sé. Perché credo che la musica non abbia bisogno di spiegazioni: nasce dove deve nascere». È forse qui il nucleo più potente del libro: in questa dichiarazione disarmante, che restituisce tutta la verità di un uomo che ha deciso di mettersi in discussione davanti a una macchina. E, nel farlo, ha messo a nudo la propria umanità con una delicatezza rara.

Reno Brandoni in pillole

Chitarrista, compositore, autore. Ma soprattutto narratore appassionato della musica in tutte le sue forme. Reno Brandoni è una figura di spicco nel panorama musicale italiano, attivo sin dagli anni ’80 con collaborazioni di livello internazionale (da Stefan Grossman a John Renbourn), dischi che spaziano tra blues e world music, e una carriera da autore che negli ultimi anni si è aperta anche al pubblico più giovane. Dopo aver pubblicato diversi manuali per chitarristi, ha trovato nella narrativa uno spazio fertile per raccontare storie di musica e musicisti, reali o immaginari: da Robert Johnson a Billie Holiday, da Jimi Hendrix a Lady Gaga.

Brandoni scrive come suona: con passione, libertà, autenticità. I suoi libri, spesso ibridi tra racconto, biografia e dialogo immaginario, non sono mai freddi esercizi di stile, ma vere e proprie esperienze emotive. Nel 2024 è uscito L’amore supremo, dedicato a John Coltrane. Il suo lavoro si rivolge a tutte le età e si muove tra teatro, laboratori e progetti editoriali, con una coerenza rara e una visione sempre curiosa. Con Conversazioni musicali con l’IA, pubblicato da Le Ruzzole, Brandoni aggiunge un tassello sorprendente al suo percorso: apre uno spazio di riflessione che parla tanto di futuro quanto di identità, dimostrando che il dialogo tra uomo e macchina, se guidato da sensibilità e rispetto, può essere una delle sfide più affascinanti del nostro tempo.

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