Il furto del secolo: Boston Stewart Gardner Museum .

Un valore di 500 milioni di dollari. 13 opere rubate in 81 minuti, di cui 11 tagliate direttamente dalle cornici. Dopo più di trent’anni e 10 milioni di dollari di ricompensa, di cui uno offerto da Sotheby’s e Christie’s, tutto è ancora avvolto nel mistero. Il furto, è il caso di dirlo, compiuto a regola d’arte, all’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston non ha colpevoli. Non ha indizi, non ha mandanti. Ha solo poche certezze.

La certezza del quando: tra l’una e venti e le tre della notte di San Patrizio , cioè il 17 marzo del 1990. La certezza di come: due finti poliziotti con baffi di cera e una Dodge Daytona grigia a cinque porte.

Cortile interno Dell Isabella Stewart Gardner Museum di Boston dove è avvenuto il furto. Finestre arabeffianti e rigogliose piante
Isabella Stewart Gardner Museum di Boston

La dinamica del furto all’ Isabella Stewart Gardner Museum

Due guardie, quella notte , all’interno del museo. Il 23enne Rick Abath, chitarrista rock e il 25enne Randy Hestand, studente del Conservatorio del New England. Quella sera Hestand viene chiamato all’ultimo per sostituire il collega Joe Mulley.

Ore 0.27, scatta un allarme: sensore porta di uscita nella Sala blu. Ore 0.28, nuovo allarme: corridoio adiacente alla sala Blu. 0.45 Le telecamere segnalano l’arrivo di un’auto. 1.24 due finti poliziotti, scesi dalla Daytona, suonano alla porta del Museo. “Polizia di Boston, ci hanno segnalato un problema. Dobbiamo verificare. Può allontanarsi dalla scrivania? Questa è una rapina.

Identikit in bianco e nero dei due ladri
I due identikit dei falsi poliziotti fonte Wikimedia Commons

Non si coprono il viso e legano le due giovani guardie con del nastro adesivo a un banco da lavoro a un tubo nel seminterrato. Lì saranno ritrovate verso le ore 9.15 del giorno dopo. 18 marzo 1990. I ladri escono alle 2:45 del mattino, a soli 81 minuti dall’inizio della rapina. Dopo aver effettuato due viaggi separati per caricare l’auto della fuga: una berlina rossa. Mancano dettagli per rintracciare il veicolo.

Le opere rubate

Questo l’elenco delle opere rubate. Sala Blu al primo piano: Da Tortoni, Manet. Sala Olandese, secondo piano : Tempesta sul mare di Galilea, Dama e gentiluomo in nero, Autoritratto, tutti di Rembrandt. Concerto a tre Vermeer e Paesaggio con obelisco Flickr. Poi ancora un bicchiere della dinastia Shang.

Dipinto di Manet un uomo scrive con una matita su un taccuino abito e cappello nero
Da Tortoni, Manet

Nella galleria piccola al secondo piano cinque studi di cavalieri a cavallo di Degas e un ornamento di bandiera Napoleonica. In pratica, come se avessero una lista della spesa, commenterà la polizia di Boston durante le indagini. Curiosamente, rimane “fuori lista” il dipinto più prezioso del museo: The Rape of Europa di Tiziano ritrovato intatto al suo posto.

I sospettati più probabili

Polizia e FBI brancolano letteralmente nel buio. Solo nel 2013, l’FBI annuncia che forse si è vicini a una pista. Passano ancora altri due anni e, nel 2015, George Reissfelder e Leonard DiMuzio sono indicati come i principali sospettati. In pratica sono ciò che di più simile si è trovato agli schizzi della polizia. In più soci in affari del mafioso Carmelo Merlino. Particolare non da poco: i due sospettati principali sono morti un anno dopo la rapina. Così come defunto risulta anche Carmelo Merlino.

Altro possibile sospettato è Robert Gentile, ex mafioso. Gentile, nonostante le innumerevoli prove indiziarie che lo collegano al furto, ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento. Rimane tuttora l’unica persona vivente ad avere, forse, notizie dirette della rapina all’Isabella Stewart Gardner Museum.

Furto al Stewart Gardner Museum Vermeer Concerto a tre
J. Vermeer Concerto a tre

Netflix gli dedica una serie

Anche Netflix rimane affascinata da questo furto del secolo e lo ripropone in una miniserie di quattro puntate. This is a Robbery: The World’s Biggest Art Heist, diretta da Colin Barnicle.

Le cornici vuote alla parete e la taglia ancora in vigore.

Dopo il furto nessun quadro fu ha mai preso il posto di quelli precedenti. Anzi, le cornici vuote dei Rembrandt sono ancora lì. In bella vista, a testimonianza di capolavori ora ammirati in chissà quali sale private e anche per ricordare ai visitatori la grande perdita d’arte subita.

Ancora oggi c’è una ricompensa di 10 milioni di dollari dal museo per chiunque abbia informazioni. Una ricompensa separata per il pinnacolo dell’aquila napoleonica: centomila dollari per chi aiuti a trovarlo.

pinnacolo dell’aquila napoleonica

I termini di prescrizione della rapina sono ormai scaduti. possono farsi avanti anche le persone direttamente coinvolte nel furto.

Le persone con informazioni credibili sulle opere d’arte rubate possono contattare il capo della sicurezza Amore all’indirizzo reward@gardnermuseum.org.

Vose? 1975? Scanned from an 8×10. 11/2007. – TAL
Monica Col
Monica Col
Vicedirettore di Zetatielle Magazine e responsabile della sezione Arte. Un lungo passato come cronista de “Il Corriere Rivoli15" e “Luna Nuova”. Ha collaborato alla redazione del “Giornale indipendente di Pianezza", e di vari altri giornali comunali. Premiata in vari concorsi letterari come Piazza Alfieri ( 2018) e Historica ( salone del libro 2019). Cura l’ufficio stampa di Parco Commerciale Dora per la rassegna estiva .Cura dal due anni la promozione della Fondazione Carlo Bossone,. Ha curato per quattro anni l'ufficio stampa del progetto contro la violenza di genere promosso da "Rossoindelebile", e della galleria d’arte “Ambulatorio dell’Arte “. Ha curato l'ufficio stampa e comunicazione del Movimento artistico spontaneo GoArtFactory per tre anni. Ha collaborato come ufficio stampa in determinati eventi del Rotary distretto 2031. Ė Presidente dell 'Associazione di promozione sociale e culturale "Le tre Dimensioni ", che promuove l' arte , la cultura e l'informazione e formazione artistica in collaborazione con le associazioni e istituzioni del territorio. Segue la comunicazione per varie aziende Piemontesi. Dice di sé: “L’arte dello scrivere consiste nel far dimenticare al lettore che ci stiamo servendo di parole. È questo secondo me il significato vero della scrittura. Non parole, ma emozioni. Quando riesci ad arrivare al cuore dei lettori, quando scrivi degli altri ma racconti te stesso, quando racconti il mondo, quando racconti l’uomo. Quando la scrittura non è infilare una parola dietro l’altra in modo armonico, ma creare un’armonia di voci, di sensazioni, di corse attraverso i sentimenti più intensi, attraverso anche la realtà più cruda. Questo per me è il vero significato dello scrivere".