Per la rubrica “33 giri di ricordi”, meglio se in vinile, recensione e retrospetiva dell’album “Il Volo“, della omonima band milanese, del 1974.
1974
Ernő Rubik crea il cubo che prenderà il suo nome.
Debutta sulla rete televisiva ABC la fortunata serie TV “happy days”.
La Svezia vince l’Eurovision Song Contest, ospitato a Brighton, Regno Unito, rappresentata dagli ABBA con “Waterloo”.
A Genova le Brigate Rosse rapiscono il magistrato Mario Sossi. Nei giorni che seguono i brigatisti tentano di stabilire una trattativa con lo Stato italiano per la sua liberazione che avviene il 23 maggio a Milano.
Brescia, 28 maggio. Esplode una bomba in piazza della Loggia durante una manifestazione sindacale provocando 8 morti e 101 feriti. La strage è rivendicata dall’organizzazione neofascista Ordine Nuovo.
Richard Nixon si dimette dalla carica di Presidente degli Stati Uniti d’America a seguito dello scandalo Watergate; subentra alla carica il suo vice Gerald Ford.
Città del Vaticano, 24 dicembre. Papa Paolo VI inaugura l’Anno Santo. Durante l’apertura della porta santa alcuni calcinacci cadendo sfiorano il Pontefice.
La Lazio vince il suo primo scudetto. Capocannoniere del torneo Giorgio Chinaglia 8Lazio) con 24 reti.
Iva Zanicchi vince il ventiquattresimo Festival di Sanremo con “Ciao cara come stai”.
Le origini
Negli anni ’70, l’Italia era immersa in un fervore musicale che ha dato vita a molte band leggendarie. Tra queste, spicca Il Volo, super band nata nel 1974 su iniziativa di Mogol e dell’etichetta Numero Uno.
Il gruppo era composto da talentuosi musicisti, session man di classe: Alberto Radius e Mario Lavezzi alle chitarre e alla voce, Vince Tempera e Gabriele Lorenzi alle tastiere, Bob Callero al basso e Gianni Dall’Aglio alla batteria.
I membri del gruppo vantavano già una solida esperienza musicale, provenendo da formazioni di spicco come i Formula 3 (Alberto Radius e Gabriele Lorenzi), I Ribelli (Gianni Dall’Aglio), i Camaleonti e Flora Fauna Cemento (Mario Lavezzi), gli Osage Tribe e i Duello Madre (Bob Callero).
La Numero Uno aveva l’intenzione di utilizzare il gruppo anche per la produzione di album per altri artisti, come dimostrato dal lavoro su “TIR” di Loredana Bertè.
Il Volo collaborò con Lucio Battisti negli album “Anima Latina” del 1974 e “Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso, eccetera” del 1975. Tuttavia, a causa del deteriorarsi dei rapporti tra Radius e Mogol, il risultato finale fu considerato insoddisfacente e la formazione venne modificata, sebbene la registrazione originale del brano “Io ti venderei” e “Il Veliero” rimase intatta con gli elementi de Il Volo.
Il Volo
Il gruppo ha portato un’energia fresca e innovativa alla musica italiana degli anni ’70. Con una combinazione di rock, pop e influenze progressive, il loro suono era unico e avvincente. L’album omonimo pubblicato nel 1974 ha ricevuto un’accoglienza eccezionale. Questo successo non è stato solo merito dell’incredibile talento dei singoli membri, ma anche grazie a un sound che, sebbene inserito nel panorama del Progressive Rock, riusciva ad attenuare con eleganza le sonorità più ruvide dei loro colleghi più “militanti” come Area, Banco e PFM.
È importante considerare che il 1974 non era stato un anno particolarmente fertile per la scena musicale italiana, soprattutto per quanto riguarda il pop. Pertanto, per “Il Volo”, è stato più facile emergere rispetto a lavori più modesti o considerati “di transizione”.
È proprio in questo contesto di transizione tra le forme più “pure” del progressive rock e quelle più permeate di jazz-rock che va collocato il lavoro del sestetto milanese.
Track by track
Fin dal primo ascolto del brano d’apertura, “Come una zanzara“, emerge chiaramente un’atmosfera di rock progressivo decisamente più accessibile rispetto agli standard del passato. Tuttavia, questo non significa affatto una rinuncia ai virtuosismi sonori che caratterizzano il genere. Si avverte piuttosto un’armoniosa fusione di elementi, più vicini alle dinamiche del jazz-rock alla Perigeo che non al progressivo più crudo degli Area, con una maggiore apertura verso la melodia.
Brani come “La mia rivoluzione“, la celebre “Il calore umano” e “Canto della preistoria” (anche conosciuta come “Molecole“) sono esemplari di questa mescolanza, in parte grazie alle voci di Radius e Lavezzi, che conferiscono un’ulteriore profondità emotiva e melodica alla musica del gruppo.
Dal punto di vista strumentale, emergono alcuni elementi distintivi: il basso costante e di eccellente esecuzione di Callero, le sfumature delle tastiere di Tempera (che, pur basandosi principalmente sul Piano Rhodes, occasionalmente si aprono a suoni più vigorosi) e le delicate sfumature di Radius, che nel finale di “I primi respiri” raggiungono la massima espressione poetica.
La dinamica batteria di Gianni Dall’Aglio, seppur un po’ in secondo piano, riveste un ruolo prezioso nell’insieme del sound. È interessante ricordare che lo stesso Radius, in brani come “Sonno“, sperimenta una formula compositiva che preluderà alle molte soddisfazioni della sua futura e luminosa carriera solista.
Essere o non essere?
Il Volo ha prodotto un secondo album contenente musiche originali e testi di Mogol: “Essere o non essere? Essere! Essere! Essere!” nel 1975. L’album riscosse meno successo rispetto al precedente.
La band si è esibita inoltre in importanti eventi musicali come il Festival del Proletariato Giovanile al Parco Lambro di Milano, organizzato da Re Nudo, e il Festival pop di Villa Pamphili.
Nel 1975, il gruppo intraprese un tour con Francesco De Gregori e contribuì alla realizzazione dell’album “Amore dolce, amore amaro, amore mio” di Fausto Leali, per poi sciogliersi alla fine dell’anno.
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