Jonathan Bidzogo: “Il mio mondo è tutto”

Il mio mondo è tutto, è il tentativo di descrizione della mia vita attraverso il racconto di alcune mie esperienze e sensazioni non limitandomi però solamente a parlare di me”. Così racconta il suo album in promozione, Jonathan Bidzogo, artista cantautorale della provincia di Lodi.

Un ritratto della sua vita, dove ogni canzone è l’espressione di un quadro che scorre attraverso diverse sensazioni legate a vicissitudini quotidiane.

Il mio mondo è tutto” è un racconto in chiave musicale intimo dove si inseriscono storie di altre persone che sono al limite, tra la vita e la morte, la felicità e l’infelicità, la pace e la guerra. La contraddizione ed il conflitto interiore sono tratti che hanno segnato profondamente la crescita autorale di questo artista.

Jonathan Bidzogo, descrive con un sound asciutto frammenti di quotidianità, situazioni ai margini… perché troppo spesso le persone vivono un’esistenza vuota, colma di insoddisfazioni, comprendendo troppo tardi di essersi allontanati dal proprio “io”, e da tutto ciò a cui realmente aspiravano.

Il tentativo del cantautore è quello di scavare dentro di sé, ma anche di legare la propria vita a quella degli altri. Sia nel bene che nel male Jonathan ritiene che se vogliamo essere felici ed appagati dobbiamo fare in modo che anche coloro che ci circondano lo siano.

Essere felici in un mondo di tristezza non dovrebbe rappresentare un obiettivo per nessuno, e “Felicità è guardarsi dentro” (primo singolo rappresentativo dell’intero album “Il mio mondo è tutto“) si propone proprio di esprimere questo concetto.

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Lele Boccardo
Lele Boccardo
(a.k.a. Giovanni Delbosco) Direttore Responsabile. Critico musicale, opinionista sportivo, pioniere delle radio “libere” torinesi. Autore del romanzo “Un futuro da scrivere insieme” e del thriller “Il rullante insanguinato”. Dice di sè: “Il mio cuore batte a tempo di musica, ma non è un battito normale, è un battito animale. Stare seduto dietro una Ludwig, o in sella alla mia Harley Davidson, non fa differenza, l’importante è che ci sia del ritmo: una cassa, dei piatti, un rullante o un bicilindrico, per me sono la stessa cosa. Un martello pneumatico in quattro: i tempi di un motore che diventano un beat costante. Naturalmente a tinte granata”.