Nel cuore di “Un paese sorprendente”, l’EP di Giorgio Penotti, risuona un’Italia complessa e sfaccettata, ritratta attraverso le vite di personaggi intrappolati in un contesto sociale che li soffoca. Il lavoratore schiavizzato che sogna un futuro migliore per suo figlio, il ludopatico alla deriva, l’uomo anziano disilluso dal progresso, la giovane ragazza vittima di un ambiente degradato: questi sono gli eroi (o, meglio, gli antieroi) di una narrazione musicale che esplora il disagio e l’emarginazione.
Il paese protagonista è, senza sorpresa, la nostra Italia: un mosaico che si trasforma incessantemente, ma che, proprio come una catena, non riesce a sciogliere alcuni nodi storici e strutturali. Il risultato è un luogo perfetto per le vacanze, ma lontano dall’essere ideale per chi cerca certezze quotidiane. Penotti scrive su questi temi fin dall’estate del 2023, partendo dalla collaborazione con l’attore Davide Fabbrocino che gli ha proposto il testo di “Gianni senza freno”. Da lì, un fiume di canzoni ha preso forma, ognuna legata da un filo rosso di frustrazione sociale.
L’intento creativo non si limita alla dimensione musicale: assieme a Fabbrocino, Penotti sta progettando uno spettacolo di teatro-canzone intitolato Briciole – Vite di periferia, che debutterà nell’autunno 2025. In questo EP, Penotti seleziona cinque brani da quell’universo sonoro e li registra con la cura di un artigiano paziente: chitarre, basso, tastiere, flauto, saxofono, armonica, percussioni e voci sono suonati da lui stesso, con un approccio lo-fi che celebra i limiti del home recording, pur non rinunciando alla ricerca meticolosa di ogni singola sfumatura sonora.
Un paese sorprendente
Musicalmente, il risultato è un affresco che si muove con naturalezza tra vari mondi: dalle atmosfere acustiche care alla West Coast di David Crosby, fino ad abbracciare influenze latine come il bolero e la rumba, che suggeriscono un viaggio immaginario nel Golfo del Messico. Non mancano, però, richiami alla tradizione cantautorale italiana, con un gusto retrò che fa pensare a Paolo Conte e a una lingua quotidiana che echeggia il meglio di Tenco, nelle tonalità e nelle soluzioni stilistiche. In tutto ciò, emerge una leggerezza che bilancia sapientemente la gravità dei temi trattati, evitando l’effetto di pesantezza.


Giorgio Penotti
Nato ad Alessandria nel 1957, Giorgio Penotti ha sempre vissuto la musica come un’esperienza di continua scoperta. Riceve la sua prima chitarra a 11 anni e inizia un percorso di studi che lo porta a perfezionarsi nel solfeggio e nella tecnica classica. Tuttavia, la sua formazione musicale si arricchirà soprattutto da autodidatta, imparando a suonare per accompagnarsi al canto con la chitarra acustica, e rimanendo affascinato dal folk-rock degli anni ’70, che diventa uno dei suoi modelli preferiti.
Anni ‘70
Nel 1975, Penotti fonda il Collettivo Dante Di Nanni, un gruppo che si distingue per il repertorio di canzoni di lotta del movimento operaio e studentesco, e per l’influenza degli Inti Illimani. Le esibizioni dal vivo nelle SOMS e nelle piazze segnano l’inizio di una carriera che non si fermerà mai. L’anno successivo, il gruppo evolve in Collettivo di Cultura Popolare, e inizia a collaborare con il ricercatore etnografico Franco Castelli per realizzare spettacoli dedicati alla tradizione musicale locale e contadina, tra cui Cantagagliaudo, un progetto di canzoni e burattini, e Curagi laureri, sui canti di lavoro.
Parallelamente, Penotti fonda il Teatro del Rimbalzo insieme a Giorgio Boccassi e altri artisti, lavorando come animatore teatrale, attore e musicista. Durante gli anni universitari, frequenta anche la scuola di danza classica e moderna di Sara Acquarone a Torino, partecipando agli spettacoli della compagnia e del Balletto del Teatro Nuovo di Torino. La sua formazione, dunque, è quanto mai eclettica, alimentata da una ricerca creativa che lo spinge a esplorare diversi linguaggi artistici.
Anni ‘80
Negli anni ’80, fonda il gruppo Centrocittà, con il quale propone canzoni originali in un mix di folk e rock. Si avvicina anche al saxofono, strumento che studia nella banda civica di Alessandria e che suonerà con il gruppo jazz Zotto, fondato con Enrico Pesce. Il gruppo si cimenta con il jazz-fusion e pubblica l’album Meglio tardi.
Anni ‘90
Nel 1994, Penotti si dedica maggiormente al jazz, frequentando corsi con insegnanti di spicco come Gian Luigi Trovesi e Claudio Fasoli. È in questo periodo che si lega a Paolo Perduca, con il quale collaborerà nei progetti The Swingmakers e Buscaglione Project. Parallelamente, fonda il gruppo Disorganico, un ensemble dal nome simbolico che dà vita a L’architettura solare, un CD che raccoglie le sue composizioni originali e arrangiamenti di testi poetici.
Nel 1998, esplora nuove sonorità con la Bandarotta Fraudolenta, una street band che diventerà una delle sue esperienze più longeve e riconosciute. In questo contesto, scrive oltre 50 arrangiamenti per l’ensemble di fiati e percussioni, portando la sua musica nelle piazze e nelle feste di strada in tutta Italia. La Bandarotta, tuttora in attività, è uno degli esempi più vividi del suo spirito sperimentale e della sua capacità di navigare tra generi musicali diversi.
Anni 2000
Nel 2023, la Fondazione Estro Musicale di Milano premia Penotti per il brano “9 Giugno 1940”, un riconoscimento che si traduce in una produzione in studio con arrangiamenti di Eduardo Cespedes e la partecipazione del clarinettista Amedeo Bianchi.
Dal folk alla musica da strada, dal jazz alla canzone d’autore, Penotti non ha mai smesso di esplorare, sfidando i confini dei generi e abbracciando la musica come forma di espressione più che mai attuale. Con il suo recente progetto Un paese sorprendente, Penotti ha creato un’opera che racconta, con eleganza e introspezione, l’Italia di oggi, tra il disagio sociale e la speranza di un riscatto.
Eppure, come lo stesso Penotti ammette, il suo trionfo più grande è quello di continuare a suonare, “nonostante tutto”, un segno di resilienza e passione che guida la sua carriera.
Credits
Producer, Recording Engineer: Giorgio Penotti
Mixing Engineer: Dario Mecca Aleina
Mastering Engineer: Gianni Vallino
Music Publisher: La Contorsionista snc
Tracce: Valzerider, Gianni senza freno, Rischio di retrocessione, Un cuore di sirena, Un paese sorprendente.
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