L’esclusione di Giorgia a Sanremo 2025: le polemiche sul voto

Sanremo 2025 ha regalato l’ennesimo carico di polemiche, come del resto succede ogni anno. Questa volta, al centro delle discussioni, c’è Giorgia e la sua sesta posizione in classifica e la conseguente esclusione dalla top five, evento che ha scatenato indignazione tra i suoi fan e tra gli artisti che l’hanno difesa a spada tratta. Ma c’è anche un’altra parte di pubblico che non ha trovato affatto scandaloso il risultato, anzi.

Diciamolo subito: non è scritto da nessuna parte che Giorgia debba salire automaticamente sul podio solo perché è Giorgia. Non basta avere una grande voce, una carriera illustre o il rispetto della critica. Bisogna portare una canzone che lasci il segno, un’interpretazione che arrivi dritta al cuore, un qualcosa che rimanga impresso oltre il nome stampato sui manifesti. Ecco, questo Sanremo ci ha mostrato che il nome da solo non basta più, e meno male.

Luca Tommassini dice “a nome di tutta l’Italia, Giorgia è la vincitrice di questo festival“. Non a nome mio, rispondo a Tommassini, e anche non a nome di quello di molti altri, da quel che mi risulta. Quindi quel “tutta l’Italia”, detto con leggerezza, forse influenzato dal jingle sanremese, andava contenuto.

Concordo in pieno, invece, con l’analisi di Davide Maggio, ma ne parliamo tra poco.

Fischi, Urla e Malumori: Il Pubblico ha Sempre Ragione?

Carlo Conti annuncia che Achille Lauro è settimo e già il pubblico rumoreggia con un “Nooooo” generale. Ma il vero putiferio scoppia quando si scopre che Giorgia è sesta. Fischi, urla, proteste plateali. L’Ariston si ribella a un verdetto che non ha gradito.

Ma fermiamoci un attimo: il pubblico dell’Ariston è rappresentativo del gusto musicale dell’Italia intera? Siamo sicuri che chi stava in sala, abbia lo stesso metro di giudizio di chi ha votato da casa o di chi ha seguito il Festival dalle sale stampa? Non è che forse questi fischi nascono più dall’attaccamento al personaggio che dall’effettiva validità della canzone presentata?

Perché, diciamocelo, la canzone di Giorgia quest’anno non arriva a toccare le corde dei suoi successi precedenti. Testo bello, una ballata classica, sì, ben eseguita tecnicamente, sì, ma che non a tutti ha lasciato un segno profondo. Per quel che mi riguarda, nessun guizzo, nessuna innovazione, nessun rischio. E se non rischi, in un Festival che ogni anno cerca almeno un minimo di rinnovamento, rischi di rimanere indietro. Ed è proprio quello che è successo. Da sottolineare, comunque, il grande lavoro nell’arrangiamento e nell’orchestrazione, del Maestro Enzo Campagnoli.

Il Voto: Sala Stampa, Radio, Web e anche il Pubblico da Casa

Un’altra delle grandi discussioni nate attorno all’esclusione di Giorgia è quella legata alla modalità di voto. Da più parti, infatti, si è detto che la classifica fosse stata decisa esclusivamente dalla sala stampa, radio e web, ma non è esattamente così.

Caterina Balivo, nella sua trasmissione “La volta buona” andata in onda lunedi 17 febbraio su RAI1, ha dichiarato: “Giorgia non è stata televotata“. Qui si crea il misunderstanding. Non è stata televotata nel senso che il pubblico non l’ha votata, non che sia stato escluso il televoto dal conteggio. E cambia di parecchio le cose.

Il 34% della votazione era composto dal televoto popolare, ovvero il pubblico da casa ha avuto il suo peso. Inoltre, come spiegato perfettamente da Carlo Conti, la classifica finale tiene conto anche delle votazioni delle serate precedenti, che gli artisti si portano “in dote” all’ultima serata, per chiarire meglio, il nuovo regolamento prevede che non si azzerino le votazioni ottenute nelle serate precedenti ma fanno cumulo con i voti dell’ultima serata.

