Le montagne italiane rischiano di morire e con loro un patrimonio nazionale che riguarda tutti gli italiani: le proposte UNCEM per la legge di bilancio 2026
L’anno sta finendo ed è quasi tempo di bilanci e nel dibattito politico spesso la montagna appare come un tema marginale, quasi una eco lontana dal cuore pulsante del Paese. E invece, ogni volta che si sfoglia un documento elaborato dall’Uncem – l’Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani – ci si ritrova davanti a una visione lucida, dettagliata e profondamente concreta di ciò che significa tenere insieme un territorio fragile.
Non è retorica, perché si parla di servizi che garantiscono la vita quotidiana, di imprese che resistono dove i mercati non arrivano, di comunità che continuano a presidiare una parte essenziale del paesaggio e dell’identità italiana.
Il documento presentato da UNCEM al Senato per la legge di bilancio 2026 è un’analisi approfondita che unisce la lettura delle criticità a un pacchetto concreto di proposte e soluzioni e che mostra quanto le montagne italiane siano un laboratorio politico e sociale avanzato. E soprattutto quanto serva un impegno strutturale, non episodico.
Proviamo allora a entrare nelle proposte, una per una, lasciando che la materia tecnica diventi racconto: il racconto di un’Italia che non vuole essere dimenticata.
Enti locali, tagli e personale: la questione più urgente
Chi vive e amministra in montagna lo ripete da anni: ogni taglio ai trasferimenti degli enti locali pesa il doppio. Basta guardare ai piccoli Comuni, spesso con 500, 800, 1200 abitanti: bilanci sottili, margini stretti, una lista infinita di servizi da garantire. UNCEM chiede che la legge di bilancio 2026 non tocchi nemmeno un euro ai Comuni, alle Province e alle loro forme associative.
Una presa di posizione netta e necessaria, se non indispensabile, perché gli enti montani, già colpiti da riduzioni nel 2024, non possono sostenere un ulteriore arretramento.
E poi c’è il personale: qui il nodo è il turnover. Impedirlo significherebbe bloccare il ricambio generazionale proprio dove servono giovani, nuove competenze, energie fresche. Una criticità che Uncem ribadisce da tempo e con forza: senza persone i Comuni non funzionano, e senza Comuni funzionanti non esiste presidio del territorio.
FOSMIT, il grande motore dello sviluppo montano
Ci sono proposte che non hanno bisogno di molti giri di parole. Aumentare il Fondo per lo Sviluppo delle Montagne Italiane da 200 milioni a 1 miliardo l’anno è una di queste.
Una richiesta ambiziosa? Sì. Ma anche perfettamente coerente con il nuovo disegno di legge sulla montagna in discussione.
Il Fondo FOSMIT è l’unico strumento nazionale che mette nero su bianco la necessità di investire nelle aree alte, e non solo di sopravvivere. Rimboschimenti, infrastrutture, servizi, gestione del territorio: tutto passa da lì. E Uncem, che conosce sentiero per sentiero ogni criticità, chiede semplicemente che il Fondo sia adeguato alla realtà.
Green Communities: da 38 progetti a una visione nazionale
La parte più interessante del documento UNCEM è quella dedicata alle Green Communities, quella che da tempo è il simbolo della coesione del territorio e pilastro portante per fare rete e per ripensare il futuro, dove la montagna non è più periferia ma cuore di una transizione ecologica intelligente.
Il PNRR ha finanziato 38 progetti, ma i territori ne hanno presentati 200. Di questi, ben 160 sono rimasti senza risorse pur avendo già elaborato piani completi su acqua, boschi, energie rinnovabili, turismo sostenibile, edilizia moderna, mobilità integrata.
Per questo UNCEM chiede 300 milioni di euro aggiuntivi per valorizzare e realizzare un patrimonio di idee.
Piccoli Comuni, la spina dorsale del Paese
La legge 158/2017 dedicata ai piccoli Comuni è uno dei pochi atti che hanno riconosciuto il valore di luoghi spesso ignorati. Ma le risorse non bastano. Nel recente bando “Piccoli Comuni” sono arrivate 2638 domande: più della metà non ha ottenuto fondi.
UNCEM propone di stanziare 200 milioni di euro per finanziare i progetti rimasti in graduatoria.
Dietro queste proposte non ci sono numeri astratti ma interventi su strade, scuole, spazi pubblici, centri storici, servizi culturali. È la manutenzione dell’Italia diffusa, quella che tiene insieme tutto il resto.
Finanziare i LEP: un dovere prima che un costo
Nella discussione sull’autonomia regionale, spesso si dimentica la base: i LEP, i livelli essenziali delle prestazioni.
UNCEM lo ricorda in modo molto chiaro: senza un finanziamento serio dei LEP, l’autonomia diventa un rischio per l’uguaglianza tra territori.
Il ragionamento è semplice e potente: prima si fissano i diritti minimi, poi si parla di poteri.
Un messaggio lucido, che restituisce serietà a un tema spesso agitato più che discusso.
Sanità, scuola, trasporti: vivere in montagna deve essere possibile
Qui il documento UNCEM raggiunge una forza particolare, perchè tocca la vita reale delle montagne italiane: il medico che non c’è, l’ambulanza che arriva da lontano, la scuola che rischia di chiudere, lo scuolabus che passa su strade in salita.
