Il puleggio, antica Labiata dal nome singolare
Il puleggio, in realtà, è meglio conosciuto come mentuccia. E non si tratta affatto di una varietà minore di menta, ma di una specie autonoma, con proprie caratteristiche botaniche e fitoterapiche. Appartiene alla famiglia delle Labiate, che vi stiamo illustrando da più di cinque mesi, e il suo nome latino è Mentha pulegium L. L’aggettivo pulegium deriva da pulex, che è la pulce, perché sin dall’antichità quest’erba è stata usata per scacciare le pulci. Tali parassiti, infatti, non ne tollerano il profumo intenso.


Nel I secolo, Plinio affermava che essi venivano sterminati dal suo odore, facendone ardere il fiore fresco. Consigliava poi di mettere a macerare il puleggio nell’aceto, per svariati impieghi. Ad esempio, era utile per riaversi da uno svenimento, contro il mal di testa e la nausea e per lenire i dolori mestruali. Scriveva persino che bastava far annusare i suoi semi a un muto perché riacquistasse la voce. Sosteneva, infine, che dalla caduta precoce o tardiva delle sue foglie si potesse comprendere se il clima dell’anno sarebbe stato rigido o mite.


Presso i romani, era l’ingrediente più importante nella preparazione del cosiddetto moretum, il cibo tipico dei contadini. Columella ci riferisce che a esso venivano aggiunte altre piante (cipolla, coriandolo, rucola, timo, santoreggia, lattuga, sedano e ruta) e cacio fresco. Si pestavano tutti gli ingredienti in un mortaio capiente, mescolando con aceto e olio.
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La cipolla e i dodici spicchi dell’oracolo di Capodanno


Nel Medioevo, contro la gotta
Tanto la Scuola Salernitana quanto il trattato in versi De viribus herbarum attribuito a Odone di Meung indicano nel puleggio un rimedio efficace contro la gotta. A quell’epoca, purtroppo, era impiegato anche come abortivo, per una sostanza molto velenosa, contenuta nel suo olio essenziale, ossia il pulegone. E ci viene tramandato che, in più occasioni, il pulegone causò la morte della gestante. Era considerato pure afrodisiaco, usato per preparare filtri d’amore tutt’altro che innocui, perché anche in questo caso il pulegone causò molti danni. Guariva i morsi di cani e serpenti e le punture di scorpioni, sempre secondo Odone di Meung. Nel Medioevo, come nel Rinascimento, si ponevano nei letti sacchetti di stoffa riempiti con mentuccia secca, per tenere lontani pulci e pidocchi.


Rara in Irlanda
Come avviene in altre contrade d’Europa, anche in Irlanda, dov’è meno comune, per tradizione il puleggio inizia a fiorire con il solstizio d’estate. Coltivata negli orti, si coglie nella festa liturgica di santa Maddalena (22 luglio) e si fa seccare. Se invece si trapianta in un vasetto da tenere in casa, pare che esso fiorisca di nuovo per il solstizio d’inverno, annunciando l’imminente Natale del Signore.


In alcune contee, si prepara un rimedio contro il mal di denti, facendo macerare la mentuccia in aceto di sidro. Un tempo, in altre regioni, si purificava l’acqua dei pozzi o quella piovana, immergendovi rametti di puleggio fresco. In epoca più recente, si è spesso scelto un prato in cui ci sia la mentuccia, per distendervi la tovaglia del picnic. E ciò è giustificato dalla convinzione che tenga lontane le formiche. Il suo nome gaelico è Borógach, mentre quello in lingua inglese è pennyroyal. Ci fa tristemente pensare alla celebre canzone “Pennyroyal Tea”, dei Nirvana, che denunciava la morte di donne gravide per l’uso errato del puleggio.


Breve descrizione botanica
Si tratta di una pianta erbacea dall’aspetto gentile e poco appariscente ma dall’aroma intenso, che vegeta nei luoghi umidi dell’Europa e dell’Asia occidentale. Il fusto, che raggiunge un’estensione massima di una quarantina di centimetri, è eretto o prostrato, con stoloni radicali e foglioline ovate e peduncolate. I fiori bilabiati, che sbocciano tra giugno e settembre, sono piccini e di colore lilla, disposti in fitti verticilli, che si sovrappongono all’ascella fogliare. Il frutto è costituito da 4 piccoli acheni bruni.


Un ottimo digestivo, da bere con prudenza
La mentuccia, che noi pronunciamo come se fosse un vezzeggiativo della menta, è un’erba tanto utile quanto pericolosa. È assolutamente controindicata in gravidanza, come pure menta, ruta e camomilla. Conviene sempre chiedere un parere medico, prima di utilizzarla e, in ogni caso, occorre la prescrizione del dottore di fiducia per curarsi con l’olio essenziale. Esso è ricco di principi attivi tra cui troviamo il velenoso pulegone ma anche il piperitone, il limonene, il mentone e il mentolo. Contiene pure una piccola percentuale di tannini. La droga è costituita dall’intera pianta essiccata.


Il fitoterapeuta bretone Pierre Lieutaghi scrisse che il puleggio è “una fra le migliori bevande digestive, soprattutto per coloro che soffrono d’insufficienza epatica”. Secondo Jean Valnet, la tisana è espettorante (bronchiti, pertosse), giova nell’insufficienza biliare e nell’atonia gastrica e facilita le mestruazioni. Si prepara come il tè e, solo dopo essersi consultati con il medico, si beve dopo i pasti. In uso esterno, il decotto (fatto cioè bollire per qualche minuto) è una valida frizione per la cute dei nostri animali domestici. Applicato ogni tanto, previene l’annidamento delle pulci nel loro pelo.

