Un progetto dedicato a un mito. Così il Ministero della Cultura definisce il Museo Enrico Caruso che sarà inaugurato a Palazzo Reale di Napoli il 20 luglio, in occasione dei 150 anni dalla nascita del tenore avvenuta il 25 febbraio 1873. Il primo fenomeno discografico del Novecento a vendere più di un milione di dischi. Uno dei cantanti più popolari della musica italiana.
2.000 documenti digitalizzati, 1 milione di euro, dalla donazione Luciano Pituello. 14 collaborazioni tra cui il Teatro alla Scala di Milano, il teatro San Carlo di Napoli e il Metropolitan Archives, New York .60 rari reperti originali: costumi, locandine, manifesti, fotografie, grammofoni, rulli e arredi. 1 cronologia omnia in tre volumi. 500 metri quadrati di spazio museo. 11 tavole e mappe digitali.


Il ministro Sangiuliano cita Caruso come protagonista dell’idem sentire comune di Vico
“Un riconoscimento a Caruso è un riconoscimento identitario – afferma il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano -. La cultura sono anche le nostre radici, le nostre tradizioni, la nostra storia. Quest’autore è certamente una parte del sedimento di quello che Gianbattista Vico chiamava ‘l’idem sentire comune‘. Noi siamo figli della nostra storia e della nostra tradizione che si compone di tanti piccoli tasselli. L’idem sentire comune è fatto anche di suoni, di interpreti. E Enrico Caruso è certamente un personaggio che rappresenta tutto ciò Se è vero che con Caruso nasce l’affermazione della canzone italiana nel mondo è anche vero che Caruso capì per primo e fino in fondo il valore dell’industria musicale che in quegli anni stava appena nascendo.”.
Il ministro lancia anche un appello al sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, perchè l’aeroporto di Napoli, punto di arrivo di tanti turisti dagli Stati Uniti cui il tenore deve buona parte della sua grande fama, venga intitolato a Caruso.
Un museo avanzato, parlante e …cantante
Portare il Museo Caruso dentro Palazzo reale di Napoli significa ripotare il tenore al Teatro San Carlo. Afferma Massimo Osanna, direttore generale Musei presso il Ministero della Cultura. Sede espositiva la sala dorica, l’ottocentesca rimessa delle carrozze. Un museo in linea con la visione moderna. Luogo di incontro, di spunti di riflessioni, luogo di eventi. La figura di Enrico Caruso sarà celebrata all’insegna del contemporaneo tramite anche i suoi oggetti, riserve di memoria dell’anima.
Un museo tecnologicamente avanzato dove la multimedialità consentirà di entrare nel patrimonio immateriale del tenore come la sua voce. Un museo parlante e cantante, come sottolinea il direttore Osanna. La città di Napoli, inoltre, ha già messo a disposizione gli atti di nascita e di morte di Enrico Caruso.


Cimeli per un milione di euro donati dall’Associazione Museo Enrico Caruso
Fondamentale la sinergia con un donatore ‘speciale’, Luciano Pituello, che con la sua Associazione Museo Enrico Caruso, Centro Studi Carusiani di Milano, ha dedicato tutta la sua vita a collezionare cimeli e incisioni originali. L’associazione ha deciso di donare la maggior parte dei rari materiali di proprietà del Museo come atto di generosa condivisione di un progetto definitivo sul grande tenore.
Il Fondo Pituello, già in parte destinato al Comune di Lastra a Signa, dove ha sede il Museo Caruso di Villa Bellosguardo, residenza italiana di Caruso, sarà il fulcro della nuova installazione a Napoli. Costumi, dischi, grammofoni d’epoca, spartiti originali con segni autografi dell’artista, per un valore complessivo stimato intorno al milione di euro.
La collaborazione avviata con il Comune di Lastra a Signa consentirà di avere per l’inaugurazione del Museo a Napoli anche dei pezzi straordinari, come il costume di Canio (dai Pagliacci di Ruggero Leoncavallo) appartenuto al tenore. In mostra anche gli acquerelli colorati, un unicum nella produzione artistica figurativa di Caruso, a cui si aggiunge la preziosissima donazione delle celebri caricature dedicate ai grandi della musica, da Toscanini a Verdi.


La prima di Caruso al San Carlo, Napoli lo delude
“Il museo sarà un archivio performativo e in cammino che racconterà la storia di questo ragazzino nato e cresciuto in un quartiere povero di Napoli, senza alti studi – spiega la curatrice del “Museo Caruso”, la musicologa Laura Valente-. Operaio in una fonderia a tredici anni, ma con la passione per il canto. Napoli, però, non gli dà la risposta che lui cerca. La severa ma non prevenuta critica di Saverio Procida su Il Pungolo, infastidisce fortemente Caruso. Il critico gli rimprovera la scelta di un repertorio al di sotto delle sue possibilità vocali e interpretative. Caruso non cantò più né a Napoli né in nessun altro teatro in Italia andando incontro al suo successo negli Stati Uniti e in Sudamerica. Caruso fa parlare di sè il mondo. Arriva a New York e, rompendo tutti gli schemi, e contro chi voleva fargli incidere canzonette, incide un’ aria d’opera vendendo milioni di dischi. Era nata la star.
La vita mi procura molte sofferenze. Quelli che non hanno mai provato niente non possono cantare.
Enrico Caruso


PARTNER del Museo Caruso
Archivio Ricordi, Fondazione Puccini, Cineteca di Bologna, Teatro alla Scala di Milano. Teatro San Carlo di Napoli, Metropolitan Archives, New York Archivissima Torino. Festival di Torre Del Lago Archivio di Stato di Napoli. John Hopkins Peabody Institute Baltimora, Comune di Napoli, Teche Rai, Discoteca di Stato.