Ecco un estratto del regolamento che chiarisce meglio il sistema di voto che decreta il podio delle cinque finaliste:

esclusione di giorgia -estratto del regolamento

E questo è l’estratto che riguarda la scelta del vincitore:

l'esclusione di Giorgia - estratto del regolamento

Quindi no, non c’è stato un complotto della stampa o delle radio contro Giorgia. L’esclusione di Giorgia dal podio di Sanremo 2025 è, semplicemente, dovuta al fatto che una fetta consistente di pubblico a casa ha ritenuto che ci fossero artisti più meritevoli sopra di lei. Un dato di fatto che fa crollare la teoria del boicottaggio o della “punizione” ai danni della cantante romana.

Ed è qui che la narrazione della vittima, costruita attorno a Giorgia nelle ore successive al Festival, inizia a mostrare delle crepe. La sensazione che traspare da alcuni suoi sostenitori è che la sua esclusione dai primi cinque sia stata un’ingiustizia inaudita, come se per diritto divino dovesse essere sempre ai vertici. Ma la musica, fortunatamente, non funziona così. E questa volta, per molti, non è bastato il curriculum per portarla in alto.

E francamente, trovo terribile che a cinquant’anni, un’artista come Giorgia debba essere difesa da mamma e papà in diretta TV. Patetico.

Giorgia Sanremo 2025: voce straordinaria che non arriva

Qui arriva la parte più impopolare, ma necessaria: per me, la Giorgia di questo Sanremo, non ha convinto. E lo dico con tutto il rispetto per il suo talento, che resta indiscutibile. Ma una cantante non è solo una voce. E se il suo modo di cantare si concentra ossessivamente sulla perfezione tecnica, a discapito della naturalezza e dell’emozione, allora qualcosa non funziona più.

Giorgia è bravissima, questo è fuori discussione. Ma sembra essersi rinchiusa in una bolla in cui la cosa più importante è dimostrare quanto può essere impeccabile vocalmente. Peccato che la musica non sia solo questo. Peccato che la musica sia fatta anche di difetti, di fragilità, di interpretazioni sentite e non solo perfette. E peccato che l’esecuzione impeccabile non significhi necessariamente emozionante.

E qui torno alle considerazioni di Davide Maggio a Domenica In: “secondo me sei talmente brava da risultare quasi perfetta e questa perfezione a volte il pubblico la vede magari come un’assenza di emozioni, non ci sono delle emozioni che l’attraversano“.

Infatti, a mio parere, non ha emozionato. Troppo concentrata a rendere la performance inappuntabile, troppo impegnata a far sentire quanto ancora sia tecnicamente superlativa (magari come pretende papà, come da sua stessa ammissione), ha finito per risultare fredda e distante. Ha messo il mestiere davanti all’istinto, e il risultato è stato quello di una performance senz’anima che molto probabilmente ha causato l’esclusione dal podio.

Quando il nome non basta più

Ora, lo so. Criticare Giorgia è quasi un sacrilegio per alcuni. Guai a dire che non ha convinto, guai a suggerire che forse non era il massimo in gara. Ma la musica ha bisogno di onestà, non di reverenza automatica. E se una grande artista non convince, va detto senza timori. Perché solo così si può davvero valutare un evento musicale senza trasformarlo in una gara a chi urla più forte la propria indignazione.

Sanremo è una competizione, e come tale non si vince per diritto acquisito. E se Giorgia a Sanremo 2025 non ha conquistato il podio, non è colpa di un sistema corrotto o di una giuria di incompetenti. Forse, più semplicemente, qualcuno ha saputo arrivare al pubblico meglio di lei. E non c’è nulla di male in questo.

Il Festival di Sanremo 2025 ha lasciato il segno, nel bene e nel male. Giorgia non è entrata nei primi cinque e questo ha creato un’ondata di indignazione tra i suoi fan e alcuni artisti che l’hanno difesa. Ma la musica è fatta di momenti, di emozioni e di riscontri. Questa volta, il pubblico e le giurie hanno ritenuto che ci fossero canzoni più meritevoli della sua. E, anziché gridare allo scandalo, sarebbe più sano accettare che, per una volta, il nome da solo non sia bastato.

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Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”