Dante escluso nel nome dell’inclusione, il caso Treviso

“Lasciate ogni speranza o voi che entrate”. Citazione del Sommo Poeta Dante che, letta alla luce dei fatti odierni, sa di profezia. Infatti le speranze di studiare Dante, caposaldo della cultura Italiana, per due studenti di Treviso sono svanite.

Dante escluso verificheremo i fatti , le parole del ministro Valditara

È stata «disposta una ispezione per verificare come stanno i fatti», annuncia il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara parlando del caso. In una scuola a Treviso due studenti musulmani sono stati esonerati dallo studio della Divina Commedia di Dante perché offensivo della loro cultura.

«L’esclusione dal programma scolastico di uno dei pilastri della nostra letteratura, per motivi religiosi o culturali ancora non abbiamo ben capito, è del tutto inammissibile», aggiunge Valditara al termine del Consiglio dei ministri.

Il Caso è partito dal professore, non dalle famiglie dei ragazzi

La cosa a dir poco curiosa è che il “caso”, perché ormai tale si può chiamare data la risonanza a livello pubblico e politico, non è una richiesta delle famiglie, ma uno scrupolo del loro professore.

Lo zelo parte da una lettera inviata dal professore a tutte le famiglie di allieve e allievi esentati dall’ora di religione. Lettera in cui chiede se ci sono problemi ad affrontare un autore in cui la tematica religiosa cattolica è ovviamente preponderante.

Che ci avessero pensato o no, dalle famiglie dei due ragazzi musulmani arriva il veto. Il professore propone Boccaccio ( sicuramente tematiche molto più amene) come alternativa. Il dirigente scolastico si dice estraneo a qualunque fatto. Insomma, una vicenda boccaccesca che fa finire professore e plesso scolastico in un turbinio politico e mediatico degno dell’inferno dantesco.

Alberto Casadei , professore università di Pisa: è una deriva pericolosa, le idee vanno storicizzate.

Alberto Casadei, professore di letteratura all’università di Pisa e coordinatore del gruppo Dante dell’Associazione degli Italianisti commenta in questo modo in un’ intervista a La Stampa.

Deriva pericolosa, perché si dimentica la complessità della Storia e si nega la specificità dell’opera d’arte. La Divina commedia non è un testo di proselitismo o di propaganda religiosa, né viene letta o insegnata in quel modo a scuola.

Non far leggere Dante è una mancanza di prospettiva storica e un passo indietro rispetto al lavoro di chi dovrebbe formare coscienze critiche. Dante va considerato come un grande autore del passato. Le sue idee vanno storicizzate, come un domani storicizzeranno le nostre“.

Riusciremo a uscire da questo impasse per “riveder le stelle?”

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Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".