Mr. Silvera era “un traditore, un rinnegato, un marrano che sgattaiolava rasente i muri e si nascondeva nell’ombra dei portoni. Un agente doppio, uno che s’infiltrava nel mondo con un passaporto falso, capace di ogni abiura“. Venezia, novembre 1986. Durata dell’avventura: tre giorni. Lei, una principessa romana senza nome. Lui? l’enigma di un personaggio assolutamente sfuggente. L’amante senza fissa dimora ( edizioni Mondadori), di Fruttero e Lucentini è uno di quei romanzi che bisogna leggere almeno una volta nella vita.


Fruttero e Lucentini, L’ amante senza fissa dimora fa aleggiare nel tempo e nella storia
Una lettura che è un viaggio emozionante e insolito, che fa aleggiare nel tempo e nella storia. Un romanzo colto, intelligente, finemente ironico. Un’enigma senza soluzione perché occorre recuperare dal passato la condanna di non trovare mai perdono. L’amante senza fissa dimora attraversa secoli di storia in cui una figura leggendaria s’intreccia con i personaggi di una Venezia moderna.
Ed ecco quindi i turisti dell’Imperial Tour, il presidente e gli ospiti cinesi alla cena composta di “Pavone rivestito, con ripieno di tordi e contorno di maccaroni alla muratora”, i clienti dell’Harry’s Bar. Tutti contribuiscono a costruire la storia in una Venezia unica e irripetibile intorno a una improbabile ed enigmatica coppia e al mistero inesplicabile che avvolge l’uomo. Ma è anche la narrazione di una Venezia del Giorgione, della famiglia Fugger, del Vasari, e poi ancora Shakespeare e Goethe.


Passione e sospetto nell’enigma più importante della storia
Un mondo di scintillante mondanità misto ad equivoca scalcinatezza. Una principessa e un vagabondo. Passione e sospetto incastrati tra l’atterraggio di un aereo e la partenza di una nave di un gruppo “all inclusive”. Una guida turistica affascinante, inafferrabile e improbabile, fatta di poche parole e di molti “Ah “. E poi Venezia, la mappa labirintica della città, i vapori ambigui delle calli e dei canali.
Dalla coppia di giallisti più celebre a amata d’Italia, Fruttero e Lucentini, l’unico libro in bilico tra amore e suspense misterioso e affascinante, tra realtà e illusione, tra autentico e artefatto. Un thriller che non è un thriller, nessun assassino, nessun morto, ma una corsa incredibile nell’enigma più importante della storia dell’umanità.


Una trama da non svelare
Fruttero e Lucentini già 30 anni fa, all’uscita del romanzo invitavano ” a mantenere il segreto, a lettura conclusa, sulla vera identità del fascinoso Mr. Silvera, o a rivelarlo (secondo le più dispettose tradizioni della malevolenza) soltanto agli intimi nemici. Quando scoprirà l’enigma, il lettore forse dovrà correre a consultare qualche libro, qualche rapida voce di Wikipedia. E capirà meglio”.
E poco importa se si riesca o meno a scoprire di qualcosa dopo poche decine di pagine o nemmeno alla fine del libro. Il fascino di questo romanzo (e molto probabilmente anche la scommessa dei suoi autori) sta nel suo giocare a descrivere il quotidiano lasciando emergere il fantastico, perennemente in bilico tra storia, mito, eccezionalità e calli e campielli.


Un affresco veneziano degno dei macchiaioli
Nell’Amante senza fissa dimora di Fruttero e Lucentini troviamo una Venezia percorsa adagio, entrando in case fatiscenti dal colore sbiadito e il portoncino di quercia incastrato ai piedi di una facciata alta e stretta. Si passa per vie dalle case meste in cui si scorge l’entrata dell’antica fonderia che ha dato il nome a tutti i ghetti del mondo.


Carlo Fruttero e Franco Lucentini un sodalizio basato sull’intesa
Fruttero (1926 -2012) e Lucentini (1920 – 2002) hanno formato per più di quarant’anni una coppia di scrittori molto apprezzata. Giornalisti, traduttori e autori di libri scritti a quattro mani. La loro avventura e durata una vita, è iniziata a Torino negli anni cinquanta con l’editore Einaudi per proseguire come direttori della famosa collana di fantascienza “Urania”, dal 1961 all’86.
Autori di gialli invariabilmente in cima alle classifiche di vendita. Un sodalizio era basato sull’intesa immediata, sulla conoscenza approfondita dell’arte dello scrivere i vari generi, sull’amicizia e sul rispetto. Un esempio raro, forse unico nel panorama italiano contemporaneo.
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