UNCEM chiede investimenti per garantire medici di base, presidi territoriali, elisoccorso notturno, servizi scolastici diffusi, trasporti integrati.
E non si limita alla denuncia: nella proposta presentata al Senato, sottolinea che queste azioni devono coordinarsi con il disegno di legge sulla montagna, in modo da creare un sistema coerente di sostegno.
Segretari comunali: la struttura portante dei piccoli enti
Altro tema spesso ignorato: i segretari comunali. Nei piccoli Comuni, dove gli uffici sono pochi e le competenze devono essere vaste, il segretario è una figura decisiva.
UNCEM chiede due misure:
- rendere stabile la possibilità di avere vicesegretari reggenti;
- finanziare correttamente le indennità dei segretari che seguono Unioni montane e Comunità montane.
Un punto tecnico, certo, ma chi amministra nei territori sa quanto sia vitale.
IMU, fiscalità e imprese: senza un cambio di rotta il rischio è lo spegnimento
Molte richieste Uncem ruotano attorno allo stesso principio: in montagna tutto costa di più e rende di meno, ma è proprio lì che servono attività e servizi.
Per questo l’associazione propone:
- che l’intero gettito IMU resti ai Comuni montani;
- una fiscalità differenziata per imprese, negozi di vicinato, attività artigiane e partite IVA sotto i 5.000 abitanti;
- la modifica delle norme per favorire riaperture, subentri e nuove attività.
Senza questi interventi, molte attività chiuderanno definitivamente. E con esse chiuderà un pezzo di comunità.
Strategia Nazionale Aree Interne: serve un piano stabile
Le Aree Interne sono l’altra faccia della montagna. Dopo anni di sperimentazioni, UNCEM chiede che la Strategia diventi finalmente stabile, strutturale, continua.
La proposta è di 3 miliardi di euro per sostenere nuove aree, rafforzare quelle esistenti e costruire un vero Piano nazionale.
È un tassello che si lega perfettamente alle Green Communities e alle politiche montane che prevede non più interventi sparsi ma un unico mosaico unico che interviene in sinergia con le diverse problematiche.
Semplificazioni per la vita quotidiana
Alcune proposte UNCEM parlano di cose molto pratiche, quasi domestiche: costruire vicino ai cimiteri, vendere un terreno agricolo, pagare il notaio.
Tra le richieste:
- ridurre il vincolo di distanza dai cimiteri, che blocca gli interventi nei borghi;
- permettere che gli atti di compravendita di piccoli terreni agricoli possano essere fatti davanti al segretario comunale;
- eliminare tasse e bolli per questi atti.
Digital divide: tralicci pubblici per il segnale che non arriva
In un Paese che parla di 5G e intelligenza artificiale, ci sono ancora 2495 aree senza segnale.
UNCEM chiede 20 milioni per costruire su tutte le montagne italiane, tralicci pubblici dove i privati non investono. Una misura che avrebbe un impatto enorme su sicurezza, imprese, scuole, turismo, sanità, senza dimenticare le attività commerciali e le imprese.
Rigenerazione urbana: una montagna che vuole rinnovarsi
I progetti di rigenerazione urbana nei piccoli Comuni hanno ricevuto migliaia di candidature, ma solo una piccola parte è stata finanziata.
UNCEM propone di aggiungere 500 milioni per far scorrere la graduatoria.
Scuola: difendere gli istituti significa difendere la comunità
La riduzione dei dirigenti scolastici e gli accorpamenti tra istituti sono una minaccia per i territori a bassa densità.
UNCEM propone che anche le scuole sotto i 500 alunni possano avere un dirigente dedicato, con una soglia più bassa (300) per le aree montane, perché la scuola non è un lusso, ma un presidio.
Ambiente, foreste ed energia: una montagna che produce beni comuni
La parte ambientale del documento UNCEM è molto ricca. Qui emerge la visione più sistemica: la montagna non è solo “ambiente”, ma anche energia rinnovabile, sicurezza, lotta al dissesto, filiere produttive.
Tra le proposte principali:
- IVA al 4% per opere di manutenzione idrogeologica;
- rifinanziamento del Fondo per la gestione forestale e il rimboschimento;
- riduzione dell’IVA su pellet, cippato e legna da ardere;
- incentivi per sostituire le vecchie stufe con modelli moderni e meno inquinanti.
Uncem, un lavoro da riconoscere
Da tempo sosteniamo le richieste e l’operato di Uncem, perché dietro alle tante attività che svolge, c’è la lucidità e l’esperienza di chi conosce il quadro completo, connette i problemi, indica soluzioni. Lo fa da anni, spesso con risorse limitate, ma con un livello di conoscenza dei territori che nessun altro organismo possiede.
Le montagne italiane non sono la periferia del Paese, ma un o dei pilastri dell’economia, del turismo, del made in Italy e della cultura del nostro Paese.
Se funzionano i Comuni montani, funziona l’Italia. Se resiste la scuola, la farmacia, il negozio di paese, resiste una comunità.
Uncem e le comunità montane non possono lottare da sole per la sopravvivenza di un territorio che è un bene comune dalle città alle coste italiane.
E, forse, il messaggio più importante è proprio questo: investire sulla montagna non serve solo alla montagna. Serve a tutti.
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Foto copertina di Gianni Crestani da Pixabay


