Quasi 10.000 metri quadrati delle Gallerie d’Italia Torino dedicati, fino al 22 gennaio 2023 all’esposizione del fotografo di fama mondiale Gregory Crewdson. Centro della mostra, la première mondiale della nuova serie di stampe digitali a pigmenti da 87,6 x 116,8 cm dal titolo omonimo, Eveningside. Atto finale di una trilogia che abbraccia dieci anni di lavoro.


Il quotidiano gotico di Gregory Crewdson
In Eveningside Crewdson esplora momenti di contemplazione entro i confini della vita quotidiana, nei luoghi di lavoro e negli spazi adiacenti. Le figure che popolano gli scatti sono scarne. Spesso viste attraverso le vetrine dei negozi, nel riflesso di uno specchio o posizionate nel paesaggio banale della routine quotidiana.
In scena dunque ponti ferroviari, portoni, portici, la tettoia di uno sportello bancomat, di una latteria, di un mercato rionale o di un negozio di ferramenta. Giochi intensi di luce e ombra, nebbia, pioggia, fumo e foschia. Crewdson ricrea una ricca atmosfera gotica, evocativa dei film noir e del cinema classico, ma con le capacità e la chiarezza della fotografia digitale. Le sue immagini surreali, ai confini tra la cinematografia di Lynch e la pittura di Hopper sono spesso malinconiche. Ambigue suggestioni narrative sfumano i confini tra finzione e realtà.


La trilogia
Eveningside, curata da Jean-Charles Vergne, è, dunque, il capitolo finale della trilogia che inizia con le foreste infestate, solitarie e remote di Cathedral of the Pines. Continua con i vasti e desolati paesaggi post-industriali di An Eclipse of Moth accanto alle immagini di Fireflies, realizzate in isolamento dall’artista nel 1996, con due macchine fotografiche su pellicola analogica in bianco e nero.
Lavorando con grandi team di produzione per esplorare e scattare le sue immagini, le sue fotografie sono diventate sempre più complesse come se fossero pensate per una produzione cinematografica. Compresa la sua scrupolosa preparazione di set elaborati, luci e cast. Un regista demiurgo che piega l’immagine per una sua precisa volontà: la cosiddetta staged photography. “Le mie foto parlano di una ricerca per un momento, un momento perfetto“, ha spiegato Crewdson.


Nato il 26 settembre 1962 a Brooklyn, NY, Gregory Crewdson studia con Jan Groover e Laurie Simmons. Nel 1988 si laurea alla Yale University con un MFA in fotografia. Le sue opere sono conservate nelle collezioni dell’Art Institute di Chicago, del Los Angeles County Museum of Art, del Victoria and Albert Museum di Londra e del Museum of Modern Art di New York, tra gli altri. L’artista vive e lavora a New York, NY.