Granchio blu, il crostaceo ghiotto di cozze e vongole

Il granchio blu, conosciuto scientificamente come Callinectes sapidus, è una specie invasiva che sta destando crescente preoccupazione nei mari italiani. Originario delle coste atlantiche delle Americhe, questo crostaceo si è diffuso nel Mediterraneo, provocando effetti significativi sugli ecosistemi marini e sull’industria della pesca locale.

Proviene dalle coste atlantiche dell’America del Nord e del Sud, estendendosi dal Canada meridionale fino all’Argentina settentrionale. La sua introduzione in nuovi ambienti, come il Mediterraneo, è avvenuta principalmente attraverso le acque di zavorra delle navi.

Sebbene le prime segnalazioni di questa specie aliena nel Mediterraneo risalgano agli anni ’40, è negli ultimi dieci anni che la sua diffusione è diventata particolarmente preoccupante. Le sue notevoli capacità di adattamento e colonizzazione rapida lo rendono una specie invasiva particolarmente pericolosa per gli ecosistemi locali.

Perchè si trova bene in Italia?

Il granchio blu è estremamente versatile in termini di habitat. Preferisce vivere negli estuari dei fiumi e nelle zone lagunari sabbiose e fangose.

SEcondo quanto riporta l’ARPA del Veneto, tollera un ampio range di temperature e salinità, vivendo in acque con temperature da 5°C a 35°C e con salinità tra 2‰ e 48‰, tollerando anche acque ipersaline fino a 117‰. I maschi tendono a frequentare acque meno salate, mentre le femmine preferiscono ambienti più salini. Durante i mesi più freddi, quando le temperature scendono sotto i 10°C, questi granchi si rifugiano nei fondali fangosi, riemergendo con l’arrivo della primavera.

I nostri mari, specialmente l’Adriatico, offre le condizioni ottimali, in fatto di salinità e sabbia, ed è proprio per questo che ha potuto proliferare con facilità.

Inoltre, il granchio blu ha un ciclo riproduttivo molto efficiente. Sempre secondo quanto riportato da ARPA Veneto, le femmine, altamente fertili, possono deporre tra 700.000 e 8 milioni di uova. Di solito, le femmine si accoppiano una sola volta dopo l’ultima muta, mentre i maschi possono accoppiarsi più volte. L’accoppiamento avviene in un momento diverso rispetto alla deposizione delle uova. Dopo l’accoppiamento, la femmina immagazzina lo sperma e lo utilizza per fertilizzare le uova nel tempo. Le uova vengono incubate sotto l’addome della femmina e, dopo circa due settimane, si schiudono, rilasciando larve planctoniche che si disperdono nell’acqua.

I Danni per la Pesca

Il granchio blu è un predatore onnivoro che si nutre di una vasta gamma di organismi, tra cui cozze, vongole e ostriche, e non disdegna i crostacei, come i gamberetti. La sua dieta varia e la sua voracità lo rendono un competitore pericoloso per le specie autoctone. Questa varietà nella dieta gli consente di sopravvivere in ambienti dove altre specie potrebbero non riuscire a prosperare, contribuendo alla sua diffusione invasiva.

L’invasione del granchio blu sta causando seri problemi all’industria della pesca in Italia. La nostra cucina, soprattutto sulle coste italiane, è ricca dipiatti a base di cozze, vongole e gamberi, praticamente spariti dal mercato a causa del granchio blu. La predilezione del granchio blu per cozze e vongole è particolarmente problematica, poiché questi molluschi sono da sempre molto richiesti sul mercato italiano. La loro riduzione ha portato a una carenza significativa, facendo lievitare i prezzi a livelli esorbitanti e i pescatori locali stanno subendo perdite economiche significative a causa della diminuzione delle popolazioni di pesci e molluschi di valore. Per soddisfare le richieste, siamo costretti ad importare dall’estero, a discapito del pescato locale, con conseguenze importanti sul prezzo di vendita.

Il mercato ittico ha inizialmente tentato di commercializzare il granchio blu per trarne profitto economico, ma il suo prezzo è crollato fino a 1 euro al chilo, rendendo insostenibile questa soluzione.

Granchio blu - tanti esemplari di granchio messi a montagnola su del ghiaccio

Ma non è l’unico problema: la sua presenza è anche un danno per le attrezzature da pesca. Le reti spesso vengono trovate strappate e il pescato risulta ridotto. Inoltre, la frequente necessità di riparare o sostituire le attrezzature danneggiate aumenta i costi operativi.

Impatto su flora e fauna

Il granchio blu ha un impatto devastante sulla fauna marina locale. La sua intensa attività predatoria riduce le popolazioni di molte specie autoctone, creando squilibri ecologici. Il declino delle popolazioni di molluschi e crostacei autoctoni può avere effetti a catena sull’intero ecosistema marino. Le specie predatrici che dipendono da queste prede possono essere costrette a migrare altrove o affrontare una diminuzione numerica, alterando così le dinamiche predatorie e competitive nell’ecosistema.

La flora marina risente anch’essa dell’invasione del granchio blu. Questo crostaceo può danneggiare le praterie di fanerogame marine, come la Posidonia oceanica, habitat cruciali per molte specie marine. Scavando e cercando cibo, il granchio blu disturba il substrato marino, causando danni fisici alle radici delle piante acquatiche. La distruzione di queste praterie può ridurre la biodiversità, poiché molte specie marine dipendono da esse per rifugio e nutrimento.

Misure di Controllo e Gestione

Le autorità e gli scienziati stanno cercando soluzioni efficaci per controllare la popolazione di granchi blu. Alcune strategie includono la promozione della pesca commerciale del granchio blu per ridurre la sua popolazione e campagne di sensibilizzazione per evitare il rilascio di specie esotiche negli ambienti naturali. La ricerca su metodi biologici e chimici per il controllo della popolazione di granchi blu continua, nella speranza di trovare soluzioni a lungo termine.

Il granchio blu rappresenta una seria minaccia per gli ecosistemi marini italiani e per l’industria della pesca. La sua capacità di adattarsi e proliferare in nuovi ambienti lo rende una specie invasiva difficile da gestire. È essenziale monitorare costantemente la sua diffusione e attuare strategie di gestione efficaci per mitigare i danni causati da questa specie. La collaborazione tra pescatori, scienziati e autorità è fondamentale per proteggere la biodiversità marina e garantire la sostenibilità delle risorse ittiche.

Tina Rossi
Tina Rossi
(a.k.a. Fulvia Andreatta) Editrice. Una, nessuna e centomila, il suo motto è “è meglio fingersi acrobati, che sentirsi dei nani” Dice di sé:” Per attimi rimango sospeso nel vuoto,giuro qualche volta mi sento perduto, io mi fido solo del mio strano istinto, non mi ha mai tradito, non mi sento vinto, volo sul trapezio rischiando ogni giorno, eroe per un minuto e poi...bestia ritorno...poi ancora sul trapezio ad inventare un amore magari...è solo invenzione, per non lasciarsi morire...”